(Non fate caso a tutto quello che leggerete, è frutto della mia immaginazione e, se non vi dovesse piacere ciò che scriverò, passate avanti e non rompete, grazie🧡)
"Carlotta, tesoro cos'hai? Non vedevi l'ora di tornare a casa, di lasciare questo po...
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P.O.V Carlotta Con una certa ansia, arrivai insieme a Jack nel posto del terrore, o almeno, io lo definivo così, non ci mettevo piede da quel lontano Aprile, quando ancora stavo bene. Jack cerca un hotel, mentre mi lascia da sola per le strade e la mia migliore amica lo accompagna. A nessuno dei due piace questo posto, invece a me si. Cammino percorrendo ogni ricordo mentalmente. Non è cambiato nulla, se non il mio modo di vedere questo posto, prima e adesso. Ricordo il modo schifoso in cui osservavo le case, le persone e i loro vestiti, sperando di andarmene al più presto da lì, ma poi, quando lo incontrai, era combattuta sul voler andare ma anche rimanere.
Mi fermo quando di fronte a me c'è la sua casa, dove trascorrevo la maggior parte del tempo. Ho amato le decorazioni ma allo stesso tempo le ho odiate. Chissà se lui è cambiato, come sono cambiata anch'io. Ma che senso ha entrare? Però se non entrassi, perché allora mi sono fatta dieci ore di viaggio in macchina?
Lentamente mi avvicino alla casa, bussò alla porta di legno verniciata da poco. La porta si apre da sola, proprio come negli horror.
"C'è qualcuno?" Domando entrando piano piano. Nessuno risponde e non sento passi avvicinarsi a me. Salgo le scale, salendo al secondo piano, entrando nel suo studio. Come già immaginavo, non è cambiato nulla. La scrivania ha ancora il lato destro rovinato. Sopra ad esso ci sono dei fogli vuoti, una penna al suo fianco, la lampada, con un po' di polvere sopra. Mi siedo sulla sedia di pelle, è ancora morbida come quella mattina, che gli "rubai" il libro che mi piaceva tanto. Sulla scrivania c'è una chiave, la prendo e guardo la serratura.
La chiave non è della porta, forse è del mobiletto al mio fianco. Inserisco la chiave nella serratura del terzo cassetto, giro e si apre. Ci sono dei fogli, con dentro tutti i pezzi che compongo la sua bellissima lettera. Ci sono parti che non ho mai letto, altre cancellate e impossibili da leggere. Rimetto tutto al suo posto, per poi avvicinarmi alla libreria.
Guardo i libri che ci sono, anche le sue letture non sono cambiate, invece lei mie si. Da adolescente amavo i romanzi rosa, quelli talmente dolci da farti venire il diabete solo guardando la copertina, ma dopo la rottura del mio cuore, adesso amo i libri thriller, i gialli e qualcosa sulla fotografia. Mamma mi domandava sempre se tutto andasse bene, ma non sapevo cosa dirle, fingevo di stare bene. Per me questo amore impossibile, non può uscire fuori dal mio cuore. Mi prenderebbero per pazza o la mia figura da semplicemente ragazza a diavolo...
Leggo tutti i titoli dei libri, per poi fermarmi al suo libro. Notai la sua presenza e importanza, solo dopo la tragedia. Lo presi, aprendo delle pagine a caso, cercavo qualcosa e, con mia sorpresa, trovai qualcosa. Una mia vecchia polaroid che gli regalai, ci siamo noi due, vicini felici e privi di "paura".
Sento dei passi pesanti e veloci correre verso di me, metto tutto a posto e mi preparo, per quanto vorrei scappare, al confronto. La porta si apre, la sua figura esce fuori, guardandomi e prendendo un po' di fiato.
"Carlotta". Dice. "Ciao Tom". Nessun emozione nella mia voce. "Che ci fai qui?" Chiude la porta. "Tranquillo tra tre giorni me ne andrò". Lasciò che si avvicini. "Perché invece non rimani un altro po'?" "Perché dopo il matrimonio, non avrei altra scelta a rimanere". I suoi occhi si spostano da una parte all'altra sulla mia figura. "Ti sposi?" Chiede. "Si, vorrei che tu celebrassi il mio matrimonio". "Cosa? Io credevo fossi venuta qui per parlare di noi". "Quale noi? Ti sei dimenticato cosa sei?" Urlai a denti stretti.
*24 Aprile ore 10:45, settimo giorno di vacanza per Carlotta*
"Un coniglio". Dissi guardandolo, prendendo il telefono e avvicinandomi piano a lui, ma il coniglio vedendomi si spaventa e scappa via. Lo inseguo, voglio fargli una foto, così da mostrare alle mie amiche la sua bellezza. Mentre corro, ridendo come una deficiente, sbatto contro qualcuno. "Mi scusi". Prendo un po' di fiato e poi guardo la persona con cui sono sbattuta. "T-tom". Mi spavento quando vedo Tom, vestito con una tunica nera. "Carlotta". Dice. "È uno scherzo?" Chiedo mentre lo guardo. "Mi dispiace Carlotta..." "No, non può essere..." "Lascia che ti spieghi". Prova ad avvicinarsi. "Non mi toccare!"
Scappo via da lui, per poi fermarmi e vomitare.
"Ho fatto sesso con un prete!" Mi ripeto, mentre mi sento una merda.
*adesso*
"Tu celebrerai il mio matrimonio, fine della discussione". Me ne vado, lasciandolo solo.
Buon pomeriggio💕 Ci ho messo un po' ma alla fine è uscito fuori qualcosa di carino. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere con un commento🥰