37.Confini sottili

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È stata la doccia più snervante e meno rilassante che abbia mai fatto.
Mi sono scrostata il sudore via dal corpo e dai capelli, strofinando così forte da farmi arrossare la pelle e provocarmi un bruciore spiacevole, e in meno di dieci minuti ero già fuori.

Quando sono uscita ho sperato ardentemente che Francesco non fosse nella mia camera, perché era l'ultima persona che avevo voglia di vedere in quel momento.
Non avevo intenzione di litigare con lui davanti alle mie coinquiline, e neanche di far finta di niente finché non fossimo stati da soli, perciò non sapevo come mi sarei comportata.

Tutte preoccupazioni inutili, comunque, perché lui non c'era.
A quel punto il cervello ha iniziato ad assillarmi di domande senza risposta che mi hanno fatto prudere le dita e diventare rossa dal nervoso.

È ancora di là con lei? Costa le starà dicendo? L'avrà abbracciata per consolarla? Sono da soli?

Basta.

Mi sono obbligata a non mettere piede fuori dalla stanza per andare a controllare, e adesso me ne sto seduta sul letto da più di venti minuti con i nervi a fior di pelle e l'irrefrenabile e crescente voglia di andare a prendere a calci qualcuno.

«Ah Noe ma sei qui?»

Le vittime del mio malumore entrano in camera in quel momento, ignare del fatto che scaricherò su di loro tutta la mia frustrazione perché non sono abbastanza matura per essere in grado di gestire i miei sentimenti.

«No»

Rispondo infatti acidamente, buttandomi di schiena sul letto e ignorando le occhiate stranite che Carola e Serena.

«Pensavamo che fossi di là con Francesco, se no saremmo venute prima a farti compagnia»

Si giustifica la ballerina castana, facendo qualche passo verso di me e sedendosi sul mio materasso.

Scrollo le spalle in un pigro tentativo di farle capire che non deve preoccuparsi, ma la mia apatia apparente sembra far preoccupare ancora di più sia lei che la ballerina pugliese.

«Che hai?»

Mi chiede infatti Serena, sedendosi anche lei sul mio letto e guardandomi preoccupata mentre me ne sto stesa a pancia in su con lo sguardo fisso sul soffitto.

Rimango in silenzio e mi mordicchio nervosamente il labbro inferiore, adesso sono troppo sensibile per affrontare una situazione di questo tipo e voglio assolutamente evitare di mostrarglielo ancora di più permettendo ai miei occhi di diventare lucidi.

«È per la puntata?»

Insistono, offrendomi fortunatamente una scusante per il mio comportamento.

«Sì»

Confermo semplicemente, sperando di convincere anche me stessa di sentirmi così esageratamente abbattuta per quello, e non per un ragazzo. Non di nuovo.

«Amore ma è capitata a tutti una puntata no! Tu hai sempre spaccato, un momento di down è più che normale! Non stare così giù»

Mi consola Carola, stendendosi con me e abbracciandomi forte.
Stringo appena gli occhi sforzandomi di non far prendere il sopravvento ai miei nervi, stanno solo cercando di aiutare.
Eppure la puntata adesso è proprio l'ultimo dei miei problemi, e questo non va per niente bene, perché dovrebbe essere il primo.

«Vuoi una cioccolata? Il tuo MP3? Chiamo Francesco?»

«No!»

La interrompo di botto, accorgendomi troppo tardi di aver risposto in modo troppo precipitoso.

«Cioè no, grazie.»

«E perché no?»

«Perché non ne ho bisogno, se no me li sarei presi da sola»

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