La musica rimbomba nelle mie orecchie e nella mia testa mentre io, con la matita, traccio i tratti distintivi di un volto.
Lancio uno sguardo all'orologio appeso alla parete e noto che sono le 2.45 di notte.
Domani mattina devo andare a scuola ma non riesco proprio ad abbandonarmi nel mondo nei sogni, ho troppa paura di quello che accadrà come nelle
notti precedenti.Provo a far cambiare la rotta ai miei pensieri e mi riconcentro sul disegno che sto facendo.
È quasi una settimana, ormai che vado avanti così, passo notti e notti a fare disegni, a leggere o a studiare cose che non ci hanno ancora detto di imparare, tutto per evitare di ritrovarmi quello scenario assai terrificante.
Passano alcuni minuti e la mia vista incomincia ad annebbiarsi dal stanchezza e la mano incomincia a cedere alla stanchezza.
Decido di cambiare attività, quindi di mettermi a leggere ma non faccio in tempo che cado in un sonno pieno di incubi.
"Sono in una villa in stile gotico e sto passeggiando tranquillamente per quello che sembrerebbe essere un salone, il mio lungo vestito color melanzana striscia sul pavimento fatto di piastrelle dai motivi geometrici.
Il suono dei tacchi rimbomba in tutta la struttura ultra centenaria che apparentemente sembra essere vuota.
L'atmosfera non è una delle migliori, anzi, sembra essere molto macabra e spaventosa.
Dopo aver camminato per un po' di tempo, mi ritrovo davanti delle scale enormi che portano ai piani superiori, dove ci sono le stanze dei padroni di casa e degli ospiti.
Decido di salire sopra e incomincio ad esplorare il piano.
Sembra avere solo camere da letto e qualche bagno, quando inaspettatamente apro una porta e noto che ha una scala che porta a un ulteriore piano di sopra.
Salgo le scale lentamente, tenendomi il vestito che mi ostacola un po' i movimenti e mi ritrovo in una soffitta piena di oggetti vecchi e fuori
uso.Molti di essi sono ricoperti da dei lenzuoli bianchi, pieni di polvere, che vengono illuminati dalla luce della luna che entra da una piccola finestrella posta sulla parte superiore del muro.
Ma la cosa che più mi colpisce è un quadro.
Questo quadro, raffigura una giovane donna dai tratti facciali assai dolci e delicati contornati da dei lunghi capelli color pece e gli occhi castano scuro, quasi uguale al nero, con indosso un vestito blu cobalto con alcune decorazioni fatte in oro.
I suoi occhi sembrano fissare, spaventati, qualcosa al loro fianco.
All'improvviso la figura nel quadro si volta verso di me, trasformando i tratti dolci del viso di quella ragazza, in qualcosa di alquanto demoniaco.
Indietreggio, spaventata quando una mano dai lunghi artigli esce dal quadro e mi afferra il viso.
Urlo terrorizzata e sento una voce dire:<<Stanno venendo a prenderti.>> "
Mi risveglio, immersa in una pozza di sudore, con il cuore che sembra voler uscire dal petto da quanto batte forte.
É cambiato qualcosa nel sogno, penso con il fiato intanto che cerco il telefono.
Afferro il mio cellulare e noto che sono le 5.53 di mattina.
Faccio un respiro profondo cercando di calmarmi per poi alzarmi per andare a fare una doccia.
Esco da camera mia, portandomi dietro anche gli abiti che avrei utilizzato quel giorno per poi posarli sul davanzale che c'è in bagno.
Mi svesto dal mio pigiama color pervinca fatto di seta e mi butto sotto la doccia.
L'acqua bollente scorre velocemente lungo il mio corpo come fanno i miei pensieri nella mente.
Non riesco a capire perchè continuo a sognare questa cosa.
Ma poi chi è che sta venendo a prendermi e perchè?
Chiudo l'acqua ed esco dalla doccia e successivamente passo la manica del mio accappatoio sul vetro appannato dello specchio.
Un sospiro stanco lascia le mie labbra e incomincio ad indossare la mia uniforme scolastica.
Mi pettino i capelli per poi fare una treccia velocemente e copro le occhiaie con un po' di fondotinta.
Esco dal bagno e ritorno in camera dove afferro lo zaino e il cellulare e vado in cucina a far colazione.
Come ogni giorno sul bancone della cucina ci sono solo due toast e un bicchiere di succo d'arancia con un bigliettino vicino.
Prendo il bigliettino e lo leggo:
"Buongiorno tesoro, scusaci se non ci saremmo al tuo risveglio ma siamo andati a vedere come sta la nonna,spero che la colazione si ha di tuo gradimento.
Ci vediamo a pranzo, Buona scuola, mamma e papà"Guardo l'orario e vedo che mancano ancora tre quarti d'ora alle otto, quindi decido di prendermela comoda a fare colazione.
Mentre do' un morso al toast, scrivo un bigliettino di risposta ai miei genitori, dove li ringrazio per la colazione e che non si devo scusare che capisco la situazione.
Finito di fare colazione metto a lavare il bicchiere e il piatto per poi afferrare il mio zaino e incominciare a dirigermi verso scuola.
Cammino lentamente intanto che invio un messaggio alla mia migliore amica, Yun Cheong.
Io e lei ci conosciamo dai tempi dell'elementari e siamo molto legate, se lei sta male, io ci sono per lei ed viceversa, io sono felice, lei è felice per me e cosi via, a mio parere questo vuol dire essere amici.
L'amicizia è un rapporto basato su fiducia, io mi fido di te come tu ti fidi di me, ecco come descriverei l'amicizia.
<<Mi-Young!>>sento la voce di Yun, in lontananza, che urla il mio nome.
Mi giro e vedo che si sta per lanciare a dosso a me e io mi metto l'anima in pace sapendo che cadremo entrambe.
Spalanco le braccia e lei mi salta addosso facendoci finire per terra mentre tutte le persone ci guardano come se fossi due pazze.
Ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere.
Dopo aver finito, ci rimettiamo in piedi spolverando le nostre gonne e incominciamo a parlare.
<<Come stai, Yun?>>le chiedo lanciandole uno sguardo sorridendo.
La ragazza si sistema i capelli mentre mi risponde:<<Tutto bene e tu? Ti vedo stravolta, non mi dire che è per quell'incubo che hai incominciato a fare di recente.>>
Annuisco e affermo esausta:<< Questa volta è cambiato qualcosa però...>>
Yun fa un accenno del capo per poi esordire con tono di voce serio:<< Perchè non ne parli con i tuoi genitori? Forse saprebbero dirti che cosa significa. Tua madre non sapeva interpretare i sogni?>>
<<Ultimamente, non ci sono quasi mai, o sono a lavoro o dalla nonna ma li capisco.>>asserisco guardando la strada davanti a me.
La castana fa per dire qualcosa ma io la interrompo:<<Vabbè, sarà solo una cosa passeggera.>>
Lei commenta un po' titubante con un <<sicuramente>> per poi entrare a scuola.
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The sweet melody of our love - K.Sunoo
FanfictionÈ incominciato tutto per caso, solo con un sogno. Un sogno che odiavo e non riuscivo a capire il perché continuassi a farlo, che mi stava facendo letteralmente impazzire. Un sogno che mi spaventava e mi lasciava senza fiato e con il batticuore ma se...