Diciottesimo capitolo

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Nella fan-fiction c'è presente di violenza, droga e sesso esplicito. Se siete suscettibili sull'argomento: non leggete.

Diciottesimo capitolo.

Rimasi fermo immobile, mentre l'inevitabile accadde. Guardai la persona a cui tenevo cadere a terra in una pozza di sangue. Mollai la presa su Red. non ascoltai ciò che mi disse, non mi importava. Presi il suo viso fra le mani, mentre iniziai a ripetermi "Non tu" "Per favore non tu", ma non esisteva un Dio pronto ad ascoltare le mie preghiere. Lei stava morendo.

5 ore prima
La sera era ormai inoltrata e mancava sempre meno all'ora prestabilita. Ripensai più volte a tutto quello che mi successe in quella dannata giornata. Mi sentivo carico e motivato, nessuno mi avrebbe fermato.
«Sai nonostante la tua quasi morte mi sono divertito prima, mi sentivo tipo papà chioccia» Alzai un sopracciglio e guardai Thomas, facendo un lungo tiro dalla mia marlboro. «Okay, non sei in vena di battute» sbuffò sonoramente.

Inclinai la testa e lo guardai «Grazie per quello che hai fatto prima, sei un amico» Mi costò molto ammetterlo.

Thomas alzò di scatto la testa, fissandomi come se fossi un alieno «L'ho fatto con piacere» sorrise.

Non ricambiai il sorriso, non lo ricambiavo a nessuno. Non mi sentivo ancora pronto a sorridere a qualcuno. Le persone felici sorrido, non io. Io non sono felice, sono solo un autodistruttivo del cazzo con problemi mentali. Nient'altro.
«Ma dovresti lasciarti andare dopo questa notte, sai se andrà tutto bene si chiuderà questo capitolo e tu puoi ricominciare tutto da capo. Con Debbie» disse Thomas. 

Come se fosse facile cancellare tutto quello che avevo fatto. La gente normale la faceva facile, loro non hanno problemi di nessun tipo. Io, invece, sono problematico fino al midollo, forse anche più internamente. Per quanto voglia cambiare, mi è difficile dimenticare il passato e crearmi una nuova vita. Ma poi quale vita? Sono bravo solo a distruggere ciò che ho attorno con le mie mani, senza neanche impegnarmi. Allontano tutto e ferisco le persone che tengono a me. Perché la gente vorrebbe tenermi vicino? Non possono essere tutti masochisti, prima o poi finirò solo. È questo quello che si meritano le persone come me.
Thomas era l'ultima persona con cui avrei voluto parlare di questo argomento. Guardai l'orologio e feci una smorfia «Sono in ritardo» esclamai, scendendo dal muretto «Cinque minuti di ritardo sono tanti in queste cose, tuo cugino non lo sa?»
Thomas non mi rispose e indicò una macchina che si stava avvicinando, facendomi un cenno verso di essa «Eccoli».
Salimmo in macchina e ci trovai dentro Rich e un ragazzo nero sconosciuto.
«Zayn, Thomas, questo è Jason è un uomo di Michael, è venuto con noi così vi spiegherà il piano» Finalmente avrei saputo del piano.
Il ragazzo non si girò verso di noi, rimase a fissarci dallo specchietto «Michael e gli altri sono già all'opera. Taylor e altri hanno preparato un esplosivo che sarà piazzato sull'entrata posteriore del magazzino, non sarà potente da far crollare tutto ma servirà come diversivo se le cose non andranno secondo i piani. C'è una squadra da quattro persone che si dividerà e inizierà a versare benzina attorno al l'edificio e dentro, una volta entrati. Voi, ovvero la vostra squadra, dovrete trovare Jared e i suoi uomini, si trovano al secondo piano dietro una porta rossa, non potete sbagliarvi. Tutti gli altri nell'edificio verranno eliminati dal mio gruppo e da Michael. Thomas tu stai nell'auto, c'è un uomo in ogni macchina pronto a partire se si mettesse male la situazione» spiegò con lentezza e con voce ferma. Come se queste cose le facesse ogni giorno «Ah Zayn, Michael mi ricorda il patto che hai con lui. Non deluderlo, sai le conseguenze».
Guardai fuori dal finestrino, senza dire nulla. Ricordavo perfettamente il patto che avevo stipulato con Michael, lui e la sua squadra ci davano via libera e io potevo fare ciò che volevo a Jared a patto che portassi una collana a Michael. Non era complicato, mi bastava uccidere Jared e il gioco era fatto.
«Cosa succederà con la polizia?» Chiese Thomas, troppo estraneo da capire in pieno la situazione.
Fu Rich a intervenire  «La polizia è il peggiore dei mali, penseranno che qualcuno ha dato fuori al magazzino per divertimento. I corpi spariranno tutti, loro non troveranno traccia di niente».
Thomas annuì poco convinto, ma non si mise a ribattere.
Mi iniziarono a sudare le mani e iniziai a percepire un minimo di agitazione. Ero pronto, ma ce l'avrei fatta a premere il grilletto? Sarei riuscito a non farmi prendere dalla paura? Scossi la testa e scacciai quei pensieri, non mi servivano in quel momento. Dovevo rimanere concentrato, senza farmi influenzare da nulla.
La macchina si fermò dietro a degli alberi, scendemmo e quattro auto parcheggiarono a poca distanza da noi. Dalla seconda macchina scese Michael tutto sorridente «Siete pronti a far brillare questo posto?».   
«Quando iniziamo?» Ignorai la sua domanda e lo fissai.
«Esattamente fra cinque minuti» Aggrottai le sopracciglia e gli chiesi il perché.
«Il perché te lo dico io» Quella voce, mi girai e vidi Red avvicinarsi con un fucile in mano «Cosa pensavi che sarei rimasto all'oscuro di tutto questo? Sei un ragazzino, Zayn. Non puoi giocare da solo»
Lo fissai truce «Cosa ci fai tu qui?»
«Come ho già detto non puoi giocare da solo. Jared ha ucciso molti dei miei e tuo padre, so quanto desideri la vendetta ed è per questo che non ti abbandono. Potrai continuare ad odiarmi un altro giorno» Si avvicinò «E adesso iniziamo a giocare».

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 11, 2016 ⏰

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