18 - Nicole: La pagina a sinistra.

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Nicole.

La pagina a sinistra.

"Ma è solo un momento che passa,
so innocuo"
- Pedar Poy.
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La sensazione di novità è appagante come poche cose al mondo.

La voglia di far bene, o la necessità di far meglio della volta precedente, si imprime sulla pelle come fosse un marchio a fuoco ardente.

Penetra i tessuti, scava tra le ossa e si insinua dentro come un qualcosa di estremamente urgente.

Devo eccellere, devo migliorare, devo dimostrare: una triade che nel corso della vita più volte mi ha lasciato senza fiato.

Questo accade ad esempio quando compro un quaderno nuovo.

Un quaderno finisce, arrivo stremata all'ultima pagina di fogli scritti e consunti dal tempo, dalla fatica, dalla mia stessa calligrafia.
E non ne posso più.

La mia boccata d'aria sono i fogli nuovi, puliti. È scrivere su una pagina linda che al di sotto ne conta altrettante. Pagine, pagine vuote, intatte, su cui iniziare un nuovo capitolo.

Non farò errori.
Non sarò disordinata.
Mi impegnerò di più.
Userò le matite e le penne colorate.
Tutti i giorni, tutto il giorno.
Ogni giorno, ogni giorno.

È bello finire un capitolo e iniziare il successivo.
È commovente terminare un libro e comprarne un altro.
È soddisfacente completare un quaderno e inaugurarne l'ennesimo.

Ogni cosa, però, ha il suo lato negativo.

Quando inizi un quaderno nuovo è sempre difficile aver a che fare con le pagine a sinistra.
Dei fogli sì vuoti, ma che subiscono la pressione esercitata dalla penna sulla pagina precedente.
Dei fogli sì vuoti, ma che non hanno alcun tipo di supporto.

Per questo molto spesso mi ritrovo a mettere al di sotto della copertina il quaderno vecchio. Accostato al nuovo, mi serve da supporto affinché la penna scorra morbida sulla cellulosa.

Ma questo significa necessariamente iniziare il nuovo, tenendo conto del vecchio.
Affrontare un capitolo, guardando a ciò che hai già letto.
Acquistare un libro, ma il secondo di una saga.
Interfacciarti, in poche parole, ad una nuova esperienza portando con te tutto ciò che c'è stato prima.

È per questo che non scrivo mai sulla pagina a sinistra. La fisso come se mi disturbasse altamente farlo, come se io le cose che ho passato non le volessi più con me.

Voglio essere una persona nuova ogni mattina, appena apro gli occhi, senza tener conto dell'enorme quantità di frustrazione che riesco a trascinarmi a peso morto giorno dopo giorno.

Voglio avere un nuovo quaderno, senza dover necessariamente usare altro per supportare delle pagine su cui la penna fa attrito, su cui la vita non scorre.

Ma se la sensazione e l'ebbrezza della novità mi hanno sempre fatto bene, allora perché non riesco a godermi questa esperienza? Perché sto male, perché sono costantemente incazzata? Cosa sto sbagliando? Quale quaderno sto continuando a sfogliare in modo così ostinato e compulsivo?

Sospiro, rompendo la mia stessa bolla di rimuginamento e desolazione che tiro avanti ormai da qualche settimana, e che si è amplificata al pensiero di dover affrontare (tra le altre cose) delle lezioni supplementari per cui so già di non poter dare tutta me stessa.

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