CAPITOLO 16

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"C'è un precipizio vuoto tra me e tutti gli altri. Ci muovo le braccia dentro ma non afferro niente, getto dei gridi ma nessuno li sente: è il vuoto assoluto".

( Italo Calvino )



Picchietto nervosamente le dita sul bancone del bar nella speranza che il rumore frenetico delle unghie possa sovrastare quello della musica e fornire le risposte ai miei problemi.
Non so neanche del perché siamo qui dentro così presto, vorrei soltanto che Noah non si presentasse, o che venisse qui a lamentarsi del fatto che sono stressante e difficile da seguire e che quindi ci rinuncia. 

A momenti mi strozzo con la mia stessa saliva. Sono davvero così codarda? Preferisco davvero che qualcuno si stanchi di me pur di non prendere una posizione?

«Due Martini!» Jenny arriva sedendosi al mio fianco. La lunga chioma rossa è raccolta in una coda alta e gli occhi verdi, per la prima volta, non sono truccati, mentre le labbra carnose sono in tinta con i capelli rosso fuoco.

«Credo di aver bisogno dell'intera bottiglia» mormoro nervosamente. 

«Tranquilla» sussurra carezzandomi il viso e sistemando una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio. Mi osserva così attentamente che ho il timore di avere qualcosa fuori posto. 

«Sky, vorrei parlarti.» 

«Dimmi pure» con la mano faccio segno di proseguire mentre inizio a sorseggiare il mio Martini.

«Se non ti dispiace vorrei parlarne fuori» senza attendere una mia risposta si alza e si dirige verso l'esterno. A malincuore lascio il mio Martini mezzo pieno sul banco e a fatica la seguo tra la folla, con le luci ad intermittenza che non danno una mano.
Arriva poco dopo l'ingresso posteriore del locale, quello meno affollato e dove solitamente ci si riunisce per fumare. A braccia conserte poggia il fianco destro e il capo sul muro accanto. 
I suoi occhi provano a parlarmi, ma dovrò essere sorda perché non capisco assolutamente nulla.

«Come stai?» chiede con un leggero sorriso.

«Bene. Possiamo passare direttamente alla parte in cui mi dici di cosa dobbiamo parlare? Perché sto morendo dall'ansia.»

Ridacchia nervosamente mentre abbassa lo sguardo sulle dita che muove in maniera frenetica tra di loro. 

«Volevo concludere il discorso di ieri sera» Ammette sottovoce.

«Sono tutta orecchi!» Fremito dalla voglia di sapere eppure non capisco il perché di tanto mistero.

«Non so come iniziare questo discorso, non sono neanche certa che lo comprenderai fino in fondo ma devo provarci.» Vorrei interromperla e dire che non c'è nulla che io non comprenda, ma non mi sembra adesso il momento di dare adito al mio tratto egocentrico. Jenny passa nervosamente la lingua tra le labbra per inumidirle, poi riprende. «É dura anche trovare le parole adatte, ma da qualcosa dovrò iniziare. E inizio col dirti che la persona che mi interessa è una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto.»

Mi osserva in attesa di una risposta ma sono davvero in difficoltà, perché non mi ha praticamente detto nulla.

«Gli hai detto cosa provi?»

Sorride quasi malinconica scuotendo il capo. «Ho provato a dirmi che quello che provo è sbagliato, che non dovrei amare qualcuno che ha già una relazione e che non è giusto tentare con qualcuno distruggendo la felicità di un'altra persona. Ma non so davvero come fingere ancora, Sky.» Si avvicina lentamente scollandosi finalmente da quel muro. «Credimi che ho provato a reprimere ciò che provo, ma è arrivato il momento che tu lo sappia.» 

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