Twenty-oneth Chapter

470 15 5
                                    

Se c'è qualcuno che non ha paura di nulla, quel qualcuno sono io.
Sarà per come sono cresciuta, sarà per il mio carattere, ma non sono la tipica femminuccia che si fa male e si fa accudire.
Sono così intelligente e sana di mente da avermi fatto passare il dolore alla caviglia, non del tutto, ma in buona parte.
Come ho fatto?
Mi sono messa a girare il giardino di casa, rialzandomi nuovamente in piedi qualora dovessi cadere, ed è così che oggi posso mettere i tacchi.
Perché?
Oggi c'è un testa a testa tra giocatori del passato e giocatori attuali dell'Inter, e tanto per cambiare mio papà e Nicolò saranno presenti.
Io sono ospite d'onore, essendo trasmessa a InterTV.
Continuo a rigirarmi davanti a quello specchio con appese intorno le foto con le mie persone più care.
Il vestito mi piace, ma gli accessori?
Vada per l'oro.
Borsa, e via.
Esco di camera per dirigermi in salotto.
"Sei pronta Agus?" chiedo a mia sorella che scende le scale.
"Che ne pensi?" risponde alla mia domanda con un'ulteriore.
"Che alla tua età io giravo per San Siro con la maglia 22 e tu indossi tute di Donatella Versace" commento, provocando una risata della ragazza.
"Eva, mi fai il nodo alla cravatta?" mi richiede Leandro raggiungendoci in salotto.
Annuisco con il capo e sistemo la parte superiore della camicia del ragazzo.
"Diego Alberto è pronto o dobbiamo ancora aspettare?" urlo a voce alta per farmi sentire da mio padre.
"Si è pronto" risponde unendosi a noi.
"A pranzo poi mangiamo con i Zanetti" aggiunge.
"Chissà perché me l'aspettavo" commento.

Inter group: Ehy, stasera cena di squadra, non mancate😉

Ecco, lo sapevo.
Posso rilassarmi dopo una giornata fuori? Ma assolutamente no.
La giornata è andata bene, c'è stato questo confronto tra alcuni attuali giocatori dell'Inter e alcuni dell'Inter del Triplete.
Naturalmente, il tutto organizzato da me.
Volevo confrontare due generazioni di giocatori che ho visto giocare con i miei occhi, la prima con occhi meno esperti, ma l'ho vista.
Sono talmente svogliata che chiedo un passaggio.
Vediamo chi mi passa a prendere.

Pazzi come la Beneamata🖤💙

Passaggio?

Epic🐊🤔
Al pieno

Lauti💙
Io evi

Lauti, come al solito.
Metto una tuta rossa abbastanza fresca con una scollatura a V.
Borsa, tacchi, gioielli, trucco, parrucco e ci sono.
Esco di casa e salgo sulla Ferrari dell'Argentino che già mi aspettava.
"Buonasera" lo saluto.
"Ti vesti sempre in maniera più provocatoria" commenta lui osservando il mio outfit.
"Non ne vedo motivo" fingo.
"Si certo" ironizza.
Mette in moto e sfrecciamo verso Piazzale Lodi, dove ci aspettano Achraf e Romelu.
Sostiamo di fianco al marciapiede e i due giocatori salgono in auto.
"We belli" saluta Rome.
"Buonasera" lo asseconda Achraf.
"Ciao" rispondiamo in coro io e Lautaro, prima che quest'ultimo spinga sull'acceleratore verso City Life.
Durante il tratto interrotto da code e semafori, scappano delle conversazioni interrotte talvolta dalla radio che risuona le note di canzoni differenti tra loro.
Arriviamo davanti al ristorante e l'auto spegne il motore, consentendoci di entrare nella struttura.
Entrati nel locale salutiamo la squadra sedendoci ai nostri rispettivi posti.
Tra Adele e Milan.
"Sempre più piccante la ragazza" commenta a caldo Adele squadrandomi.
"Ma smettila" la zittisco sedendomi.

