5.Qualche difetto

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Chiudo la chiamata con mia madre esasperata da tutte le sue raccomandazioni, nonostante sia fiera di me non riesce a trattenersi dall' aggiungere sempre qualche rimprovero o qualche dritta ai complimenti.

Adesso ho due ore di pausa, dovrei occuparle studiando le dispense della Celentano o andando in palestra, ma sono così stanca che se faccio qualcosa di produttivo non arrivo sana e salva a lezione.

In più oggi ha cucinato Luca, e se già ieri per colpa di Dario avevo mangiato a malapena, oggi alla vista della sua carbonara ho saltato direttamente il pranzo.
Quindi mi brontola lo stomaco e sono terribilmente annoiata.

C'è un po' di gente in casetta in realtà, potrei passare il tempo socializzando, però è proprio uno di quei momenti dove mi viene la nausea solo a pensare di fare conversazione.

«Vieni a giocare a carte Noè? Ci serve il quarto per briscola»

Come se mi avesse letto nel pensiero, Luca mi chiama facendomi cenno con la testa di raggiungere lui, Luigi e Albe.

«No Lù grazie, non mi va adesso»

«Ma che fai là da sola? Vieni a vederci almeno»

«Non ho voglia di alzarmi»

«Allora vuoi che venga lì io?»

«No, no. Sto bene qui, mi sto riposando»

Ormai i miei compagni hanno capito come sono e mi hanno accettata nonostante ogni tanto non voglia parlare con nessuno.

Luca è uno dei pochi che insiste ancora quando vede che non sono in vena di socializzare, ma la cosa non mi infastidisce particolarmente.
Tra me e lui c'è un bel legame, gli voglio bene e so che lui ne vuole a me, quindi capisco che cerchi sempre di coinvolgermi. Ha paura che mi senta sola.

Poggio la nuca allo schienale del divano e chiudo gli occhi giusto per riposarli un po', visto che purtroppo di dormire non se ne parla.
Forse dovrei parlare a Veronica del mio problema con il sonno, non ci vorrà molto prima che diventi invalidante e mi crei dei problemi seri con le lezioni.

Sto quasi per riuscire a spegnere il cervello per chiudermi in quella specie di bolla al limite della dormiveglia che per me è ciò che più si avvicina ad un riposino, quando la porta della casetta si apre accompagnata da un rumore eccessivo.

Rea, Francesco e Nicol entrano in salotto riempiendo il silenzio con le loro chiacchiere, hanno appena finito le lezioni e credo che il loro orario sia il migliore perché da ora hanno tutta la giornata libera.

Apro prima un occhio e poi l'altro, disturbata dal rumore, e saluto i ragazzi con un veloce gesto della mano.

«Ciao belli»

Saluta Rea, avvicinandosi a me per lasciarmi un bacio sulla guancia per poi andare dagli altri a chiacchierare.
Nicol va a prendere una bottiglietta d'acqua dal frigorifero, mentre Crytical prima di tutto si toglie il giubbotto come se non potesse resistere neanche un secondo in più con quello indosso.

«Ma che cazzo di caldo fa»

Soffia col viso arrossato, facendomi sbuffare una risata per il modo sconvolto con cui pronuncia quelle parole.

In quel modo attiro la sua attenzione e si volta verso di me con le sopracciglia alzate, per poi sorridere divertito dopo qualche secondo di stupore.

«Ciao»

Mi saluta, e per qualche motivo mi sento subito più allegra.

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