GIVE ME MY SIN AGAIN_strecico

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Universo: i wgf fanno parte del club di teatro della loro scuola; quest'anno hanno deciso di inscenare la tragedia shakespeariana di Romeo e Giulietta

Ship: Strecico

[le battute dello spettacolo le ho semplicemente prese dal primo sito internet che ho trovato, e fanno parte dell'atto I, scena V dell'opera]

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<Ugh! Ma dove diavolo è!?>
Sbottò Anna, seccata. Si alzò dalla sedia e si mise a camminare in cerchio. Quell'anno era stato assegnato a lei il compito da regista e, da persona ambiziosa quale era, aveva intenzione di realizzare il miglior spettacolo che la scuola avesse mai visto. Decisa l'opera, preparato il copione e assegnati i ruoli, avevano iniziato a provare già da qualche settimana e tutto era andato alla perfezione. Fino a quel momento.
<Anna, stai tranquilla, sono sicuro che arriverà> cercò di rassicurarla Alex.
<Doveva essere qui più un'ora fa!> replicò lei.
<Probabilmente ha solo avuto un contrattempo> disse Paga, porgendole un bicchiere d'acqua.
<Non mi importa! Mi serve la mia protagonista!>
Anna strappò il bicchiere dalla mano di Paga e bevve a lunghi sorsi: <Grazie.> sospirò restituendolo. Non le piaceva essere scortese con i suoi amici, ma quando le cose non andavano secondo i suoi piani diventava non poco nervosa.
<Anna che facciamo?> Cico scese con un balzo dal palco: <Io ho bisogno di qualcuno con cui provare.>
<Questo lo so Cico. Ciò che mi serve sapere ora è dove si trovi la mia Giulietta!> intimò Anna, fissando Jerick e Piace.
<Mi dispiace, abbiamo provato a chiamarla ma non risponde!> si giustificò il primo.
Anna sbuffò: <Non è colpa vostra.>
<Ma sì, Anna, vedrai che ora arriva> provò di nuovo a tranquillizzarla Alex. Ma non fece in tempo a finire la frase che la porta del teatro si spalancò di colpo.
<Anna!> Piadina entrò correndo. <Anna-> si fermò sulla soglia per prendere fiato e poi camminò velocemente verso la regista.
<Piadì che succede!?> domandò Anna preoccupata.
<Giorgia, la ragazza che interpreta Giulietta> cercò di spiegare, piegato in due dalla corsa: <è caduta dalle scale, le hanno dovuto mettere il collare cervicale.>
<Oh, cielo!> Anna sì coprì la bocca con le mani.
<Non potrà recitare per almeno due settimane.> continuò Piadina, raddrizzando la schiena.
<Ma è terribile!> Anna sgranò gli occhi.
<Deve essersi fatta molto male!> disse Piace con aria preoccupata.
<Che importa!> esclamò Anna: <Come faccio io ora senza Giulietta?!>
La ragazza si mise le mani tra i capelli e iniziò a fare su e giù per la sala. Gli sguardi di tutti finirono su di lei.
<Anna ci serve un'idea.> disse Cico. <Non posso recitare da solo.>
<Ci sto pensando.> rispose lei.
La registra si guardò intorno: chi di loro sarebbe stato in grado di sostituirla? Chi conosceva già la parte?
Sormontata da un ammasso di vestiti, una figura attraversò la stanza, passandole accanto. Come se avesse avuto un'incredibile illuminazione, Anna afferrò il braccio che spuntava da sotto la stoffa, costringendola a fermarsi. <Tu!> gridò.
Alcuni abiti scivolarono a terra a causa del contraccolpo dato dallo strattone. La figura si abbassò per riprenderli ma Anna la ritirò su.
<Sarai tu!>
Due occhi gialli la fissarono sgranati: <C-Cosa?>
<Tu sostituirai la protagonista.>
<Ma, Anna-> abbassò il tono di voce: <io mi occupo dei vestiti, non della recitazione.> disse, non nascondendo un certo disagio.
Lo sguardo deciso di Anna fissò il suo viso: <Stre, lascia stare quegli stracci.> lo prese per il gomito e lo girò verso il palco: <da oggi sarai la mia nuova Giulietta.>

Ci vollero qualche minuto e molte preghiere per convincere Strecatto a recitare. Non che non volesse dare una mano ad Anna, e anche all'interno spettacolo, certo. Ma c'era un motivo se fin dall'inizio aveva scelto un compito dietro le quinte.
<Sarà solo per sta volta> lo aveva implorato Anna. <Fallo per me> aveva aggiunto.
Stre osservò il palco da dietro le quinte: era così grande e vuoto. Gran parte della scenografia era ancora in lavorazione, perciò le uniche decorazioni presenti sulla scena erano dei vasi di polistirolo, qualche cassa di materiali e una luna colorata a metà.
Stringendo il copione in mano, camminò titubante oltre il sipario rosso. Il legno chiaro cigolò sotto di lui, facendolo sentire ancora più insicuro. Avanzò fino al centro del palco, dove una grossa X di nastro adesivo nero segnava la sua posizione.
Davanti a lui, in piedi, al centro del palco, Cico sembrava trovarsi nel suo habitat naturale.
Lo sguardo del rosso fece arrossire le guance di Stre: <Stai tranquillo> gli sussurrò avvicinandosi al suo orecchio: <Se sbagli non succede niente.> Stre strinse il copione contro il suo petto. <È solo una prova> gli sorrise Cico, mentre si allontanava dal suo viso. Stre annuì piano e il ragazzo sorrise ancora di più. Poi il rosso sollevò il suo copione, diede un rapido sguardo alle righe e incominciò a recitare:

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