Sesto Capitolo.

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Nella fanfiction c'è presenza di violenza e droga. Se siete suscettibili sull'argomento: non leggete.

Sesto capitolo.

Sputai del sangue dentro il lavandino e risciacquai con abbondante acqua fresca. Mi sentivo totalmente uno schifo. Guardandomi allo specchio non riuscivo a riconoscermi: labbro spaccato, zigomo rotto e occhio gonfio. Mi facevo ribrezzo da solo.

Presi del collutorio per fare dei risciacqui, ma appena avvertii un forte bruciore sputai tutto, dandomi del cretino da solo. Mi ero ridotto da buttar via, tutta per colpa di Jared e dei suoi scagnozzi.


Mi massaggiai le tempie per via del leggero mal di testa «Zayn?» mi sentii chiamare da Red, annuii soltanto e alzai gli occhi, guardandolo «Abbiamo finito qui, vogliamo andare?».

«Sicuro che abbiamo finito?» domandai.

Il mio amico annuii «Finito completamente, ti accompagno in istituto, sei stanco, andiamo» sbuffai rumorosamente senza obbiettare. Quando mi ritrovai in auto, guardai fuori dal finestrino, «Sei silenzioso, è successo qualcosa?».

«No, ho solo male alla testa.» Red annuii e svoltò.

Iniziavo a odiare tutto questo da quanto scoprii che i miei cosiddetti amici, mi stavano nascondendo qualcosa riguardante me.

«È la stanchezza» roteai gli occhi, fissando la strada. Arrivammo a un semaforo e ci fermammo, aspettando che scattasse il verde. Un rombo di moto mi fece raddrizzare sul sedile. Quando mi guardai attorno, notai che la macchina era completamente circondata da quattro moto: due dietro e due ai lati.

«Che cazzo facciamo? Non siamo neanche armati!» tentai di mantenere la calma.

Scattò il verde e Red fu obbligato a seguire le moto, «Stai calmo, vogliono che li seguiamo».

Dopo circa cinque minuti arrivammo in un piazzale desolato, i tizi sulle moto si fermarono e aspettarono noi. «Dobbiamo scendere?» domandai, fissando un ragazzo che teneva d'occhio la mia portiera.

«Si.».

Red scese per primo, andando incontro ai ragazzi, subito dopo scesi io, continuando a tenere d'occhio i due ragazzi dal mio lato. «Si può sapere cosa volete?» chiese il mio amico.

Uno di loro si tolse il casco, sorridendo. Non avevo mai visto quell'uomo in vita mia. «Volevano darvi un messaggio...» ridacchiò, senza mai perdere il sorriso, «Da parte di Jared».

Rimasi sorpreso e prima ancora di riuscire ad aprire bocca, mi arrivò un pugno dritto in faccia.


Sentii un forte dolore al basso ventre, alzai la maglia e notai un grosso livido. Ero conciato da buttar via. Pensai a cosa dover dire il giorno dopo per saltare le lezione, ma al momento non riuscivo a trovare una scusa plausibile. Così andai verso il letto e mi coricai, sentendo il mal di testa aumentare in minuto e in minuto.

Mi coprii col lenzuolo e chiusi gli occhi, cercando di calmare il mio respiro.

Toc-Toc.

Aprii un occhio incerto di aver sentito bussare.

Toc-Toc.

Ma mi sbagliai, «Non voglio nessuno» mormorai con voce roca, ogni parola che pronunciavo, bruciava dentro la mia gola.

La porta si aprii e si richiuse velocemente, «Zayn?» riconobbi la voce di Debbie, ma non riuscii a dire nulla. «Oh mio dio, Zayn!» si allarmò e poco dopo la sentii sedersi accanto a me, «Cosa ti hanno fatto?» mormorò e toccò delicatamente le mie ferite. Mai nessuno si preoccupava per me.

The Bad Boy || Zayn Malik||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora