Tredicesimo capitolo.

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Nella fan fiction c'è presente di violenza, droga e sesso esplicito.

Se siete suscettibili sull'argomento: non leggete.

Tredicesimo capitolo.

Non avevo più la concezione del tempo, i giorni passavano uno dietro l'altro facendoli diventare monotoni. L'unica cosa che mi piaceva di questa nuova vita era Debbie.

Il rapporto con mia madre era migliora, una volta a settimana la vedevo, esattamente di domenica, e passavano un pomeriggio solo per noi. Mi faceva ancora male per le menzogne su papà, ma poco a poco stava migliorando. Sia mamma che Debbie erano felici di questo mio cambiamento, pure i voti scolastici erano migliorati, ma sentivo che nonostante tutto questa non era la mia vita. Certo non la schifo, ma abituato a scappare e vendere droga non mi era del tutto facile finirla da un giorno all'altro.

Mi girai nel letto, sciogliendo l'abbraccio morboso di Debbie. Alzai un braccio oltre la mia testa e fissai il soffitto in silenzio, mancava ancora mezz'ora e al suono della sveglia.

Ancora non sapevo come definire il mio rapporto con Debbie, ammettevo da solo di essere geloso. Mi dava fastidio quando qualcuno la guardava, lei era solo mia.

Ammettevo da solo di essere un buono a nulla, fino ad ora non ho mai speso un minuto a pensare al mio futuro, vivevo la giornata così come si presentava. La paura di deludere le persone che avevo attorno mi assaliva giorno e notte. Da ragazzo egoista sono passato a ragazzo con responsabilità.

«Mh...» Sentì Debbie muoversi piano e girarsi, stringendo il cuscino. Mi incantai a fissarla, come spesso succedeva.

Forse questa ragazza è un regalo, un regalo per migliorare? Pensai. E se davvero lei è la mia unica chance? Accarezzai piano la sua guancia, cercando di non svegliarla.

Se mi vedessi da fuori riderei di me, non mi sono comportato in questo modo con una ragazza, Debbie era la mia prima volta in tante cose, specialmente l'amore.

Mi alzai e andai in bagno, senza fare il meno rumore possibile.

Dovevo prepararmi per l'incontro con la strizzacervelli, Sarah. Non sopportavo più quelle sedute, i pazzi erano ben altri, non io. Ma oggi ci sarebbe stata una volta, certo dipendeva tutto da me e dal mio comportamento, e pur di avere due ore libere di svago il pomeriggio farei di tutto, pure mentire.

Non era difficile ammettere che mi mancavano i ragazzi, specialmente Rich. Sapevo che dovevo stare lontano da loro e quel mondo, ma non potevo chiudere la pagina così come se non fosse nulla. In più Jared era ancora libero, doveva pagare per la morte di Peers. Il mio amico avrebbe avuto giustizia, anche a costo di far saltare in aria quel figlio di puttana.

Iniziavo a capire solo ora il perché Red mi trattava diversamente dagli altri, mi ha protetto in un certo senso e ora voleva che io stessi lontano da tutto. Non potevo biasimarlo, un suo uomo era morto in una sparatoria e non voleva altri spargimenti di sangue.

Uscì dalla doccia e mi asciugai velocemente, vestendomi subito dopo. Guardai oltre la porta e vidi Debbie rigirarsi sul letto, si stava svegliando. Indossai velocemente le scarpe e andai a sedermi sul letto.

«Buon giorno» dissi a bassa voce, accarezzando i capelli della ragazza.

Aprì piano gli occhi «Zayn...» biascicò piano, stiracchiandosi. Era buffissima con i capelli tutti arruffati.

Misi il cappellino «Devo andare dalla strizzacervelli, dopo pranziamo insieme?» Debbie si sedette, coprendosi con le coperte.

«Ti aspetto fuori dallo studio?» Domandò, fissandomi.

The Bad Boy || Zayn Malik||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora