Secondo capitolo.

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Nella fanfiction c'è presenza di violenza, droga e sesso esplicito.
Se siete suscettibili sull'argomento: non leggete.

Secondo capitolo.

«Questo è tutto per oggi, domani finirò il capitolo.».
Mi alzai dal banco, prendendo di netto il mio quaderno e la mia penna.
Intervallo, ciò che mi serviva davvero. Non una cretina che non smetteva di parlare di Napoleone.
Alzai il cappuccio, girando a testa bassa per i corridoi. Le persone mi guardavano male già di loro, se avessi attirato l'attenzione non avrei mantenuto la calma.
Non capivo perché la gente in questa scuola mi tenesse a distanza, dopotutto la maggior parte non era drogata come me?
Anche se sinceramente guardando gli alunni, sembravano tutto purché dei drogati.
Girai l'angolo, e con la mano libera mi tirai su i pantaloni per non farli finire alle caviglie.

«Non devi parlare con quel cocainomane!».
«Non lo conosci nemmeno!» riconobbi la voce di Debbie, la prima voce mi era famigliare, ma non riuscì a capire chi fosse il ragazzo che stesse parlando.
Mi avvicinai alle scale, nascondendomi dietro ad una colonna.
«Tu devi starci lontano, non voglio che la mia ragazza si rovini la reputazione, capito?» mi esposi leggermente, per poter vedere il ragazzo del giorno prima. Thomas, il frocio, che tanto frocio non era.
«Non mi interessa ciò che dice la gente!» sbottò lei.
Thomas le tirò uno schiaffo «Non devi rovinarmi la reputazione!» urlò lui.
Strinsi i pugni, quale uomo alzava le mani su una ragazza? Solo un vigliacco!
Debbie indietreggiò «Ti prego, no!» implorò, piangendo.
Lasciai cadere il quaderno a terra, creando un tonfo assurdo attirando l'attenzione dei due ragazzi.
«Ops mi è caduto a terra.» mentii, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni.
«Il drogato.» esclamò il riccio «Gira alla larga!» mi minacciò.
Sorrisi beffardo, mi abbassai il cappuccio avvicinandomi a lui «Meglio che sparisci, se non vuoi rogne.».
«Se no?» mi sfidò.
Piantai i miei occhi nei suoi «Non credo tu voglia scoprirlo.».
Thomas respirò pesantemente, allontanandosi «Non è finita qui!» mi avvisò.
Alzai le spalle, cercando il corpo della ragazza.
Debbie si lasciò cadere su uno scalino, massaggiandosi la guancia, singhiozzando ancora.
«Quello era il tuo 'fidanzato'?» mimai le virgolette con le dita.
La bionda sobbalzò «C-os'hai visto?» balbettò.
«Abbastanza.» mi sedetti di fianco a lei, le tolsi la mano dalla sua guancia per vederle il segno «Nessuno dovrebbe essere trattato così.» borbottai, passando il pollice sul segno rosso.
Ricordai da piccolo, a scuola, divenni vittima di bullismo; trovavano sempre un modo per potermi deridere a parole, o per alzarmi le mani. Ero un bambino, cosa potevo fare? Avevo solo dieci anni, l'ultima volta che mi alzarono le mani; dopo di che iniziai a saltare scuola e a nascondermi. Imparai la boxe, e in quel periodo conobbi Scottie, aveva solo quindici anni, diventò il mio mentore. Lui mi prese, mi fece spacciare pagandomi bene; poi entrai nella sua squadra e da li non ne uscì più.
Scossi la testa, scacciando il ricordo del passato «Perché litigavate?» tornai al discorso, distraendomi.
Deglutì «Nulla...» evitò il mio sguardo.
Contrassi la mascella «Non provare a mentirmi, di chi parlava?».
«Di te.» sospirò «Io volevo solo fare amicizia con te, invece Thomas pensa solo ai pensieri della gente!» si sfogò.
«Vedi?» sorrisi appena «Porto solo guai, non dovevi proprio parlarmi.».
Debbie aggrottò la fronte «Noi due siamo simili, fino a sei mesi fa...» le scese una lacrima «Ero come te. Tutti mi evitavano, e mi etichettarono come la tossica appena arrivata. Ho fatto mesi di solitudine, so come ci si sente.» ammise.
Addolci lo sguardo «Non mi conosci, perché vuoi aiutarmi?» domandai.
Boccheggiò «Perché aiutando te, aiuto me stessa.».

