Nono capitolo

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Nella fanfiction c'è presente di violenza, droga e sesso esplicito. Se siete suscettibili sull'argomento: non leggete.

Nono capitolo.

Mi svegliai intorpidito da testa a piedi, girai il viso e mi trovai a pochi centimetri di distanza il viso di Debbie. La ragazza ancora dormiva e per un certo senso ne ero felice. Non sapevo ancora come rapportarmi con lei d'ora in poi. Stranamente ricordato perfettamente la nottata, ebbi problemi a prendere sonno per via dei dolori e anche per i pensieri. Aveto sbagliato? Continuavo a ripetermi interrottamente.

Feci un breve sospiro e mi sedetti a gambe incrociate, vidi i miei boxer ai piedi del letto e cancellai dalla mente un mio eventuale allungamento per raccoglierli. Dopotutto stavo bene così.

Debbie sembrava una bambina, la fissavo scrutando ogni suo più piccolo particolare. Ammettevo a me stesso che mi piaceva guardarla, anche quando lei non se ne accorgeva. Le sue piccole lentiggini sul naso rendevano il suo viso più bello e genuino. Mi piaceva il fatto che non usasse troppo trucco, specialmente il fondotinta. Me ne accorsi stanotte, faccia a faccia mentre stavamo... ed ecco il momento più difficile. Non sapevo come definire il nostro rapporto, eravamo scopamici? Nonché non mi dispiacesse come cosa.

«Mh...» Si mosse lentamente, girandosi. Guardai ogni suo movimento, prima che aprisse i suoi due occhioni.

«Buon giorno» dissi, anticipandola. La vidi imbarazzata, così che si coprii velocemente il corpo con le coperte, «Mi piaci nuda, puoi anche rimare così» ridacchiai, cercando di spezzare quella tensione fra noi.

«Ti è piaciuto?» chiese, alzando lo sguardo nel mio. Non potei non notare quanta umanità brillava nei suoi occhi. Era come fissare gli occhi di una bambina, ma nel corpo di un'adolescente.

«Si» dissi soltanto, cercando il più possibile di non trapelare nessun tipo di emozione.

Non rispose, sorrise soltanto. Allungò la mano fino al cassetto ed estrasse degli slip puliti, li portò con se sotto le coperte e iniziò a mettersi l'intimo. Non ero abituato a questa vergogna, di solito stavo con ragazze che amavano mostrarsi nude davanti agli altri; ancora non mi ero messo in testa che Debbie era diversa dal prototipo di ragazza che conoscevo finora. Lei era dolce, passionale, sensibile, il contrario di quelle che conoscevo io.

Mi alzai e raccolsi i miei boxer, non feci trapelare dal mio viso il dolore fisico. Ero messo male, ma sapevo che sarei guarito e sarei tornato più scattante di prima. L'unica cosa che volevo era la mia vendetta, l'avrei ottenuta a ogni costo.

«Verrai in classe?» Alzai lo sguardo e mi rivestii, davanti a lei. Scossi la testa e mi guardò torva, «Perché no?».

«Ho la psicologa la prima ora» Mi ricordai, dicendoglielo, «Poi ho storia, tu?».

Debbie mise una maglia e si alzò dal letto, fronteggiandomi «Anche io» mormorò «Ti tengo il posto?».

Presi la mia felpa e misi le scarpe, «Tienimi il posto» risi e uscì dalla stanza, lasciandola con la bocca spalancata per via della mia sorprendente risposta.

Accavallai la gamba e mi girai, guardandomi attorno. La psicologa Sarah era in ritardo, così fissai la sala d'attesa. Non so perché ma iniziava a interessarmi tutto ciò che mi circondava, cosa buffa siccome oltre a me stesso non mi interessava di nulla. Ero da poco uscito da una doccia rivitalizzante, avevo indossato vestiti puliti e mi sentivo decisamente meglio. Mi morsi un'unghia e trovai davanti a me la psicologa che mi osservava in maniera inquietante.

«Zayn Malik, vieni pure» dichiarò, aprendo la porta dello studio.

Mi alzai e la seguì, senza che dicesse nulla mi sedetti sul divanetto, aspettando che lei si sistemasse sulla sua poltrona. Ero pronto per le sue domande idiote, ma questa volta volevo utilizzare quel tempo per un miglioramento.

The Bad Boy || Zayn Malik||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora