Nella fan-fiction c'è presente di violenza, droga e sesso esplicito.Se siete suscettibili sull'argomento: non leggete.
Quattordicesimo capitolo.
Inserì uno a uno i proiettili nel caricatore, con gesti meccanici. Mi sentivo strano, diverso. Alzai lo sguardo e mi fissai allo specchio, credevo di stare bene ma non era affatto così. Avevo i nervi tesi come le corde del violino, mi mancava solo la nausea e facevo tombola. Qualche mese prima non l'avrei mai ammesso, ma avevo paura, una paura fottuta. Dopo la morte di Peers vedevo le cose sotto un altro punto di vista. Fino ad allora non avrei mai pensato che qualcuno di noi potesse crepare in qualche incontro, ero un fottuto illuso. Le mie mani erano macchiate del sangue del mio amico e non potevo cambiare nulla. Il senso di colpa c'era e non andava mai via.
Infilai la pistola nello zainetto e lo riempì con una felpa e le sigarette, quelle non mancavano mai.
Ero d'accordo con Rich nell'incontrarci alle 19 al muretto, luogo dove andavamo spesso per vendere qualche grammo d'erba e non solo.
Bevvi un sorso di soda e strinsi la bretella dello zaino, uscendo dalla stanza.
Mi sentivo una merda, non mi facevo sentire dalla mattina da Debbie, sicuro si starà facendo paranoie e forse, questa volta, ne ha motivo.
Scesi a due a due i gradini finché una voce non mi bloccò di colpo, dicendo «Ti devo parlare» Guardai Thomas con aria di insufficienza, alzai le spalle e continuai a scendere le scale.
Bestemmiò e mi prese per un braccio «Senti ho seriamente bisogno di parlarti» Mi stava implorando?
Mi leccai le labbra e mi divincolai «Riuscirai mai a capire che non devi toccarmi?» Gli domandai sistemandomi lo zaino sulle spalle.
«Hai ragione a trattarmi così, me lo merito, ma so quello che vuoi fare ed e un suicidio» Lo fissai stupefatto. Il coglioncello credeva davvero di sapere qualcosa? «Mesi fa ti consegnarono un pacco con dentro una pistola, l'ho fatto entrare io» disse con piena sincerità.
Fu uno scatto e lo presi per il colletto della giacca e lo sbattei contro il muro, facendolo gemere di dolore «Sentimi bene testa di cazzo» Iniziai a parlargli, aumentando la presa sul colletto «Non so per chi lavori, ma ho steso stronzi più grossi di te» Lo minacciai.
Gli mancò il respiro, ma riprese subito lucidità «Vedi che sei un coglione, sto dalla tua parte, idiota» esclamò, lasciandomi esattamente come un'idiota.
Lo lasciai andare, ma senza abbassare la guardia. Non riuscivo a connettere le informazioni che avevo appena ricevuto. Thomas senza farsi desiderare iniziò a spiegarmi «Tanta gente mi deve soldi così ho chiesto informazioni al posto di quelli. Non mi sono mai dimenticato di te, la tua faccia non è cambiata per nulla» Feci una smorfia, ma lo ascoltai «Ho capito subito che facevi parte di qualche giro appena te la svignavi la prima notte» dichiarò.
Inclinai lentamente la testa «Perché parli ora, cosa vuoi?» Lui scosse la testa sospirando, davvero non ci stavo più capendo un cazzo.
«Voglio aiutarti»
Parlai senza rendermene conto «Ma tu sei pazzo» Scesi dei gradini, scuotendo la testa.
«Capisco che non ti fidi di me, come potresti? Ma so cose che ti aiuteranno!» disse seguendomi «So che il tuo amico è morto ed è stato Jared, so anche che tanti hanno conti in sospeso con lui, puoi avere alleati, vendicare il tuo amico e tuo padre» Mi fermai di colpo, la sua voce mi sembrava sincera ma non sapevo se fidarmi. «Okay Okay» Alzò le mani «Ti chiedi perché ti voglio aiutare? Perché so che ti farai ammazzare, volevo parlarti prima, ma negli ultimi mesi hai rigato dritto, pensavo avessi chiuso con quella merda e poi arriva questa sera come se tu fossi un sicario in attesa di un ordine» Ridacchiai a quel paragone, finché non scoppiai a ridere per altro.
«Fino a stamattina mi davi del drogato e ora questo?» Agitai una mano, ridendo ancora più forte.
La faccia di Thomas si trasformò, come sei lo avessi ferito, «Non credevo di dover arrivare a intervenire, quindi dovevo continuare la recita» Mi bloccai e alzai un sopracciglio.