"Hai il mascara sbavato" afferma Adele fissando il mio occhio.
"Oh cazzo" esclamo interrompendo il mio pasto.
"Vado in bagno a sistemarlo" affermo.
Mi alzo dal mio posto e percorro le scale che conducono al piano di sotto, dove si trova il bagno.
C'è un piccolo corridoio con diverse porte e poi uno specchio gigante sopra dei lavandini.
Correggo la sbavatura del mio mascara mentre in sottofondo percepisco la canzone di Lorenzo Fragola: # fuori c'è il sole

[...]
E le notti passate a fare cazzate
I film dell'orrore, quattro risate
Non sai che fortuna passarle con te
[...]

Con te.
Alla fine tutto porta a te.
Anche se mi copro con tutte le maschere che possiedo, non riuscirò mai a nascondere e negare il mio amore per lui.
Ha lasciato un segno dentro di me, come un tatuaggio che non va via, come la cicatrice che Harry porterà a vita, come un evidenziatore che non lascerà mai più quelle frasi del libro di storia.
Premo il pulsante di accensione del cellulare e mi fermo a fissare la nostra foto che ho impostato come sfondo di schermata di blocco.
D'un tratto sento una serratura bloccarsi.
Mi giro di scatto.
"Che ci fai qui?!" esclamo vedendo l'uomo sulla soglia della porta.
"Voglio parlarti" risponde.
"Di cosa?" continuo a domandare con aria furiosa.
"Voglio finirla con questo gioco" inizia avvicinandosi pian piano "continui a vestirti in maniera provocatoria per suscitare una reazione da parte mia" spiega.
Cammino lentamente in sua direzione.
"Non sono mica io quella che posta foto con le modelle ma poi ha solo me in testa, perché non ce n'è una come me" reggo il gioco girando attorno a lui e sottolineando con la voce la parola "una".
Già, perché un sacco di modelle e fotografe continuano a postare foto con lui.
Nicolò Barella si lascia: chi non si catapulta?
"Non sai cosa ti farei" afferma squadrandomi mordendosi il labbro inferiore.
"Hai iniziato tu questo stupido gioco, finiscilo tu" sussurro al suo orecchio innocentemente.
"Oh, al diavolo l'orgoglio" esclama prendendomi per i fianchi e iniziando a baciarmi con foga.
Mi erano mancate le sue labbra.
Ricambio il bacio facendogli capire che non mi dispiace.
D'un tratto mi stacco lasciandolo ancora ansimante.
"Tempo scaduto" affermo con una smorfia di sfida lasciando la stanza.

Mi sto annoiando.
Tutti sono al karaoke ma a me annoia.
Credo che me ne andrò.
Vediamo se a Nicolò piace giocare.

He💙

Non ti stai annoiando?

Mi annoio da 3 settimane di fila

Io tanto😐

Dove vuoi arrivare?

Io? Da nessuna parte

Va bene, tra 5 minuti fuori davanti alla mia auto.

Bingo.
Adesso mi diverto io.
"Io vado Dè" saluto la mia amica per poi alzarmi dalla sedia.
Scendo le scale ed esco dalla struttura.
Mi avvicino alla BMW nera e mi appoggio alla portiera sbloccando il cellulare in attesa.
"Ti piace venire in macchina con me?".
"Mi piaci tu" rispondo aprendo la portiera ed entrando nell'auto.
Mette in moto e partiamo verso casa mia.
Si ma lui non conosce le mie intenzioni.
Ti pare che vado a dormire a casa mia dopo quello che ho fatto prima?
No.
Arrivati all'incrocio che separa la strada per casa mia a quella da casa sua, mette le freccia verso destra.
"Dove vai?" chiedo.
"Ti accompagno a casa" risponde.
"Gira a sinistra e zitto" ordino.
Lui mi fissa per un attimo e poi torna a fissare la strada sorridendo, eseguendo il mio ordine.
Arrivati davanti casa sua scendiamo dall'auto e ci avviamo verso la porta.
"Cosa vuoi fare?" chiede Nicolò.
"Farti impazzire" spiego.
Apre la porta ed entriamo nell'abitazione.

Continua...

"Just Friends" | Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora