Who Will Laugh At The End ⚠️

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⚠️Questo capitolo contiene menzione di violenza⚠️

«Un Quirk di manipolazione della materia, eh? Interessante» disse l'uomo ricoperto di bruciature, «Curioso però che non sia riportato nei suoi dati anagrafici.»

«Già, molto strano...» gli feci eco con un finto sorriso.

Avrei preferito tenere tali informazioni private, soprattutto se quelle informazioni mi erano state dette in maniera confidenziale.

«E così, gli ideali del Fronte gli stanno stretti?» fece Dabi, rilasciando una densa nuvola di fumo di sigaretta dritta sulla mia faccia. «Eh già!», dissi sventolando una mano per diradare il fumo, «E a quanto mi è parso di capire è fermo sulle sue convinzioni»

Il moro mugugnò prendendo un altro soffio della sua sigaretta, «Così sembra...» il suo sguardo glaciale incontrò il mio, un sorriso beffardo gli alzò l'angolo della tumefatta bocca.

Cosa avrà da sorridere così?

«Non ti credo neanche un po', uccellino»

«Non è un mio problema, fiammifero»

«Se quel ragazzino è così contrario, come sostieni tu, sarà lui stesso a dircelo», gettò per terra il mozzicone ormai esaurito e lo pestò con lo stivale. «E questo cosa vorrebbe dire?», al mio tono inquisitore seguì un ghigno dei suoi, «Vedrai, uccellino. Vedrai molto presto...»





Chissà cosa avrà voluto dire con quella frase.

Non avevo tempo di starci a pensare, preso com'ero a fermare dei rapinatori armati fino ai denti.

Ne avevo affrontati tanti di criminali nella mia carriera ma questi erano fottutamente recidivi, per ogni volta che li spedivo a terra loro si rialzavano per buttarsi nuovamente nella mischia.

Alla fine della fiera era solo un tale con un Quirk che gli permetteva di creare una copia di chi toccava. Ero riuscito a catturarlo mentre se la dava a gambe in un disperato tentativo di salvarsi, assicurandolo alla polizia che, guarda il caso, era già nella zona.

«Ma guarda chi si vede, Edgeshot.», l'Hero in questione stava scambiando alcune parole con un poliziotto, si voltò a guardarmi con quella sua espressione imperturbabile.

«Non ricordavo che questa fosse la tua zona.»

«Non lo è infatti.», rispose con tranquillità, quasi come se avessi detto una cazzata e mi stesse correggendo, «Stavo tornando da un intervista televisiva quando da un combini non lontano è scoppiata una violenta rissa, la polizia era già stata chiamata per sedarla ma sono intervenuto lo stesso.» spiegò l'uomo.

«Sempre ligio al dovere, eh?» scherzai, «E quanti brutti ceffi hai assicurato alla giustizia?»

«Erano ragazzi, dell'età del liceo. - specificò - Erano in quattro, tre sono scappati ma uno è rimasto.» e voltò il capo per guardare alla persona dentro la macchina d'ordinanza. Girai anch'io la testa nella stessa direzione, volendo vedere quale teppistello si stesse pisciando i pantaloni dalla paura nella macchina.

Il cuore mi si fermò in gola.

Ryousei!

«Quando gli altri tre sono scappati via ha tentato di aggredirmi. Mi ha insultato, urlato contro e ha anche provato a rifilarmi un pugno.»

«Tentata aggressione a parte il ragazzo non ha rubato alcunché dal combini, e la proprietaria ha affermato che si stava solo difendendo.» s'intromise nella conversazione un agente, sfogliando accuratamente il suo taccuino. «Lo portiamo alla centrale solo per qualche delucidazione, dopodiché verrà rilasciato»

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