𝟏𝟔. 𝐌𝐫𝐬. 𝐑𝐨𝐝𝐫𝐢𝐠𝐮𝐞𝐳

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Io e Nicolas avevamo finito per vederci quasi tutti i giorni

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Io e Nicolas avevamo finito per vederci quasi tutti i giorni.
Apprezzavo soprattutto il fatto che sfruttasse ogni momento stupido per farlo, una volta con la scusa di un mio quaderno finito per sbaglio nella sua borsa, l'altra per annunciarmi la scoperta di un'antica città Irachena, mi aveva anche fatto vedere l'immagine della suddetta, ma l'unica cosa che mi sembrava di aver visto era stata una buca sabbiosa, avevo sorriso verso di lui annuendo, consapevole di non averci capito un bel niente.

Mi piaceva passare tempo con lui, anche se in sua presenza avevo smesso di fumare. Mi metteva in soggezione, in realtá, l'idea di farlo davanti a lui, soprattutto dopo ció che mi aveva rivelato.

Preferivamo stare nelle panchine del campus, a volte mi sorprendeva con un cappuccino caldo, altre ancora con un bagel o una ciambella che smangiucchiavo giusto per farlo contento.

Quei momenti, seppur durassero poco erano anche quelli che preferivo.

Altre volte invece mi aveva proposto un incontro in biblioteca o in mensa, non erano mai appuntamenti ufficiali e in realtà mi andava bene così.
Non volevo metterci un'etichetta, benchè non avessimo mai accennato a rispondere alla domanda: 'Che cosa siamo tu ed io?'.
Mi andava bene così, anzi, non potevo chiedere di meglio, non ero mai stata brava con le relazioni, e rapporti umani in generale, c'ero andata vicina tanto tempo prima a provate quell'esperienza ma poi si era rivelato tutto un grosso scherzo.

Quella stessa paura di anni fa era tornata a tormentarmi da quando avevo iniziato a vedere Nicolas, ma avevo deciso drasticamente di non pensarci più, il passato non poteva e non doveva più avere potere su di me, anzi, le persone del passato ne avevano perso ogni diritto da un bel po'.

Per cui quel frequentarsi sporadicamente, messaggiarsi cose stupide e salutarsi con un fugace bacio sulle labbra, era anche meglio di ciò che potessi chiedere.
Per giunta con l'avvento dei mid-terms non avevo proprio tempo di impegnarmi a pensare a mettere una definizione a ciò che eravamo io e Nicolas.

Amici?
Più di semplici amici?
Fidanzati?
Persone che si frequentavano per il semplice piacere di stare insieme?

Giá mi scoppiava la testa.

Misi da parte quei pensieri.  Mi resi conto di star scorrendo con gli occhi nelle righe scritte in piccolo delle pagine di una vecchia edizione di 'Noi', il distopico di Evgenij Zamjatin, che avevo trovato nella biblioteca del campus.
Ripresi la lettura che fu nuovamente interrotta poco dopo da una Madison trafelata.

La rossa entró in camera sommersa da un'enorme scatolone che copriva metá della sua figura, mi alzai immediatamente per andare ad aiutarla, "Ti serve una..." cominciai, vedendola decisamente in difficoltà. "No,no, va tutto bene" rispose,ma crolló sul pavimento prima ancora che potesse finire la frase.

"Beh, si, vedo che te la stai cavando alla grande" mormorai guadagnandomi da lei un'occhiata che mi fulminó sul posto.
"Cè un cadavere lì dentro?" chiesi facendole notare le notevoli dimensioni della scatola.

𝐒𝐞𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐩𝐢𝐭𝐲|| 𝐕𝐢𝐧𝐧𝐢𝐞 𝐇𝐚𝐜𝐤𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora