Cat And Bird Game

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Che giornata di merda!

Non solo quella sorta di carbone ambulante non crede ad una singola parola che gli dico, ma adesso anche il Nomuo ci mancava!


Ah, ma adesso quel bastardo mi sente!


Atterrai sul tetto del palazzo concordato per il nostro incontro, non appena mi vide sparò una delle sue solite fastidiose frecciatine.
«Per essere uno che si vanta di essere l'Hero più veloce del paese sei sempre in un ritardo mostruoso!»

«Fottiti! Niente è andato secondo i piani!» gli grido, lui sembrava divertito dalla mia sfuriata «Oh, ma davvero?»
In un impeto di rabbia gli puntai alla gola una piuma affilata come una lama.
«Pensavo che avessimo un accordo, Dabi» mi sorrise, un sorriso inquietante quanto sfacciato «Ed io pensavo che ti fossero rimaste solo le piume più deboli»



Possiamo giocare in due a questo gioco, bastardo.



«Non mi presento di certo disarmato ad un incontro con un impostore. - gli faccio notare con un sorriso - Doveva essere in una fabbrica sulla costa, non in piena città! E vogliamo parlare di quel Nomuo? Era di un livello completamente diverso da quelli affrontati finora! Certe cose dovresti dirle in anticipo!»

Lui rise di nuovo. Avevo una gran voglia di prenderlo a pugni su quel suo faccino deteriorato.

«Devo essermi dimenticato di avvisarti del cambio di programma. Colpa mia...»


Grandissimo figlio di una...


«E comunque non sono l'unico a non aver rispettato i patti: avevi promesso di portare un "tizio forte". Non mi sembra che portare il Numero Uno sia il massimo per un test, non credi?» e si scostò la piuma dalla gola con l'indice.
«L'hai ferito gravemente, dovresti esserne felice. E poi non sono io quello che si è rimangiato la parola.»

Quel dannato sorrisetto che aveva si ampliò.
«Ingenuo da parte tua pensare che mi sarei fidato di te, l'Hero numero Due, così su due piedi. Questo test è servito anche a capire se eri degno di fiducia, mi dispiace per te ma non sei passato...»
«Ma di che vai blaterando?»

Lui rimase in silenzio per qualche istante, giocherellando con le sue fiamme, accendendo e spegnendo la fiammella sul suo medio come una sorta di accendino ambulante.
«E allora dimmi, Hawks, per quale motivo oggi non ci sono state vittime?» chiese alzando un sopracciglio, spavaldo «Mi risulta difficile credere che qualcuno che simpatizza per la nostra causa, volti le spalle ad un'opportunità come questa.»

«E hai anche le palle di chiedermelo? Devo mantenere le apparenze! Non posso tradire la fiducia che i cittadini ripongono in me in quanto Hero! Più fiducia avranno in me maggiori saranno le informazioni che riceverò, informazioni che - guarda caso - fanno comodo a voi! Almeno potresti fare lo sforzo di vedere l'insieme delle cose!»

Il suo viso cambiò finalmente espressione, assumendone una di totale noia.
Mi passò accanto raggiungendo la porta che dal tetto dava alla scalinata.
«Comunque sia, per il momento non sognarti neanche lontanamente di incontrare il mio capo.»
Una risposta secca, che non ammette repliche, detta senza neanche guardarmi in faccia.
«Tutto quello che faccio è per la Lega, Dabi! Non dimenticarlo!»

Da dietro la sua spalla mi arrivò un occhiata gelida, prima che se ne andasse dicendomi solo: «Mi farò vivo io, Hawks» e chiudendosi dietro la porta del tetto, lasciandomi lì in piedi come un'idiota.

Cazzo!



«Questo piano è una vera merda! Quelli della Commissione hanno veramente il cervello bacato!» mi lamentai mentre sorvolavo la città illuminata dalle sfavillanti luci notturne senza che qualcuno potesse sentire i miei sproloqui.

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