Twentyth Chapter

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Non riuscirò a dormire.
Sono le 2 di notte ma sono ancora qui sul divano.
Ho letto 50 pagine di un libro a caso e sfogliato 5 album di famiglia di Adele.
Ma niente.
Credo che mi stenderò nel letto, almeno mi riposo.
Alla fine mi hanno costretta a dormire con Nicolò, nello stesso letto.
Apro la porta della stanza e la richiudo dopo essere entrata.
Come vorrei che Nicolò fosse davanti a me per premermi alla porta e baciarmi.
Invece no, dorme.
Frugo nel guardaroba di Adele per trovare una camicia da notte da indossare.
Tolgo il pantalone e la maglietta e indosso l'indumento.
"Ma guarda a questo senza maglietta" commento guardando Nicolò sul letto.
Mi siedo sul letto ma ricordo che ho il cellulare ancora impostato al fuso orario Argentino.
Mi serve un orologio.
Il suo telefono.
In teoria non potrei, ma in pratica è come aver chiesto l'orario a lui.
Accendo lo schermo per controllare l'ora, ma una notifica risalta al mio occhio.

Instagram
@claudiavilla ti ha mandato un messaggio in direct: Ciao Nico😘 Ti alleni ad Appiano Gentile vicino Como, vero?🤪

"Ti alleni ad Appiano Gentile vicino Como, vero?" ripeto ad alta voce scimmiottando.
Mi sdraio nel letto.
"Vieni vieni, che te lo faccio visitare io Appiano Gentile" continuo a commentare la notifica.
"Ti faccio vedere se ti ci avvicini" concludo.
Improvvisamente il ragazzo accanto a me scoppia in una risata.
"Che stronzo eri sveglio" realizzo.
Lui continua a ridere, mentre io lo fisso con le braccia conserte.
"Serial Killer la ragazza" mi sfotte.
"Perché, non mi conosci?" chiedo.
"Oh sì, e ti cambierò anche" afferma.
Rido.
"Vorresti cambiarmi?".
"Esatto. E inizierò ora".
"Vediamo" lo sfido.
"Ti farò dormire" spiega.
"Non ci riesco" contrattacco.
"Stenditi e sistemati come vuoi, chiudi gli occhi e pensa a un ricordo che ti possa prendere" mi dà indicazioni.
Rifletto per qualche secondo e poi accetto.
Mi stendo sul lato sinistro e incrocio lo sguardo del sardo per qualche secondo, per poi chiudere gli occhi.
Tra tutti i ricordi, scelgo lui.

Flashback

Luglio 2019
Appiano Gentile
Eva Milito, 19 anni

"Eva, il nuovo giocatore, devi intervistarlo" mi riporta alla realtà la voce di Javier.
"Si zio, ora vado" rispondo.
Mamma, che ansia.
Sono la prima ad intervistarlo, ed è la mia prima intervista ad un calciatore.
Mi sono laureata da poco, questi grandi incarichi ancora non li riesco a portare.
Mi guardo allo specchio del bagno.
I capelli piastrati.
Gli occhi verdi.
La tuta nera.
Possiamo andare.
"Scusa, dove devo andare per l'intervista al nuovo giocatore?" domando a un fotografo dello staff.
"Lì dietro, lui c'è già" mi indica.
"Va bene, grazie" ringrazio per dirigermi nella direzione.
Un po' di ansia ce l'ho.
Mi avvicino alla figura più alta di me.
"Ciao, salve" saluto in ansia come al mio solito.
La figura di gira e un ragazzo dai capelli marroni chiari e gli occhi castani mi squadra.
"Piacere Eva" continuo porgendogli la mano destra, staccandola dalla cartelletta.
"Nicolò" risponde con un sorriso a 32 denti ricambiando la stretta di mano.
"Quanti anni hai? Non ho mai visto una giornalista piccola come te" domanda.
"19" rispondo "effettivamente è la mia prima intervista, sono agitata" affermo allargandomi come al mio solito.
Ci sistemiamo sulle postazioni e il regista avvia la live dell'intervista.
"Bentornati qui a Inter TV, sono Eva Milito e questa è la prima di una lunga serie di interviste da parte mia" introduco.
Ho ripassato questa presentazione per ore.

Finita l'intervista mi alzo dalla mia poltrona.
"Sei la figlia di Milito il calciatore?" chiede il sardo.
"Si esatto" confermo.
"Ecco perché sei piccola per fare la giornalista" afferma.
"Ehy, io la laurea l'ho sudata, l'ho presa dopo 1 anno e mezzo di università" lo rimprovero.
"Perdonami" si scusa sorridendo.
"Spero di vederti nella cena di squadra sabato" dico senza pensare a quel che la mia bocca ha espresso.
"Non mancherò" risponde facendomi l'occhiolino, per poi allontanarsi.

