13.Non è la stessa cosa

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Oggi ho passato tutto il pomeriggio con Luca come ai vecchi tempi.
C'erano tutti in casetta, anche Carola e Serena, però noi abbiamo deciso di stare per qualche ora assieme perché era da un po' che non ci prendevamo del tempo per la nostra amicizia.

Non abbiamo parlato di molto, più che altro abbiamo scherzato tantissimo e commentato le assegnazioni della settimana.
L'ho accompagnato a fumare tipo tre volte, abbiamo fatto merenda, un paio di partite a briscola e poi il pomeriggio era già praticamente finito.

A volte mi dimentico che esista questa leggerezza, tendo a sovraccaricarmi di molti pensieri e ultimamente sto del tutto trascurando questa parte un po' più superficiale dei rapporti umani.
Non che ne sentissi particolarmente la mancanza, anzi, continuo decisamente a preferire relazioni che vanno in profondità, ma quando si vuole bene alle persone si impara ad andare oltre a quello che si vorrebbe pur di stare insieme.

C'è da ammettere che è stato Luca a chiamarmi, e che nonostante stare con lui mi abbia fatto piacere, è innegabile che ogni volta che vedevo Crytical passare mi veniva voglia di inventare una scusa per abbandonare il cantante napoletano e andare da lui.

Non l'ho fatto perché già ci sono troppe persone che sospettano che la nostra amicizia sia qualcosa di più, quindi vorrei evitare di buttare altra carne al fuoco.

Adesso siamo al tavolo della cucina e Luca sta tentando di convincermi a fare la terza merenda del pomeriggio, e potrei giurare di non aver mai visto una persona mangiare quanto lui.

«Manca un'ora alla cena Lù, non ho intenzione di farmi latte e biscotti alle sette di sera»

Metto le mani avanti, ricevendo in risposta un'occhiataccia da parte del cantante che poi scrolla le spalle e continua a mangiare da solo.

«Dovresti prenderlo come un aperitivo»

«Con i biscotti?»

«Sì!»

«E quello che hai fatto due ore fa?»

«Merenda»

«E quello ancora prima?»

«Dolce post-pranzo. Non mi farai crollare, il mio piano alimentare non ha falle»

Rido della sua convinzione, scuotendo la testa con fare esasperato e chiedendomi come si faccia a stare seri in sua presenza.
In quel momento entrano in cucina Guido, Nicol, Luigi e Francesco.
I primi si avvicinano al frigo e cominciano a ragionare ad alta voce su cosa mangiare, mentre gli altri due ragazzi prendono due pacchetti di patatine e si mettono a mangiarli al bancone a qualche metro da noi.

Crytical mi guarda di sfuggita, e io corrugo le sopracciglia trovando strano che distolga lo sguardo immediatamente, senza uno dei suoi soliti sorrisi.

Vorrei assalirlo di domande sulla sua giornata, chiedergli cos'ha fatto in queste ore in cui non ci siamo parlati, sapere come vanno le assegnazioni della settimana e sentire qualcuno dei suoi pensieri sempre così giusti e pieni di spunti di riflessione.
Voglio sapere tutte queste cose, e non so neanche perché.

Lo osservo di soppiatto mentre sgranocchia con voracità le sue patatine al formaggio, ascoltando l'amico mentre gli racconta qualcosa e commentando brevemente di tanto in tanto, per poi annuire in silenzio il resto del tempo.

Mi chiedo se con Luigi si trovi davvero bene come vuole lui, o se ci stia assieme solo perché non può starsene sempre da solo nella sua stanza.

«Ja ma stai connessa? Mi stai ascoltando?»

Luca mi prende per il braccio scuotendomi senza delicatezza e riportandomi alla realtà.
Distolgo in fretta lo sguardo da Francesco, e arrossisco lievemente tornando a dare la mia attenzione al napoletano che mi ha volta con le mani nel sacco.

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