"Davvero un bello spettacolo" ripetè Luke mentre usciva dalle ombre del suo portico, rivelandosi.
Il suo viso illuminato dalla luna, nella penombra, era sciolto in un ghigno.
Notai che aveva una sigaretta in mano, che portó all bocca espirandone il fumo in un gesto disinvolto, per quello forse si trovava giá lì.
Espirai anche io dalla mia rabbiosamente mentre mi sistemavo sullo scalino, per evitare che la gonna del vestito scoprisse ció che non doveva.Quando Nicolas aveva inziato a dire quelle cose senza senso aveva appena transitato nella via in cui si affacciava anche la casa di Luke e quando avevo deciso che ne avevo abbastanza delle sue stronzate, avevamo superato la sua villetta da poco, mi ero fiondata nel vialetto come una scheggia, ma senza un motivo apparente.
In quel momento avevo solo desiderato mettere distanza tra me e Nicolas, mi sentivo ferita come non mai e soprattutto il mio orgoglio e la mia dignità sembravano essere stati fatti a pezzi.
L'idea di essermi rifugiata a casa di quel coglione di Lucas mi faceva sentire anche peggio. Quello che mi pareva ancora più tremendo era che la conversazione che avevo avuto con lui pochi giorni prima, sembrava essersi rivelata non del tutto una bugia.
Non sapevo perchè l'avevo fatto, in effetto, soprattutto visto il malumore che scorreva tra noi due da quando lo avevo conosciuto.
Ma dovetti anche ammettere a me stessa, seppur con difficoltà, che per la prima volta in quella sera, trovarmi in quel luogo, mi faceva quasi sentire al sicuro, scaldata da un calore inspiegabile dopo che il freddo quasi inumano di quell'immensa casa che era la magione dei Bale mi aveva congelato le viscere.Sentii Luke sedermisi vicino nello scalino, "Finito l'incantesimo?" domandó sardonico mentre distendeva le gambe davanti a se.
"Non iniziare, non è aria" tagliai corto sbuffando in alto il fumo della sigaretta e sistemandomi i ciuffi di capelli dietro le orecchie in modo frenetico.
"Sei nel mio portico fino a prova contraria" mi fece notare con una punta di ironia nella voce, sapevo che aveva ragione e non avevo modo di giustificare le mie azioni, a me in primis, figuriamoci a lui.
"Hai ragione, me ne vado" decisi che per quella sera ne avevo avuto abbastanza, ero esausta, fisicamente e mentalmente, non potevo sopportare di avere un inutile battibecco anche con Lucas Anderson, mi era decisamente bastata Tessa Bale.
Feci per alzarmi ma sentii la sua mano chiudersi sul mio polso, in una morsa di ferro, come al solito le sue mani avevano il medesimo tocco gelato di sempre, mi ritrovai a chiedermi se nelle sue vene scorresse davvero del sangue.
Lo sguardo mi svettó immediatamente verso la sua mano, mentre il suo si inchiodava al mio, impedendomi di fare anche un solo passo.
"Puoi restare, non ti stavo chiedendo di andartene" la voce ridotta ad un sussurro pronto a disperdersi nel freddo della notte, ma colsi della sinceritá nelle sue parole e non seppi dirmi perchè, forse perchè sopraffatta da tutto quello che era accaduto quel giorno, forse a causa della stanchezza, mi risedetti, non prima di essermi liberata dalla sua stretta e aver messo distanza tra i nostri corpi in quello scalino.
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𝐒𝐞𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐩𝐢𝐭𝐲|| 𝐕𝐢𝐧𝐧𝐢𝐞 𝐇𝐚𝐜𝐤𝐞𝐫
Romance𝐒𝐞𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐩𝐢𝐭𝐲 || /ˌ𝐬ɛ𝐫(ə)𝐧ˈ𝐝ɪ𝐩ɪ𝐭𝐢/ Mia Cresswell ha iniziato la sua nuova vita alla Stanford, lasciandosi alle spalle Hood River, una cittadina dell'Oregon, dove aveva vissuto la sua infanzia. Ma la Mia di Hood River non esisteva pi...