Fine Flashback

Mi sveglio e mi guardo attorno.
Nicolò ancora dorme.
Mi alzo e mi avvicino in cucina dove i miei amici stanno facendo colazione.
"Buongiorno" saluto stropicciandomi gli occhi.
"Non dormi la prima notte eh?" mi sfotte Lautaro.
"Mi ha fatto addormentare..." mi giustifico arrossendo con la voce ancora assonnata.
"Non voglio sapere come" afferma Romelu.
Lo guardo male.
Mi siedo sullo sgabello e sblocco lo schermo del cellulare.

Instagram
@adelezanetti4 ti ha taggato in una storia

La guardo.
Le mi guarda ridendo.

@adelezanetti4 amici stretti

iO nOn Lo VoGlIo VeDeRe PiÙ1!1!1! cit

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iO nOn Lo VoGlIo VeDeRe PiÙ1!1!1! cit. Eva
sisi

"ADELEEEEEEE" grido alla vista della storia "CANCELLALA" ordino.
"Tranquilla, è negli amici stretti" mi tranquillizza.
"Mangiamo che poi devo andare ad Appiano" affermo.
"Perché?" chiede Achraf.
"Infatti, non devi lavorare" aggiunge Lautaro.
"Deve semplicemente prendere per il culo Villa" sbuca Nicolò.
"Ma chi? La fotografa?" chiede Romelu.
"Si" confermo.
"Mangiamo allora" se la ride Adele.

Arrivati ad Appiano, i ragazzi si allenano,  mentre io e Adele restiamo nella hall.
Non c'è nessuno, deserto.
Eccolo, il momento che aspettavo.
Squilla il citofono del cancello.
Adele fa per premere il pulsante di apertura ma la fermo.
Mi alzo dalla poltrona e mi dirigo verso l'entrata.
Apro il cancello.
"Claudia Villa?".
"Si, ciao, c'è per caso Nicolò Barella?" chiede lei.
"Certo, seguimi" la invito a seguirmi.
Non credo abbia capito chi sono.
Le faccio strada per il campetto dove sono quei pochi ragazzi.

Pov di Nicolò
Giochiamo a passaggi, giusto per mantenerci attivi, ma siamo pochi e non facciamo molto.
All'improvviso Romelu si avvicina.
"Mi fa paura, sembra il diavolo" afferma guardando dietro di me.
Mi giro e vedo Eva seguita da quella mezza fotografa, Claudia.
"Il diavolo veste Prada" aggiungo.
"Non sbavare amico" mi rimprovera dandomi una pacca sulla spalla.
"Nico, ti desiderano" mi 'annuncia' Eva.
"Ciao Nicolò" saluta Claudia.
"Ciao" rispondo.
"Posso vedere il tuo allenamento?" domanda.
"Come vuoi" le dico indifferente.
Il tutto sotto lo sguardo infuocato di Eva.
A momenti l'iride le diventa rosso, da verde.

Pov di Eva.
"Ma, tu chi sei?" mi chiede quella fotografa sedendosi a qualche centimetro da me sugli spalti.
"Eva Milito" rispondo.
Le se spalancano gli occhi.
"Ah, mi dispiace che vi siate lasciati" afferma.
"Si, e io sono la Regina Elisabetta" commento stufata.

A termine "allenamento" mi alzo di scatto per uscire, ma inciampo per terra.
"Che stronza" grido contro la ragazza che ha messo il piede sulle mie gambe.
"Cosa vorresti insinuare?!" esclama.
"Non sai vincere una guerra e quindi cerchi di indebolire il nemico" dico.
Tento di rialzarmi, ma cado nuovamente per terra.
Credo di essermi slogata una caviglia.
"Eva stai bene?" accorrono i miei amici.
"Non riesco a restare in piedi" spiego.
Prendendomi da sotto le braccia mi alzano in due.
"A mali estremi, estremi rimedi" afferma Nicolò prima di prendermi in braccio in modo da portarmi.
"No dai ce la faccio" rispondo impaurita dall'improvviso distacco dei piedi dalla terra.
"Non se ne parla" insiste incamminandosi verso l'uscita.
"Ciao eh!" urla furiosa la fotografa.
"Hasta luego" rispondo.
Nicolò mi posa sul sedile della sua auto e mi accompagna verso casa.
"Dove la accompagno?" chiede.
"Dove posso cadere a terra perché domani abbiamo un evento e devo mettere i tacchi" esclamo.
"Cioè?" chiede chiarimenti.
"Mi metto a camminare cadendo perennemente abituando la slogatura" spiego.
"Ti fai male" afferma.
"No, non preoccuparti" lo tranquillizzo.
Quanto lo amo.

Continua...

"Just Friends" | Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora