Twenty-second Chapter

503 16 8
                                    

Da quanto tempo qui.
Sfilo il cappotto e lo appendo all'attaccapanni, come per la borsa.
Tolgo le scarpe e le lascio per terra in un angolo.
"Mi abbassi la zip?" chiedo come al solito.
Lui si avvicina, accettando.
Mi giro lentamente verso la porta e sposto i capelli dalla schiena.
Sento il suo respiro caldo e lento sul mio collo.
Sfiora con la punta delle dita la mia pelle, e sussulto per il contatto.
"Hai paura del mio tocco?" sussurra al mio orecchio.
"Ho paura che qualcun altra donna lo provi" rispondo abbassando la testa.
"Non succederà" inizia a lasciarmi dei baci lungo il collo e scendendo sulle spalle.
Nel frattempo le sue mani abbassano la zip della mia tuta scoprendo la mia schiena rimasta coperta solo dal reggiseno.
Mi giro verso di lui e lo fisso negli occhi per svariati secondi.
Secondi silenziosi, in cui i nostri occhi che si scontrano parlano più di quanto riesca a fare la voce umana.
Si parlano, si mangiano, si desiderano.
Poi, quasi come un segnale d'istinto, entrambi avviciniamo il proprio viso per sfiorare le labbra dell'altro.
Cosa che non viene a mancare, ma subito le nostre labbra si scontrano in una serie di baci pieni di passione e sommersi dalla foga.
Mentre continuo ad accarezzare le sue labbra le mie mani scivolano sulla sua camicia, che inizio a sbottonare bottone per bottone.
Lui, ricambiando il gesto, fa scivolare le spalline della mia tuta giù per il corpo, facendo raggruppare il tessuto tutto sul pavimento.
Sposto le braccia in alto e cingo il suo collo con queste.
Lui sposta le mani in basso prendendomi dalle cosce e tirandomi su.
Ci spostiamo in camera sul letto per proseguire il nostro gioco.
Lo fermo e mi abbasso per sfilare la sua cintura e abbassargli i pantaloni.
Mi rialzo e riprendo a baciarlo.
"Non credo di resistere" sussurra tra un bacio e l'altro il sardo.
"A cosa?" chiedo.
"A te" allora lo sfido premendolo col corpo verso la testiera del letto, riprendendo a baciarlo.

Che fastidio, c'è un rumore orrendo dietro al mio orecchio.
Oddio, ma è il mio cellulare.
Apro gli occhi di botto e mi alzo per prendere il telefono dalla scrivania di fronte al letto.
Però che freddo.
Vabè, sono nuda.

📞
Adele: Eva, sei sveglia?
Eva: Si
Adele: Tra mezz'ora ti aspetto in sede da me, lavoro affidato all'ultimo secondo
Eva: Cazzo, fammi preparare e arrivo
📞

Mi metto velocemente i vestiti di ieri, e vado a bere qualcosa.

Lascio un bigliettino a Nicolò.
Buongiorno❤️ Mi hanno chiamata stamattina per un articolo, devo correre. Ci sono dei pancake sul piano cottura, mangiali.
Buona giornata, a dopo❤️

Mi avvicino al letto e mi abbasso per lasciare il biglietto nelle sue mani.
Gli lascio un bacio sulle labbra ed esco.

"Finalmente!" esclama Adele vedendomi.
"Dede, non puoi capire" cerco di spiegare ansimante.
"Perché hai i vestiti di ieri?" chiede.
Cazzo, e ora?
"Beh, io...ho fatto tardi! Mi sono svegliata 10 minuti fa e ho messo la prima cosa che trovavo" mi invento velocemente.
Squilla il telefono.
"Chi è?" domanda curiosa.
"Un essere" dico cercando di nascondere il nome alla ragazza "un attimo".

📞
Eva: Pronto signor Smith, mi dica
Nicolò: Dove sei?
Eva: Sono stata chiamata all'Artmouse per uno spot da prima copertina
Nicolò: Chi c'è con te?
Eva: Me l'ha proposto Adele Zanetti
Nicolò: Va bene. Ah, Brozo mi ha chiesto perché non gli ho risposto ieri sera, glielo dico?
Eva: Non dica niente! È un progetto segreto
Nicolò: Va bene, a dopo amore
Eva: A dopo signor Smith
📞

Amore.
Ho le farfalle nello stomaco come se fosse la prima volta.
Ah, Nicolò Barella!
"Mettiamoci a lavoro" afferma Adele.

"Andiamo ad Appiana?" propone la mia migliore amica all'uscita dal palazzo Artmouse.
"Si, ma prima passiamo da casa mia, devo cambiarmi" affermo.
Passo da casa e mi cambio, sono da ieri con questa tuta, ha origliato fin troppo stanotte.
Arriviamo al centro sportivo e ci sediamo a vedere gli allenamenti.
Lo vedo lì, mentre si muove agevolmente con la palla ai piedi.
I suoi polpacci.
Le sue braccia.
Se ripenso a tutto quello che è successo ieri notte, non mi sembra vero.
Io, lui, i nostri respiri incrociati, i nostri sguardi innamorati, i nostri corpi attaccati.
"Eva, contieniti, non guardarlo" mi sgrida Adele.
Fosse così semplice Ade.
"No, non lo stavo guardando" mi giustifico.
In realtà lo sapevano anche i muri che lo stavo squadrando.
"Bene ragazzi per oggi avete finito" urla il Mister.
I ragazzi si dirigono pian piano verso gli spogliatoi.
Adele va avanti a salutare suo padre.
Scendo dagli spalti.
Nicolò, rimasto l'ultimo in campo, mi fa cenno di seguirlo.
Faccio come ordinato e mi dirigo sotto gli spalti in un angolo.
"Ciao bellezza" mi saluta.
"Ciao uomo da sogno" ricambio il saluto.
"Che fai stasera?" chiede.
"Pomeriggio lavoro con Ilaria D'Amico, poi sono libera" rispondo.
"Io devo vedere una fotografa" afferma.
"Chi?" divento improvvisamente seria.
"Mi pare si chiami Irene Montini" spiega.
"Fammi vedere Instagram" faccio per prendere il telefono.
"Occhio" commento bloccando il cellulare.
"Certo capo. Ti aspetto stasera" dice per poi lasciarmi un bacio a stampo e incamminarsi via.

Nel pomeriggio ho lavorato con la mia collega per un concorso.
Ora sto andando da Nicolò.
Parcheggio davanti casa sua e scendo dall'auto.
Vedo la porta aprirsi e la figura di una donna allontanarsi dall'ingresso.
"Non credo che ti apra, deve rivestirsi" mi dice questa.
Crede veramente che io ci caschi?
"Non ne ho bisogno grazie, ho già le chiavi" rispondo alzando il braccio e mostrando la chiave.
Quella mi guarda male e se ne va.
Apro la porta e appendo il cappotto all'attaccapanni.
"Si sta rivestendo" scimmiotto la frase di prima a voce alta.
"Che succede?" chiede Nicolò sdraiato sul divano.
"Quella là fuori mi ha detto che dovevi rivestirti e non potevi aprirmi la porta" spiego la situazione.
Lui scoppia in una risata.
"Non l'ho manco fatta entrare che alla fine se n'è andata perché l'hanno chiamata" dice tra una risata e l'altro.
"Sono esausta" affermo buttandomi sul divano.
Squilla il telefono.

📞
Eva: Pronto?
Ilaria: EVA, CI HANNO RISPOSTO
Eva: GIÀ?! L'ABBIAMO MANDATO 15 MINUTI FA IL PROGETTO
Ilaria: Gli è piaciuto. Domani sera partiamo una settimana per Londra
Eva: Sono felicissima!
Ilaria: Anch'io, ci vediamo domani
Eva: Ciao Ila
📞

"Che succede?" chiede Nicolò.
"Ci hanno prese per il progetto, domani parto per Londra!" esclamo.
"A Londra?".
"Si".
"Quanto tempo?" domanda.
"Una settimana" rispondo.
"Mh" afferma.
"Mh cosa?" chiedo.
"A Londra ci sono tanti calciatori" commenta.
"Quindi?".
"Eh, quindi sono geloso".

Continua...

"Just Friends" | Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora