Chapter fourteen.

1.2K 63 1
                                    

Avete presente quando durante una giornata apparentemente normale, succede qualcosa così strana e impossibile da sconvolgervi profondamente? Bene, io si. E infatti ancora oggi non ci posso credere.

Tutto quello che era successo a casa di Zain preferii non raccontarlo a nessuno e in più sembrava che il moro avesse dimenticato tutto. Meglio così. Credo.

Alle sette meno tre minuti mia madre entra nella mia stanza sbattendo la porta e aprendo le tende facendo entrare la luce mentre io mi coprivo fin sopra la testa con il piumone.

<<Buongiorno cucciolotta di mamma! Svegliati sennò la colazione si raffredda>> annunciò a gran voce tutta contenta, cosa molto strana dato che lei come me la mattina era più che incazzata. Incuriosita dalla grande vivacità di mia madre scostai il piumone e la guardai. 

<<Avanti amore>> si avvicinò e mi lasciò un grosso bacio sulla fronte. 

‘Ok dov'è mia madre? Cosa le avete fatto?’

<<Mamma perché sei così contenta?>> chiesi alzandomi.

<<Contenta? Ma no tesoro sono solo...serena>> rise e abbandonò la mia stanza senza chiudere la porta. Ovviamente. Ci fosse mai stato qualcuno che chiudesse la porta.

Siccome io la mattina di mettermi a pensare al comportamento delle persone non c'ho la benché minima voglia, mi diressi in bagno.

Finito di prepararmi feci lo zaino e scesi in cucina per la colazione. Appena varcata la soglia non ci volevo credere. La tavola era piena di puncake, frittelle con nutella e al centro una grande torta al cioccolato.

Sbarrai gli occhi e guardai mia madre.

<<Mamma-mi fermai guardando ancora quel ben di Dio- si può sapere che cazzo ti è preso?>> dissi calcando molto la parola 'cazzo', lo faccio quando devo rafforzare i concetti.

<<Niente tesoro...tranquilla...>> disse anche se un sorrisetto contenuto la tradiva.

<<Non me la racconti giusta...perché hai preparato la colazione per l'esercito di Mulan?>> dissi indicando la tavola.

<<Perché mi andava...su avanti dimmi che non mangeresti niente di tutto ciò>> 

<<Ovvio che mangio qualcosa, mi è una fame assurda solo a guardare. Ma voglio sapere perché oggi sei così strana>> 

<<Te l'ho detto...non ho nulla. Su avanti mangia che ti accompagno>> feci spallucce arrendendomi e mi sedetti.

<<Grazie mamma a più tardi>> scesi dall'auto e di corsa entrai a scuola. Ero più che in ritardo.

Entrai cercando di non farmi vedere da nessun bidello o professore o ancora peggio vice preside e raggiunsi la mia classe, ma proprio mentre stavo per aprire la porta il preside in persona mi coglie in flagrante. 

<<Holmes, di nuovo in ritardo>> disse con le braccia conserte.

<<Già. Mi scusi>> mi avvicinai a lui e sospirai sapendo che sarei dovuta entrare a seconda. 

<<Venga, non si preoccupi>> mi mise un braccio intorno alle spalle e andammo nel suo ufficio. 

Il preside era un grande amico di mia madre. Andavano insieme in quella stessa scuola per questo con me e con alcuni ragazzi era più “clemente”. Ma poi era un tipo apposto il preside, non dava punizioni troppo severe e organizzava gite spettacolari. A volte è capitato che facesse anche da supplente quando mancava un professore e molti raccontavano che era davvero bravo anche come professore, in fondo il preside non è questo?

Loving HimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora