Non potevo crederci.
Anzi, non volevo credere che qualcuno stesse disturbando in modo tanto orribile la mia siesta pomeridiana, ma purtroppo, era proprio così.
Sotto la scala, appoggiati al muro di uno dei porticati, nascosti alla vista di tutti, tranne che purtroppo alla mia, c'erano avvinghiati un ragazzo e una ragazza di cui vedevo chiaramente i busti. I due erano intenti a toccarsi ovunque e a gemere come non mai.
Erano le 12.47 di martedì pomeriggio, non potevo bearmi nemmeno di una sigaretta dopo essere scampata ad un'imbarazzante conversazione con Nicolas Bale, che due inutili idioti in calore stavano negandomi anche quel piccolo pezzo di pace che interrompeva il caos del campus.
Sbuffai, l'imbarazzo che stavo provando in quel momento era già fin troppo, visto che i gemiti di lei non accennavano minimamente ad abbassarsi di intensità, grugniti e urletti provenivano dalla sua bocca tant'è che il ragazzo le intimò di abbassare la voce più di una volta. Osai sbirciare oltre il parapetto della scaletta ma l'unica cosa che vidi furono gambe intrecciate e la schiena del ragazzo a coprire il corpo di lei.
Sbuffai sonoramente, non sarei stata io quella ad andarmene, questo era poco ma sicuro.
Dovevo trovare un modo per scacciarli e tornare tranquillamente a fumare la mia sigaretta, giá pericolosamente a metá.
Ci pensai su giusto qualche minuto prima di prendere una veloce decisione, anche abbastanza avventata,e fare la mia mossa.Lanciai distrattamente l'accendino oltre le inferriate facendolo atterrare a pochi metri da loro e provocando un rumore abbastanza sonoro da interromperli e farli voltare nella mia direzione, fu allora che incrociai lo sguardo di ghiaccio di Luke Anderson.
Un fugace sguardo di sorpresa attraversó entrambi quando i nostri occhi si scontrarono.
Io ero in piedi sulla scala e da un certo punto di vista la cosa più intelligente da fare sarebbe stata tornarmene immediatamente a sedere o al massimo scusarmi per averli interrotti, con la speranza di farli andare via; ma in quel momento, con Luke lì davanti, sentii che non potevo tirarmi indietro, non sapevo bene da cosa, ma la ridicola immagine del teatrino che aveva condotto in camera mia qualchr giorno prima mi costrinse a parlare.Improvvisai su due piedi.
"Oh merda" finsi sbadataggine sporgendomi oltre il parapetto della scalinata e osservando con una finta tristezza la macchiolina bianca dell'accendino sul terreno, "Cazzo quello stupido accendino" poi pretesi di posare per la prima volta lo sguardo su di loro.
"Oddio non vi avevo visti" risi civettuola, cosa che mi si addiceva talmente poco che furono subito chiare le mie intenzioni derisorie, quasi ci avevo preso gusto."Avete bisogno di qualcosa?" chiesi loro emulando forzatamente gentilezza, "Un preservativo forse?" conclusi con una punta di acidità ma senza mai abbandonare il mio tiratissimo sorriso.
Vidi il biondo puntare le iridi blu sulle mie e facendo spuntare il suo canonico ghigno.
Congedò la ragazza, una mora minuta che non aveva mai accennato a incrociare il mio sguardo, sussurrandole qualcosa all'orecchio che la fece ridacchiare e poi dileguare nell'imbarazzo più totale, alzai gli occhi al cielo per la bassezza di tale scena.
STAI LEGGENDO
𝐒𝐞𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐩𝐢𝐭𝐲|| 𝐕𝐢𝐧𝐧𝐢𝐞 𝐇𝐚𝐜𝐤𝐞𝐫
Romansa𝐒𝐞𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐩𝐢𝐭𝐲 || /ˌ𝐬ɛ𝐫(ə)𝐧ˈ𝐝ɪ𝐩ɪ𝐭𝐢/ Mia Cresswell ha iniziato la sua nuova vita alla Stanford, lasciandosi alle spalle Hood River, una cittadina dell'Oregon, dove aveva vissuto la sua infanzia. Ma la Mia di Hood River non esisteva pi...