24.Ciò che sei disposta a dare

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Quando anche Albe, che è sempre l'ultimo dei nostri amici ad andare a dormire, si ritira nella sua stanza, io e Francesco rimaniamo finalmente da soli.
È come se bramassi ma allo stesso tempo tenessi questo momento da tutto il giorno.

Ci godiamo il silenzio per qualche minuto come sempre, non importa quante cose abbiamo da dirci, ascoltare per un po' il rumore dei nostri respiri che squarciano la quiete ha sempre la priorità.

Se conosco Crytical, cosa di cui sono giorno dopo giorno più sicura, è molto probabile che sia abbastanza diretto da andare dritto al punto.
Anzi, trovo strano che non abbia ancora accennato all'argomento, ma magari sta solo aspettando il momento giusto. Se non dovesse farlo neanche stasera penserei che ci sia qualcosa che non va, il che sicuramente mi impedirebbe di dormire stanotte, anche se alla fine mi eviterebbe un bel po' di imbarazzo.

Quando mi sono goduta abbastanza i minuti di quiete, mi giro verso il cantante e scopro che mi sta già guardando.
Ha un'espressione serena sul volto, al contrario di me che nonostante mi senta felice sono piuttosto tesa.
Mi guarda con quegli occhi azzurri come il cielo e sembrano così puri da essere quelli di un bambino.

Allunga una mano verso la mia testa, carezzandomi dolcemente i capelli per poi ripormene una ciocca dietro all'orecchio con la sua solita delicatezza.
Quando mi sfiora sento quasi un dolore allo stomaco, una fitta intercostale che per un attimo mi toglie il fiato. E mi terrorizza.

«Come stai?»

Sussurra il ragazzo, e io non ho bisogno che aggiunga altro per capire che si sta riferendo a ieri sera.
Tiro un sospiro di sollievo, come se sapere che non vuole evitare l'argomento in qualche modo mi liberasse da un peso.

«Così bene da farmi paura»

Soffio in risposta, accennando un sorriso nostalgico e facendo attenzione a non distogliere lo sguardo da quello del cantante, che mi attira come una calamita.

Annuisce, come se comprendesse, e io mi accoccolo sulla sua mano poggiando la guancia al suo palmo, ancora accanto al mio viso.
Il contatto con la sua pelle mi dà un conforto caldo, che mi fa sentire al sicuro all'istante nonostante il cuore che mi trema nel petto.

«Non sai cosa darei per farti fidare di me»

Sospira, con dolcezza, e io guardo i suoi occhi e semplicemente non posso credere che mi stia mentendo.
Il fatto è che il mio inconscio subdolo mi ricorda che è possibile che adesso lui la pensi davvero così, ma che in futuro tutto potrebbe cambiare.

«Lo so, ma non sei tu il problema Fra. Sono i fantasmi del passato»

Confesso, stringendomi nelle spalle, e il ragazzo sta in silenzio sperando come sempre che aggiunga qualcosa, anche se infondo sa che non lo sarò.

«I fantasmi sono fantasmi per un motivo. Dovrebbero restare nel passato»

Mi fa notare, poggiando la nuca alla testiera del divano senza smettere di guardarmi.

«Credimi, vorrei che fosse così facile»

Il cantante si fa un po' più vicino, come se volesse poter sussurrare ancora di più ma essere comunque ascoltato da me.

«Quando ti guardo mi sembra di guardarmi allo specchio»

Lo dice come se fosse un segreto, e io sento così tante emozioni da sentirmi stanca fisicamente.

«Quindi credimi che so quanto sia difficile per te parlare di ciò che ti ha ferito. Per me lo è così tanto da impedirmi quasi sempre di riuscire a farlo»

Lo guardo con ammirazione, tratto le sue parole come se fossero oro colato, e credo abbia un potere tanto grande su di me da farmi credere a qualsiasi cosa esca dalle sue labbra.

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