Bonus Chapter - "That" Kind Of Thoughts

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I raggi del sole del primo mattino entrarono dalla finestra, andando a colpire proprio i miei occhi, stanchi dalla sera precedente.

Stanco e confuso, ecco come mi sentivo.

Per quanto cercassi di dimenticare ciò che era accaduto, non riuscivo proprio a rimuovere dalla mia mente quel bacio scambiato con Ryousei.

Quelle labbra così rosee, quell'espressione arrossata e innocente, ma che trasudava lussuria da ogni poro. La sensazione delle sue mani sulle mie spalle e delle mie sulla pelle delle sue cosce, il morbido delle sue mutandine in pizzo...

Erezione di prima mattina? Presente!

Affondai la faccia nel cuscino per cercare di bloccare i fastidiosi raggi di luce, optando per stendermi a pancia in giù. Pessima idea. In quel modo il durello mattutino che avevo veniva premuto dolorosamente contro il materasso, costringendomi a muovere i fianchi alla ricerca di un po' di sollievo. Anche quella, pessima idea!

Mi ritrovai a fissare il soffitto della mia camera da letto, mani sulla faccia per bloccare la luce ed una inopportuna erezione che premeva sui boxer per uscire.

Decisamente la giornata non è cominciata bene.

Più cercavo di pensare a qualcos'altro e più i miei pensieri andavano sempre a ricollegarsi a quel fantomatico bacio. Bacio alla quale lui non si era opposto, precisiamo. Anzi, mi ci aveva tirato lui in mezzo a quella situazione!

Era come se avessi perso il controllo del mio stesso corpo. Per una stupida insinuazione, una battutina di poco conto, gli ero letteralmente saltato addosso e poco ci è mancato che non andassi oltre. Stranamente il suono di quel cellulare è stato provvidenziale.

È stato…strano. Non strano in senso brutto. Solo stranamente…strano.

Se mi concentravo riuscivo ancora a sentire quelle soffici labbra sulle mie, il sapore di ciliegia sulla lingua. Le mie ali ebbero un fremito al ricordo del suo tocco, così gentile e delicato e al tempo stesso perfido e seducente. La morbidezza delle sue cosce, accompagnata dalla sensazione del pizzo, sui miei palmi in una lenta e sensuale carezza.

Quella voce, acuta e strascicata, implorante di averne ancora e ancora, sempre di più.

«Keigo.»

Un'ondata di brividi mi percorse tutto il corpo, mi tirai a sedere sul letto di scatto, come una molla, arrivando a stamparmi uno schiaffo dritto sulla guancia.

Cosa cazzo ho appena pensato?!

Mi costrinsi a scacciare quel pensiero, sostituendolo con qualsiasi altro, purché fosse ugualmente piccante. In fondo avevo già un erezione palpitante in mezzo alle gambe, che non se ne sarebbe andata tanto presto volendo essere realisti, perché combatterla?

Chiusi gli occhi e regolarizzai il respiro, lasciai scendere una mano lungo gli addominali fino all'elastico dei boxer, lasciando che la mia immaginazione facesse il resto.

La mia mente mi mise davanti alle cosce, chiuse e con collant strappati, di una ragazza con un costume da coniglietta che le sfregava tra loro per combattere l'umidità nascosta in mezzo. Aveva il respiro affannato, tremante, intriso di puro piacere.

Nella mia testa gli occhi scorrevano in su, sulla quella figura magra e snella. Le piccole mani si aggrappavano alle lenzuola come se da quelle ne dipendesse la vita. Lo sguardo salì al seno e lì mi resi conto che era piatta, il costume le aderiva perfettamente al petto, quello sì, ma non aveva neanche un accenno di tette.

Ma che diavolo…?

La visuale si alzò ancora e quello che vidi era rosso. Capelli rossi. Sparpagliati sul materasso a ventaglio, sulle sue spalle e su una guancia, il cerchietto con le orecchie da coniglio che pendeva sbilenco da un lato. Le guance rosse dall'imbarazzo, gli occhi bruni lucidi e languidi di piacere.
E il colpo finale: la bustina di un preservativo tenuta tra i denti, chiaro invito a prendermi il suo corpo e dargli piacere.

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