«Quando dico che mi stai sui coglioni, significa che mi ci stai, non recito» Roteò gli occhi.
«Lo immaginavo questo» Con un gesto veloce aprì la sua giacca mostrandomi una pistola, sbattei un paio di volte le ciglia, fissando l'arma «Adesso mi credi? Da piccoli eravamo inseparabili, facevamo tutto insieme fino al giorno del tuo incidente. Ero un ragazzino e ho sofferto, per via della mia età ti ho detestato finché non sono cresciuto e ho compreso davvero che tu non avevi colpa. Quando ti ho riconosciuto, il primo giorno che ti sei presentato in questo istituto, la sera stessa ho iniziato a chiedere in giro di te. Credevo ti fossi trasferito o che ne so morto!» Questo si che è incoraggiante, pensai.
«Hai detto che hai fatto entrare tu il pacco con la pistola, come potrei fidarmi?».
«Si ho fatto entrare la pistola, solo per avere in cambio le informazioni. Jared non fa nulla senza un torna conto, dovresti saperlo» Non potei che annuire alle sue parole. Certe cose quadravano, ma dentro di me sentivo la sensazione di non fidarmi.
Gli chiesi qualcosa che forse in quel momento non doveva uscire fuori, ma non riuscì a trattenermi «Perché hai maltrattato Debbie, dicendo in giro anche voci false sul suo conto?».
Sospirò «Sapevo che me lo avresti chiesto» rispose «Volevo farmi figo con i miei amici, sai benissimo che Debbie è bellissima, ma non sono mai riuscito a concludere nulla per il suo carattere, troppo chiusa e vergine» Dichiarò. Sorrisi beffardo pensando alla mia vita sessuale con lei, ma non dissi nulla. «E anche perché sono geloso, vederla con te mi ha fatto incazzare, quindi...».
«Quindi sei un coglione» Alzai le spalle.
Annuì in controvoglia dicendo «Devo ammetterlo» Mi guardò «Jared vuole ferirti per l'affronto che gli hai fatto il giorno in cui è morto il tuo amico, l'hai sfidato, poi con la polizia hai peggiorato» Dimmi qualcosa che non so, belloccio.
«Giura?» Feci l'ironico, passandomi una mano sulla faccia «Devo anticiparlo, devo...» Thomas mi interruppe dicendo: «Userà due modi per ferirti: tua madre o Debbie».
Ed era proprio questo che temevo, così risposi «Non accadrà se lo troveremo per primi» Fu come una scossa e lui lo capì, perché mi sorrise facendomi il cenno di seguirlo.
Lo segui rimanendo sempre in allerta ad ogni suo comportamento, utilizzammo uscite addette agli insegnanti, Thomas aveva rubato delle chiavi. Non lo credevo così astuto.
Ripensai a Rich e al luogo dell'incontro, mancavano ancora quindici minuti all'ora stabilita.
«Devi incontrarti con qualcuno?» Rimasi stupefatto, sembrava quasi che mi stesse leggendo nel pensiero.
Arrivammo nel parcheggio e camminando vicini sul marciapiede, ci avviammo «Si, un mio compagno mi sta aspettando. Non so come la prenderà vedendoti» Ammisi, pensando a qualche scenata di Rich.
Nessuno parlò più, così in pochi minuti ci trovammo a un isolato prima del "muretto". Pensai a tutte le parole che mi aveva detto poco prima, io non ricordavo nulla per via dell'incidente, ma detta da sua madre e la mia, eravamo davvero uniti da ragazzini. Dopo tutto quello che avevo passato faticavo a fidarmi di qualcuno, Rich, certo, non poteva tradirmi, ma Thomas era una sorta di estraneo per me. Ma qualcosa, in fondo in fondo, mi diceva che potevo fidarmi, ma con diffidenza. Dopo tutto cosa ci avrebbe guadagnato nell'aiutarmi? Era questo che non capivo.
«Zay... Ma chi cazzo è quello?» Rich partì in quarta.
Thomas subito si difese, mostrando le mani «Woo, woo, buono!» Lo vidi testo alla mia destra «Sono qui per aiutare».
«Stronzate» Esclamò Rich, muovendo una mano per zittirlo «Dove cazzo l'hai trovato questo?» Si rivolse a me.
«Calma amico, mi ha detto delle cose che potrebbero aiutarci, lo sa che fa una brutta fine se ci tradisce» dissi senza peli sulla lingua.
«Grazie per la fiducia, Zayn» Gli feci l'occhiolino.
Ci volle una mezzora buona per calmare Rich e convincerlo che Thomas serviva a qualcosa e che non l'avevo portato dietro tanto per.
«Conosco dei tizi, il loro capo si chiama Michael, odia a morte Jared» Parlò Thomas «Ha stuprato la sorellina di Michael e da quanto so vuole staccargli la testa» Come biasimarlo? «Ci aiuterebbero di sicuro, certo dopo averli trovati».
Mi caddero quasi le braccia «Definisci trovarli» sbottai.
«Beh...» iniziò e vidi Rich impazientito «Dobbiamo raggiungere Manchester, trovarli e poi il gioco è fatto» Adesso ero io quello impazientito.
Avrei staccato a morsi la testa di Thomas e poi mi sarei messo a fare qualche palleggio «Ti ucciderò» dissi ad alta voce, al posto di pensarlo solamente.
Il riccio si bloccò e indietreggiò di un passo «Se te lo avessi detto subito avresti rifiutato il mio aiuto».
«O certo perché adesso tutto andrà in meglio, no?» ribattei.
Rich si piazzò in mezzo a noi «Sembrate una coppietta in piena crisi, datevi una calmata» Ci guardò duramente «Tu sei un idiota perché non ti sei fatto dire subito le cose» si rivolse a me «Tu un deficiente, ma il tuo piano potrebbe funzionare» disse a Thomas facendogli aumentare il suo ego.
Mi leccai le labbra, scuotendo la testa «Sei impazzito?» Domandai fissando il mio amico.
Rich scosse la testa «Per un cazzo, ma potrebbe funzionare» Guardò l'orario «L'ultimo treno parte alle 21, dovremmo farcela» Lo guardai scettico. Davvero stavamo per andare a Manchester a cercare chissà chi per un'alleanza, per poi tornare, trovare Jared e finirla una volta per tutte?
«Andiamo» risposi iniziando a camminare. Ero una contraddizione naturale, lo so.
Rich rimase un secondo fermo e poi mi spalleggiò, Thomas fece lo stesso. Camminammo nell'oscurità delle strade fino alla stazione, nessuno fece parola tranne Thomas, parlò per non so quanti minuti e quasi quasi sentivo la mancanza di quando mi detestava.
«Ma riesci a stare zitto?» Scoppiò Rich al mio posto, facendo saltare Thomas un passo dietro di lui.
«Non dovremmo fare conoscenza?» disse con una tale naturalezza che quasi mi imbarazzava.
Sospirai e mi accesi una sigaretta, prima di girare l'angolo e arrivare in stazione «Dovremmo concentrarci su quello che dobbiamo fare a Manchester non alle conoscenza» Lo guardai duramente.
Lui annuì un po' contrariato, ma non parlò più. Buttai la cicca per terra ed entrammo in stazione, comprammo i biglietti e salimmo su un vagone isolato del treno.
La cosa che mi premeva era dover spiegare la mia assenza a Debbie al mio ritorno, l'avevo lasciata sola e in me si scaturì del senso di colpa, ma non potevo fare altrimenti.
Mi vibrò il telefono e parlando del diavolo...
Da Debbie: Buona notte, a domani xx.
Mi sentì uno schifo. Non sapevo se rispondere o ignorarla, di sicuro non potevo scegliere la seconda opzione. Ero cambiato per lei, mi sono più aperto e sapeva benissimo che stavo con lei perché sentivo dei sentimenti, non come all'inizio che volevo solo una persona dove buttare il tempo.
A Debbie: Notte a domani :)x
Le inviai sentendomi più schifoso di prima, ma non era ancora il momento di dirle la verità. Meno sapeva e meglio era, non volevo metterla in pericolo. Era la mia ultima speranza di nuova vita.
Continua...
Spazio d'autrice
Buon pomeriggio, eccovi il nuovo capitolo.
Vi avviso che da adesso in poi dovrò mettermi a scriverli, non ne ho fatti altri.
Chi l'avrebbe mai detto che il ruolo di Thomas cambiasse così?
Spero che vi piaccia come piace a me.
Vi è piaciuto il capitolo?
Il cambiamento di Thomas ve lo aspettavate?
Cosa pensate che succederà?
Vi ringrazio per le 5K di visualizzazioni, vi amo.
Lasciatemi le vostre impressioni sul capitolo con i commenti e i voti. Vorrei tanto arrivare a 30 voti per una volta.
Se volete leggete anche le mie altre FF, a breve posterò anche tutte le mie OS.
Se mi cercate su twitter sono: myloverismalik
Baci Valentina.
STAI LEGGENDO
The Bad Boy || Zayn Malik||
Fanfiction«Non hai paura di un drogato?» ____________________ All rights reserved to ©zjmssmile Crediti copertina: @acousticzain