Chapter twenty five.

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Era di nuovo mattina, un giorno perfetto per alcuni, un altro giorno qualunque per molti, e un altro giorno di schifo per me. Quando mi svegliai restai stesa a letto, come sempre, per almeno dieci minuti. Mi decisi, poi, ad alzarmi così scostai le coperte e mi misi dritta guardando i miei piedi.
Dopo aver fatto un salto in bagno mi vestii indossando un paio di semplici jeans e un maglione di cotone blu. Pettinai i miei lunghi capelli e scesi in cucina dove mio zio stava bevendo una tazza, credo di cappuccino.
<<Ciao zio>> dissi accennando un sorriso.
<<Buongiorno Mel, stai meglio?>> chiese alludendo a ieri. Annuii anche se non era vero. Non andava bene niente.
<<C'è del latte nel frigo, vuoi che te lo faccia?>> chiese alzandosi e indicandomi con il pollice l'elettrodomestico dietro di lui.
<<Si grazie>> risposi. Avevo fame dato che la sera prima non avevo mangiato.
<<Okay...vuoi anche del cioccolato?>>
<<No, preferisco i cereali se ce ne sono>>
<<Si sono nello sportello lì a destra>> disse mentre versava il latte in una tazza e la metteva nel microonde.
Andai verso la credenza e presi la scatola dei cereali e la misi sul tavolo, poi mi sedetti.
<<Allora...come va a scuola?>> mi chiese dopo un paio di minuti imbarazzanti.
<<Bene...anche se sinceramente è da una settimana, se non più che non ci vado>> dissi metre lui mi porgeva la tazza con il latte caldo.
<<Grazie>>
<<Prego, comunque se stamattina non hai niente da fare in particolare potresti venire con me in negozio, ti va?>> mi chiese sedendosi anche lui.
Ci pensai su e infondo non era una brutta idea, quindi accettai con un cenno del capo. Lui sorrise e prese un cornetto alla crema mordendolo.
Quando finii mi alzai e salii nella mia stanza per lavarmi i denti. Legai i capelli in una crocchia disordinata e scesi.
<<Zio io sono pronta!>> lo avvertii mentre mi mettevo il giubbotto di pelle nero.
<<Eccomi qui, andiamo?>> mi chiese raggiungendomi.
Annuii e uscimmo.
Dato che la macchina ce l'aveva mia zia e il motorino Liam andammo al negozio con l'autobus. Dopo circa 15 minuti arrivammo ed entrammo.
<<Ciao David...chi è quella ragazza?>>
<<Sta tranquillo Phillip, è mia nipote. È venuta a trovarmi e invece di lasciarla sola a casa l'ho portata qui, magari ci aiuta>>
<<Salve>> dissi alzando una mano velocemente.
<<Ciao, io sono Phillip>> disse porgendomi la sua.
<<Melanie>> risposi stringendola.
<<Phillip è venuto quel signore a ritirare l'ordine?>> chiese mio zio andando dietro il bancone dove stava la cassa.
<<Non ancora, deve ritirarlo oggi pomeriggio>>
<<A giusto, alle 21:30>>
Mentre quei due parlavano di lavoro io iniziai a fare un giro per i banconi pieni di dolci. Ho sempre sognato di lavorare in una pasticceria, ma dato che sono davvero golosa, soprattutto di dolci, è meglio che mi tenga alla larga. Sarei la rovina per un negozio del genere.
Mentre guardavo una delle tante torte spettacolari, fatta interamente di pasta di zucchero, mio zio mi raggiunse.
<<Allora...ho un lavoretto perfetto per te, così almeno non ti annoi ed eviti di mangiarti le ordinazioni>>
Ridacchiai portandomi una mano sulla bocca.
<<In cosa consiste?>> chiesi curiosa.
<<Consegneee!>> disse mettendomi un cappellino con il logo del negozio sulla testa.
<<Di là c'è una maglietta, mettila. Io inizio a caricarti il furgone>>
<<Ma..>>
Cercai di dire qualcosa ma lui si allontanò con un sorriso divertito stampato in faccia. Alzai gli occhi al cielo. Era incredibile come Liam assomigliasse a suo padre.
Andai verso la porta dietro al bancone e l'attraversai ritrovandomi in una grande cucina dove già c'erano alcune persone che lavoravano. Quest'ultime mi lanciarono uno sguardo curioso. Li guardai imbarazzata e andai verso un'altra porta che portava in una stanza con diversi appendimi e un bagno. Trovai la maglietta di cui parlava mio zio su una panchina di legno e la presi, poi andai in bagno e la indossai mettendo la mia dentro la borsa che avevo con me.
Quando uscii l'appesi ad un appendino e uscii.
<<Allora, ecco qua tutte le ordinazioni con i rispettivi orari, dolci e vie. Sii veloce ma prudente e cerca di non fare tardi>>
<<Accidenti, sono molto bisognosi a quanto pare>> dissi aggrottando le sopracciglia e guardando il taccuino che mi aveva dato.
<<Si, molto. Adesso vai>> detto questo mi spinse fuori dalla porta di servizio.
Uscita fuori mi guardai in torno nel grande parcheggio dove c'era solo un furgone con su scritto il nome del negozio in un corsivo nero. Mi sistemai il cappello dalla visiera e montai su. In realtà non avevo la patente per poter guidare un mezzo del genere, ma chi mi avrebbe mai fermato per controllare?
Una volta salita misi in moto e partii, non era poi così tanto difficile.
Guardai la prima via che c'era scritta sul taccuino e impostai il navigatore, che era incorporato alla macchina, per andare là.
Arrivai di fronte ad una casetta color rosa antico con il cancello bianco. Era una casa davvero graziosa.
Scesi e suonai al citofono, poco dopo mi rispose un'anziana donna.
<<Si? Chi è?>> chiese.
<<Buongiorno, ho un...qualcosa di dolce da consegnare>> dissi incerta.
<<Arrivo>> rispose la donna per poi chiudere.
Pochi minuti dopo me la ritrovai davanti.
<<Salve, le prendo la...torta?>>
Andai verso il cofano e lo aprii per poi prendere una delle tante torte dentro la confezione con su scritto il cognome della donna.
<<Vuole che gliela porto dentro?> le chiesi guardandola.
<<Oh grazie, prego di qua>> disse facendomi strada. Quando entrai la lasciai sul tavolo, lei mi pagò dandomi anche una mancia e poi la salutai.
Tornata sul furgone ripartii diretta verso un altro cliente.

Loving HimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora