Nicole.
Idea di giustizia.
"E vado avanti solo con la sincerità,
se no poi dopo i sogni a me,
chi me li dà?"
- Gemitaiz.
_______________La giustizia dovrebbe essere il punto cardine di qualsiasi essere umano.
Io mi comporto in un modo a seconda del mio codice etico e morale.
Ma queste regole sono soggettive o oggettive?
Chi sceglie di imporre delle regole?
E soprattutto: chi le rispetta, tende a dipendere da un soggetto più forte e piegarsi ad esso, oppure lo fa per il bene comune?Ma il bene comune è un bene che io accetto indistintamente in quanto singolo individuo?
Il bene della comunità corrisponde anche al mio bene, oppure il mio benessere va posto dopo l'ordine sociale?È questo ciò a cui penso da quando quella sottospecie di camicia col codino ha imbrogliato per superare i test di ingresso.
La professoressa era d'accordo, sicuramente. Gli ha gettato qualche occhiata di troppo, risposto con cenni della testa. La pausa di intervallo per il caffè non era in programma, così come la caduta del bicchiere: un ottimo diversivo. Ultimo indizio, ma non per importanza: il foglio protocollo che aveva con sé e che ha inserito nel plico già presente sulla cattedra era diverso da quelli che avevamo noi a disposizione.
Potrei vantarmi e dire di essere un'ottima detective, ma la realtà è che il loro piano era un fallimento sin dal principio. Eppure solo io sembro essermene accorta.
A questo punto cosa dovrei fare?
Rispettare le mie regole morali, quelle della comunità che mi vengono imposte o quelle dell'istituto in cui esercito la mia podestà di studente?
Che, comunque, mi portano tutte nella stessa direzione: l'ufficio del preside per denunciare l'accaduto.Ma se anche lui fosse d'accordo, allora sarei io quella in difficoltà. A quel punto varranno le regole di tutti gli altri, ma non di certo le mie.
C'è solo una componente che trascende ogni tipo di regola: il dio denaro. Quello modificherebbe anche il testo costituzionale, senza nemmeno l'approvazione dei due terzi.
Fisso senza guardare realmente il siparietto che si svolge al primo banco, assieme a tutto il dispiacere che ha generato un semplice bicchiere di caffè. In una scena del crimine sarebbe stato un diversivo efficace; è un peccato che cose così banali non vengano mai prese in considerazione dagli autori dei crime.
Quando ormai già tutti sono in piedi per consegnare il proprio test, io sono qui che mi chiedo cosa mi sta fermando dal dire la verità.
Ho paura di uno stupido riccone targato Gucci?Quando anche lui si alza per consegnare il (non) suo bozzetto, l'impulso mi dice di agire.
Mi slancio in avanti, ma è in quel momento che si volta nella mia direzione e sbattiamo l'uno contro l'altra."Ma sei impazzita?", sbotta lisciandosi i vestiti con le mani, mentre a me viene solo voglia di prendere a schiaffi lui e la sua stupida sarta. "Sai quanto costa questa camicia?".
"Meno del peso di una bugia, per te, a quanto pare", rispondo piatta.
Sospira pesantemente, e questa volta mi rivolge tutta la sua attenzione appoggiando i pugni chiusi sul mio banco. "Dimmi cosa hai visto. Anzi, dimmi direttamente cosa vuoi", è la frase con cui cerca di raggirarmi. "Soldi? Un lavoro? Dei vestiti che non siano fuori moda?", sono le uniche proposte che riesce a farmi.
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Punti di Vista
ChickLitUn'altezzosa. Un figlio di papà. Una sognatrice. Un provocatore. Una cinica. Un iracondo. Potrebbe sembrare l'incipit di un'insulsa barzelletta, ma in realta è solo l'inizio del loro primo anno scolastico nell'accademia d'arte più prestigiosa di Mil...