***

«Quindi questa ragazza vuole aiutarti?» domandò Red con voce metallica.
Annui anche se non poteva vedermi «Si, è strana!» mi grattai il mento.
«Ragazze chi le capisce quelle!».
Ridacchiai «Ma se sei fidanzato!» sbottai infastidito.
«Dettagli.» sospirò «Domani sera c'è una festa, è al cantiere, sarà pieno di ragazzini viziati, venderemo un po'. In più ci saranno tutti i nostri offerenti!».
Mi rigirai sul letto «Venderemo tutto li?» domandai.
«Credo di si, Scottie vuole liberarsi subito della coca, sai com'è fatto!».
Alzai gli occhi al cielo «Già, quindi vieni a prendermi tu?».
«Come sempre!» scoppiammo a ridere.
Il rumore alla porta mi risvegliò «Red qualcuno rompe i coglioni, ci sentiamo dopo.».
Lo salutai, attaccando la chiamata.
«Chi cazzo rompe i coglioni» apri la porta scazzato «Debbie?» fissai la ragazza, mi diede una spallata ed entrò nella mia stanza «Certo fai pure!» borbottai, passandomi una mano tra i capelli.
Debbie si guardò attorno, curiosando tra i miei oggetti «Avevo del tempo libero...» mormorò.
«Con ciò?» aprì le braccia «Sono quasi le dieci di sera!» esclamai guardando la sveglia.
Alzò le spalle sedendosi sul letto, raccolse da terra i miei boxer guardandomi male.
«Fino a prova contraria è la mia camera.» dissi irritato, prendendo le mutande dalle sue mani.
«E' vietato fare sesso nell'istituto.» aggrottai la fronte «I boxer, il letto...» continuò.
Risi «Non ho scopato nessuna, non rifaccio mai il letto!» spiegai «Poi chi cazzo sei? Non ti devo spiegazioni!» esclamai irritato.
Abbassò lo sguardo imbarazzata «Scusa.».
Puntai lo sguardo nel suo, calmandomi «Quindi dopo la tua affermazione, non scopi mai con il tuo ragazzo?» domandai a brucia pelo.
Scosse la testa «Ogni tanto ci prova, ma lo rifiuto sempre!» arrossì.
Vergine.
«Perché?» domandai incuriosito, una ragazza come lei si rifiutava di scopare con qualcuno?
Ma chi si rifiutava di fare una bella e sana scopata? Solo chi non tromba, non sa cosa si perde!
I suoi occhioni divennero lucidi «Thomas vuole solo farsi vedere in giro con me, dice che sono una ragazza con un bel faccino, ma non valgo niente!» deglutì «In giro si vanta sul fatto che facciamo sempre sesso, e che mi sottomette, ma non ho mai fatto niente con lui.» si aprì con me, uno sconosciuto.
Rimasi incantato ad ascoltarla «E' solo un coglione e basta!» presi parola «Ma se vuoi della pratica...» mi morsi il labbro, appoggiando una mano sulla sua coscia.
«Non credo di essere quel tipo di ragazza.» sorrise.
Inclinai la testa «Sei vergine, giusto?» alzai il sopracciglio destro, passandomi la lingua tra le labbra.
Debbie girò il viso «Cosa ti fa pensare ciò?» rise.
Avanzai con la mano, nel suo interno coscia «Non hai mai avuto un orgasmo... Ti lasci toccare senza picchiarmi, forte.» la feci ridere.
Scosse la testa «So che non mi farai nulla!» sospirò «Non sei come Thomas.» mi accarezzò una guancia.
«Posso essere peggio di lui.» sussurrai «Sono peggio di lui.» mi autoconvinsi.
Inclinò la testa «I tuoi occhi gridano 'salvami, sono qui' tu invece fai l'opposto, gli occhi sono lo specchio dell'anima.».
Corrugai la fronte «Cosa ti fa pensare che io voglia essere salvato?».
«Lo sento.» sorrise.
Staccai le mani dalle sue cosce «E' meglio che tu vada.» mormorai alzandomi.
«Visto?!» domandò retorica «Possiamo essere amici, non trovi?»
Mi rabbuiai «Ho solo quattro amici, non voglio la tua amicizia!» sputai acido.
Abbassò la testa «Sei l'unica persona con cui vorrei avere una vera amicizia qua dentro.» ammise.
«Con le ragazze io ci scopo e basta!» ribattei.
Il suo sorriso si spense «Spero tu voglia cambiare idea.».

The Bad Boy || Zayn Malik||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora