PIRATE SHIP_Lyontobbi

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Universe: Lyon e Cico sono due adolescenti, vivono nella stessa città. Migliori amici da sempre, hanno iniziato a frequentarsi come qualcosa di più da qualche mese, senza però dimenticarsi della loro amicizia.

Ship: Lyontobbi

Warnings: parolacce censurate; è un po' lunghetta; non ci sono scene troppo spinte ma alla fine c'è un luuuuungo bacio


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"Avanti! Avanti sbrigati!"
"Ci sto provando!"
Il ticchettio della forcina e del cacciavite nella serratura riempivano l'aria carica di salsedine insieme allo scricchiolio del vecchio legno della passerella su cui si trovavano.
"Dai, muoviti!" insisteva Cico, assillando l'altro ragazzo affinché facesse in fretta. Il rosso continuava a battere ritmicamente il piede a terra cercando di sfogare la tensione, azione che però non faceva altro che innervosire Lyon: "Puoi, per favore, smettere?" aveva chiesto pochi minuti prima, scandendo con asprezza ogni singola lettera. "Tu pensa a lavorare." aveva risposto in fretta Cico, iniziando a mordicchiare l'unghia del suo indice.
"Quanto ci vuole ancora?!"
"Se tieni chiusa quella bocca, sicuramente meno"
Lyon era inginocchiato all'altezza della maniglia mentre smanettava nella serratura con una forcina e un cacciavite nel tentativo di forzare il lucchetto che teneva chiusa la porta. Erano ormai diversi minuti che ci provava e stava per perdere la calma. Ma ormai era diventata una questione personale.

Quella mattina i due ragazzi si stavano annoiando. Si erano dati appuntamento alla sala giochi per passare un po' di tempo insieme, come facevano sempre, ma appena erano entrati avevano trovato il loro arcade preferito rotto. Era un pezzo di storia, aveva iniziato a funzionare male da tempo e non c'era da stupirsi che avesse smesso del tutto. Ogni tanto non salvava i punteggi, o si bloccava il display facendogli perdere la partita. Ma era il luogo in cui si erano conosciuti, il luogo dei loro primi incontri. Quello del loro primo (e ufficiale) appuntamento.
Quando un dipendente della sala giochi gli aveva detto che sarebbe stato presto sostituito con il modello nuovo per rincuorarli, Lyon li aveva quasi staccato la testa. "Modello nuovo" aveva borbottato "e chi m*****a lo vuole il modello nuovo!".
Così avevano deciso di andare a casa di Cico, ma con la madre lì presente non potevano fare molto. Non era una donna cattiva, o omofoba, era solo severa su certe cose: "non fate chiasso che i vicini si lamentano", "state lontano almeno un metro dagli schermi che vi si rovinano gli occhi", "non mangiate schifezze che vi fa male alla salute". Oh, e "le porte sempre aperte".
Ma a casa di Lyon erano venuti in visita i suoi zii. E quello sì che voleva dire omofobi.
Così i due si erano accontentati di un pomeriggio noioso, lontano un metro dagli schermi e con una merenda esageratamente salutare (il che non era stato troppo male in fin dei conti).
La sera poi erano usciti a fare un giro al porto della città. E lì avevano avuto l'idea.
La grande nave dei pirati, attrazione turistica sconosciuta al mondo ma pubblicizzata da volantini sparsi per tutta la città, aveva attratto la loro attenzione. Ci erano andati milioni di volte, fin da bambini, e continuavano ancora a visitarla di tanto in tanto. Non era nulla di eccezionale, solo la riproduzione di una nave pirata, ma era sempre bello farci un giro. Quella volta, però, il loro tour sarebbe stato privato.
Tornarono alle rispettive case e prepararono gli zaini. Dissero ai genitori che avrebbero dormito l'uno dall'altro e si rincontrarono qualche ora dopo l'orario di chiusura dell'attrazione.
Il cielo era scuro ma l'aria che proveniva dal mare calda. Soffiava un leggero venticello e sopra di loro brillavano una luna quasi piena e miliardi di stelle. Superarono scavalcando il basso cancelletto di ferro e arrivarono alla porta, chiusa da un grosso lucchetto di metallo grigio e una catena che bloccava la maniglia. Lyon, che per qualche ragione che Cico preferì non approfondire, aveva già scassinato una serratura, si mise all'opera.

"Hai finito!?" la voce lamentosa del rosso metteva alla prova i nervi del ragazzo. "Un. Attimo."
"Ci stai mettendo troppo. Così ci farai scoprire!"
"Se sei così bravo fallo te!"
"C-Cosa!? Io!? Ma non l'ho mai fatto!"
"Allora non rompere e tieni ferma quella torcia, che non vero niente!"
"Sai che c'è? È stata una pessima idea."
"Una TUA pessima idea!"
"Avresti sempre potuto dirmi 'No, Cico, è una cavolata. Perché non andiamo a fare qualcosa che NON SIA illegale'!"
"Te l'ho detto che non era legale!"
"Non abbastanza a quanto pare!"
"Quindi adesso è colpa mia se tu non hai un minimo di buon senso!?"
"Io ho tutto il buon senso che mi serve!"
"Ah, sì?"
"Certo!"
"Allora guarda dove siamo adesso!!"
"Questo non-"
"Ce l'ho fatta!"
"Che cosa!?"
"CE L'HO FATTA! La porta è aperta!"
"Davvero!?"
Lyon sfilò il lucchetto e disciolse la catena dalla maniglia.
"Io ti amo!"
Cico saltò al collo del castano, che per poco non perse l'equilibrio finendo in acqua. Gli diede un bacio tra i ricchi scuri e gli strinse le spalle da dietro. Come risposta Lyon si girò afferrandolo per il mento e baciandogli una guancia. Le labbra si staccarono con uno schiocco e il viso di Cico si colorò di rosso.
Lyon gli scompigliò i capelli con una mano mentre con l'altra si aggrappò al corrimano di corda per alzarsi. Una volta in piedi guardò il rosso sorridendo: "A te l'onore" disse, scostandosi un poco dalla porta.
Il ragazzo si fece avanti, afferrò il ferro freddo e con una lieve pressione spinse in basso la maniglia. Poi appoggiò una mano sul legno della porta e la aprì delicatamente. Cigolando sul pavimento rovinato, la porta lasciò entrare un lieve fascio di luce nell'anticamera dell'attrazione. I due oltrepassarono la soglia ritrovandosi in un cubo di legno.
Era una piccola stanza rivestita da tendaggi rosso scuro. Alle pareti erano appesi dei cartelloni con una breve sintesi sulla realtà pirati nella storia. Durante l'orario di visita dei neon illuminavano le scritte e le stampe di barche e colonie a cui erano affiancate, incorniciate come se fossero quadri famosi. Ora però era tutto buio.
Cico illuminò una delle immagini: ritraeva un gruppo di pirati mentre assaltavano una barca spagnola nel cinquecento. "Guarda!" disse, girandosi verso Lyon e accecandolo per sbaglio con la torcia. Con una smorfia infastidita, il ragazzo si coprì gli occhi e si avvicinò alla stampa.
"Quello è palesemente il mio antenato pirata." Indicò con sguardo orgoglioso uno dei dei personaggi della scena. Aveva una grossa sciabola e indossava una bandana da sotto alla quale spuntavano dei ciuffi rossicci.
"Serio?" domandò Lyon con aria scettica.
"Ovviamente" Cico raddrizzò la schiena appoggiando le mani sui fianchi: "Non noti la somiglianza?"
"Noto che siete scemi uguali."
"Hey!" Corrucciò la fronte e mise il broncio. "Sei solo geloso perché tu non hai un antenato pirata." e con un gesto teatrale, incrociò le braccia al petto.
"Come no? Certo che ce l'ho! Eccolo lì!" e puntò il dito su quello che aveva tutta l'aria di essere il capitano. "Visto?" chiese con aria fiera.
"Cosa? No! Tu non puoi essere il capitano!" protestò Cico.
"Infatti non sono io. È il mio antenato."
"Ma così non vale!"
"E perché?"
"Lo volevo io l'antenato super fico!"
"Ma non ce l'hai"
"Ma-"
"Se tu avessi un antenato super fico, lo avresti detto subito. Ma invece hai indicato un semplice pirata qualunque-"
"..."
"- e questo perché tu sai che non puoi discendere dal capitano."
"Ma- Io-"
Con un finto sguardo compassionevole, Lyon appoggiò una mano sulla spalla del rosso: "Cico, se tu avessi avuto nella tua discendenza il sangue di un capitano pirata, non credi che le cose sarebbero un po' diverse adesso?"
"Che- Che intendi dire?"
"Che tu non saresti il bottom." Concluse con aria diplomatica.
Cico rimase a fissare il vuoto con la mascella aperta per un paio di secondi, prima che quelle parole prendessero forma nel suo cervello.
"C-Cosa? Hey! Io sono top! Molto top, okay!? Mi hai sentito!? Molto. TOP."
Quasi urlò dietro a Lyon mentre lui scompariva dietro la tenda rossa che copriva l'ingresso alla barca vera e propria. Poi lo seguì di corsa, oltrepassando l'apertura.

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