𝟐𝟗. 𝐁𝐫𝐞𝐚𝐭𝐡𝐞

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"Camille" disse Luke in direzione della voce

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"Camille" disse Luke in direzione della voce.
Mi voltai distogliendo lo sguardo da lui per puntarlo sulla nuova arrivata.

Una ragazza slanciata, dai lunghi boccoli biondi se ne stava ferma tra Luke e il palco, con un vestitino rosso che la faceva sembrare una bambola di porcellana. Sorrideva affabile nella sua direzione, studiandolo come si studia l'ultimo pezzo di torta sul piatto.

Corrugai la fronte.
Non mi piace. Pensai.

"Camille DeWitt" ripetè Luke con genuina sorpresa.
"Ciao" fece lei mostrando un sorriso perfetto. Il biondo si allontanò immediatamente scrollandosi Finn di dosso con poco garbo e si fiondò ad abbracciarla.

"Come stai?" fece lei non appena si furono staccati. "A dirla tutta alla grande, Camille" fu Finn ad intromettersi tra i due, non avevo notato avesse lasciato il suo posto accanto a me fino a che non lo vidi in mezzo a quei due.
"Oh Finn, che piacere rivederti" fece lei col sorriso più finto che avessi mai visto.

"Chi è quella?" Domandò qualcuno accanto a me. Non riuscii a distogliere lo sguardo dal pittoresco quadretto che si stava svolgendo a pochi metri da me, ma risposi comunque.
"Bella domanda, me lo chiedevo anche io" feci precipitosamente, le parole quasi mi scapparono dalla bocca.
Quando mi accorsi di quello che avevo detto mi girai allarmata per trovare Jade accanto a me con le braccia conserte intenta a studiare quella scena con lo sguardo più truce che le avessi visto in faccia.
La osservai stralunata, poi anche lei, tanto quanto me, sembrò essersi resa conto di quel che aveva detto e si girò del tutto allarmata, "Ah-Ah scherzavo" fece cercando di depistarmi ma era avvampata talmente tanto da aesserle diventate viola anche le punte delle orecchie.

Se ne scappò prima che le potessi chiedere altro.
Mi girai a osservare quei due, che ancora parlavano concitatamente tra di loro, lei toccava il braccio di Luke che la guardava come se fosse un monumento bellissimo ed imponente.

Sbuffai.
"Vado a bere"  comunicai a Jade che osservava i tre che chiacchieravano animatamente poco distante da noi.

Volevo dell'altro vino dopo la figuraccia che avevo appena fatto.

***

"Ciao. Un vin brûlé grazie" dissi al cameriere sedendomi sullo sgabello del bancone.
Tirai fuori il cellulare, mentre aspettavo che il ragazzo spuntasse nuovamente col mio bicchiere fumante.

La schemata del cellulare segnalava una chiamata persa da un numero sconosciuto. Aggrottai le sopracciglia.

Ancora? Che insistenza 'ste pubblicità, pensai.
Non potei pensare oltre alla cosa perché il barista tornò col mio bicchiere. Lo ringraziai e ne tirai un lungo sorso che subito mi rilassò i sensi.

Quasi gemetti dalla goduria.

Roteai sullo sgabello reclinabile e appoggiai la schiena sul bancone. Adesso avevo la completa visione dell'intera locanda...ma comunque non riuscivo a vedere...
Che pensieri stupidi, scrollai la testa e ripresi a bere.

𝐒𝐞𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐩𝐢𝐭𝐲|| 𝐕𝐢𝐧𝐧𝐢𝐞 𝐇𝐚𝐜𝐤𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora