«La neve è bella solo se stai in casa a guardarla...», reprimetti uno starnuto, stringendomi di più nel tepore del mio giubbotto.
Erano passati pochi giorni da Natale e da allora non avevo più visto quel ragazzo, chissà, forse la neve e il freddo pungente avevano debilitato anche lui.
La cosa avrebbe dovuto rallegrarmi, non avrei passato ore di lavoro extra a salvare il suo ingrato culo e cercare di ragionare con lui, invece la cosa mi preoccupava.
Quel ragazzo è una mina vivente.
E per aggiungere la beffa al danno quel fiammifero bruciacchiato non era contento delle scarse informazioni che gli portavo.
Se quel ragazzino sparisce senza traccia per giorni che cazzo vuoi che faccia io?!
È vero che, durante il nostro ultimo incontro, le cose avevano preso una piega sbagliata. Da come parlava non credo che vedesse di buon occhio qualsiasi figura autoritaria.
Io non ero stato da meno, avevo alimentato la fiamma della sua rabbia, il tutto per uno stupido cartellone pubblicitario.
"Ti dò una bella notizia: non ho bisogno di essere salvato, ho smesso di sperarci da anni ormai"
Quella frase continuava a ripetersi nella mia testa come un disco rotto, creando e sommando ulteriori domande a quelle di cui non riuscivo ancora a trovare una risposta.
«Quel ragazzo è un vero mistero...»
Scesi dal tetto su cui mi trovavo per continuare la ronda a terra, una vera noia, ma sempre meglio che congelarmi il culo a stare in aria tutto il tempo.
Mi godevo la tranquillità di quella sera, tra uno starnuto e l'altro, con la neve che poco a poco ricopriva tutto con il suo candido mantello.
Un rumore improvviso ruppe quella quiete. Sembrava che qualcuno si stesse divertendo a rovesciare i bidoni della spazzatura in un vicolo vicino.
Forse è solo un senzatetto.
Infilai la testa nel vicolo, solo per assicurarmi che non ci fosse niente, notando con la coda dell'occhio una figura accasciata tra i rifiuti.
«Ehi, tu laggiù, va tutto bene?», il mio richiamo sembrò scuotere la persona lì accasciata, come se si fosse svegliata da un sonno.
La figura si alzò barcollando, come se non avesse energie, appoggiando una mano al muro come supporto. Solo quando riuscì a rimettersi in piedi, e il cappuccio dello smanicato cadde indietro, rivelando una massa spettinata di capelli rossi, riconobbi quella persona.
Altro che senzatetto...
Girò piano la testa nella mia direzione, inciampando nei suoi stessi passi cercando di apparire disinvolto, «Io? Sto benissimo, non si vede?», francamente parlando non sembrava affatto stare bene.
Aveva la pelle pallida, più di quanto ricordassi, gli occhi stanchi e leggermente arrossati con dei leggeri segni violacei che li contornavano, come se non avesse dormito per giorni.
«Tu non stai affatto bene», gli feci notare, lui scosse le spalle come se avessi detto una battuta divertente, «E da che cosa lo noti?» rispose sarcastico.
«Stai tremando.» gli risposi con convinzione, lui si irrigidì, colto in fallo, ma continuò a mentire sulla sua "salute di ferro".«Io sto benissimo! Non ho bisogno che tu mi faccia da balia! - fece un gesto con la mano per scacciarmi - Sciò, sciò! Torna a fare il pagliaccio di fronte ai tuoi ammiratori» e cercò di andarsene, trascinando i piedi e, occasionalmente, appoggiandosi alle pareti. Con me dietro che lo seguivo.
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Matters Of Chemistry
Fanfiction«Mi domando, perché mai fra tutte le persone a questo mondo, io corra proprio appresso a te.» Lui rise, gambe a penzoloni dalla ringhiera. «È semplice.» mi rispose con un sorrisetto furbo «È una questione di chimica, Hawks» Ryousei Haguci, 17 anni...