Nella fanfiction c'è presente di violenza, droga e sesso esplicito. Se siete suscettibili sull'argomento: non leggete.
Quarto capitolo.
Il giorno seguente.
Suonò la campanella che segnava la pausa pranzo e non potevo esserne più che felice. La lezione di matematica sulle equazioni di secondo grado mi fece letteralmente addormentare sul banco. La notte scorsa riuscì ad addormentarmi solo verso le cinque del mattino, questo solo grazie a una dose che riuscì a rilassarmi e farmi dormire. Alle sette e mezzo, però, la sveglia suonò e già decretai che fosse una giornata di merda, nonché esistessero giornate migliori, ovviamente.
Presi il mio vassoio e iniziai a fare la fila, nascondendo il viso con la visiera del New Era rosso. Senza farmi notare mi guardai attorno e solo allora mi resi conto di non aver ancora visto Debbie da nessuna parte. Né a lezione, né in giardino. Per un nano secondo mi balenò in testa il pensiero che me la fossi tolta dai coglioni, ma pensandoci meglio non era possibile. Stanotte la lasciai come una cogliona davanti la porta della sua camera e non credevo minimamente al fatto che non le fosse successo nulla.
Finì di prendere da mangiare e mi andai a sedere al primo tavolo libero che trovai, addentai il mio panino sperando che nessuno mi rompesse i coglioni che così non fu «Scusa, questo è il nostro tavolo.» Alzai lo sguardo e vidi cinque ragazze in tiro con il vassoio in mano. Evidentemente questa scuola oltre per ragazzi problematici è per ricconi, pensai.
Mi pulì la bocca con il dorso della mano «I posti dei tavoli sono assegnati?» Le guardai dal basso.
«No, ma...».
La interruppi, bruscamente «Allora non scassarmi le palle, non c'è scritto da nessuna parte che il tavolo è vostro. Adesso te ne puoi andare a cagare.» Sorrisi e addentai nuovamente il panino, lasciando le ragazze a bocca aperta. Mangiare per me era sacro quasi quanto scopare. Bevvi dell'aranciata e vidi quelle troiette ancora ferme «Allora?» Alzai un sopracciglio, facendo indietreggiare una di loro, ma pensandoci bene mi sarebbero state d'aiuto. «Sapete dov'è Debbie White?».
La mora deglutì e annuì «Se ci lasci il tavolo te lo diremo.» Mi passai una mano tra i capelli, iniziando a sentire il nervosismo percuotermi il corpo, cosa che notarono «E' in infermeria, è caduta dalle scale.».
«Zayn come faccio con Thomas?»
Ricordai le parole della ragazza, la notte prima, e sperai di sbagliarmi e di aver esagerato con i miei pensieri contorti. Non dissi nulla e mi alzai, prendendo il mio vassoio, lo svuotai ancora da quel poco di cibo rimanente e uscì dalla mensa, dirigendomi in infermeria.
Quando riuscì ad arrivare, perdendomi un paio di volte, bussai alla porta ed entrai «Ragazzo non può stare qui!».
«Debbie White?» La ignorai e vagai con lo sguardo, notando una chioma bionda in fondo alla stanza, su un lettino. Senza aspettare la risposta dell'infermiera andai verso la ragazza e la fissai «Cosa cazzo hai fatto?».
Debbie sobbalzò e mi guardò disperata, nei suoi occhi c'era molta paura e qualcosa non quadrava. Portava il collarino, il setto nasale era rotto e un occhio era nero. Le scale non facevano questo.
«Vai via.» I suoi occhi si riempirono di lacrime, ma non l'ascoltai e mi sedetti sul letto.
Sorprendendomi di me stesso, accarezzai la sua guancia in modo da non farle male «Chi ti ha fatto questo?» Sapevo già la risposta, ma volevo che me lo dicesse lei.
Deglutì faticosamente e rispose «Sono caduta dalle scale, stavo salendo e ho messo il piede male e sono scivolata.» Mi trattenni dal ridere per quel copione abbastanza penoso. Detestavo il fatto che mi stesse mentendo, ma non so cosa mi trattenne dall'urlarle dietro.
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The Bad Boy || Zayn Malik||
Fanfiction«Non hai paura di un drogato?» ____________________ All rights reserved to ©zjmssmile Crediti copertina: @acousticzain