Chapter three.

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Il giorno dopo era tornato tutto come prima e la litigata fu dimenticata.

Dopo la scuola decidemmo di andare con Tatiana ed Alice a mangiare un panino al McDonald. Passare del tempo insieme era sempre piacevole, ma tutti sanno che il McDonald era la meta di molti ragazzi, infatti dopo poco tempo incontrammo quelle oche di Britney & company con Allan e Colin.

Naturalmente non gli rivolgemmo la parola, però ogni volta che mi giravo vedevo che la Stone e Pritchard sogghignavano e ridacchiavano guardando me e Zain. 

Subito pensai a quello che aveva detto Frank. Mi dava fastidio che la gente pensasse di me e Zain in quel modo, dovevo trovare un modo per far capire a tutti che si sbagliavano. 

'Che te ne frega?' mi ripeteva la mia testolina.

‘Risposta? Mi frega e anche tanto.’

Non credo di aver avuto risveglio migliore di quel giorno. Ero accucciata nel mio letto caldo, il piumone tirato fino al mento e la faccia affossata nel morbido cuscino. Ad un certo punto sentii la mano calda di mia madre che mi accarezzò la testa. Si mise vicino a me e mi abbracciò.

<<Piccola, svegliati devi andare a scuola>> mi sussurrò dolcemente. 

Mi girai verso di lei lentamente e mi stiracchiai mentre mi sorrideva. 

<<La colazione è pronta, ti aspetto giù>> si alzò e dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia uscì. 

Quando finii di prepararmi scesi e quasi urlai per la sorpresa. 

<<I pancake!!!>> urlai correndo a sedermi mentre mia madre rideva. 

Niente e dico niente era migliore dei pancake caldi con la nutella la mattina. 

Uscita di casa montai sulla mia moto e partii. 

Arrivata a scuola, mezza congelata ma va bene, misi l'allarme come al solito ed entrai, o meglio stavo entrando quando qualcuno mi arrivò addosso.

<<Ei! Sta attento cavolo!>> gli urlai contro mentre mi risistemavo lo zaino sulle spalle.

Mi girai a vedere chi era stato il grande imbecille che non guardava dove metteva i piedi e rimasi stupita quando davanti a me trovai una ragazza. Aveva i capelli mossi, lunghi fino a sopra il seno di un biondo cenere. Gli occhi color nocciola e la carnagione scura, ma non troppo. Non l'avevo mai vista a scuola. 

<<Scusa avevo fretta e non ti ho vista>> disse raccogliendo dei fogli che le erano caduti dopo lo scontro. 

Mi abbassai e la aiutai a raccoglierli mentre mi ringraziava. 

<<Comunque io sono Valerie, piacere>> disse porgendomi la mano che strinsi. 

<<Melanie Holmes, sei nuova vero?>> le chiesi. 

<<Già, sono arrivata una settimana fa>> disse con il suo tono leggermente civettuolo. Veniva dalla Francia, si poteva perfettamente capire dal suo accento. 

<<Parigi?>> 

<<Deauville>> 

<<Normandia>> 

<<Esatto>> 

La guardai per alcuni istanti mentre lei faceva lo stesso. Mi sorrise poco dopo mostrando una fila di denti bianchi e dritti. Sembrava una di quelle modelle uscite da una rivista. 

<<Entriamo va, qui i prof non sono molto tolleranti sul ritardo>> dissi entrando nell'istituto. 

L’accompagnai fino alla segreteria, dato che non sapeva dove fosse, dopodiché la salutai e mi avviai in classe. 

Loving HimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora