HAPPY BIRTHDAY_strenauts

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>>> Breve one-shot, mentre lavoro ad una un po' più complessa :)

Universo: mondo reale in cui i Alex e Stre vivono vicino

Ship: strenauts

Era sera e Alex aveva appena finito il suo "riposino post-cena", quando il suono dell'ennesima notifica lo costrinse a controllare il telefono. Aprì WhatsApp e trovò una lunga lista di messaggi non letti sul gruppo dei WGF che continuava ad allungarsi. Aprì la chat e lesse velocemente la conversazione, giusto per capire di cosa si trattasse, e iniziò a scrivere anche lui. Era una discussione suoi nuovi video da portare, interrotta più volte da cazzate e prese in giro, alla quale tutti stavano partecipando. Tutti tranne uno.

Alex: Ma Strecatto è morto?!

Lyon: Bho, sarà ancora a festeggiare

Giorgio: Magari si è ubriacato e adesso è davanti allo specchio a provarci con se stesso

Mario: O a girare per strada gridando che è il più luccioso di tutti

Alex: No, un momento...
cosa intendi con "festeggiare"?

Lyon: Il suo compleanno, no?

Alex: C-Compleanno!?

Alex abbassò in fretta la tendina delle impostazioni del telefono per leggere la data. "Cazz-"

Alex: PERCHE' NON ME LO AVETE DETTO!?

Stefano: Che cosa?

Alex: CHE ERA IL SUO COMPLEANNO NO!?

Cico: Bhe, pensavamo che lo sapessi!

Lyon: Infatti!

Alex: Ma scusate, non gli auguri non gli e li avete fattti!?

Giorgio: Io gli e lo fatti in privato

Lyon: Esatto

Anna: Già anch'io

Cico: Idem

Stefano: Infatti

Mario: Me too

Il ragazzo bloccò velocemente il telefono e lanciò un'occhiata all'orologio: 22.30
Cavolo se era tardi...
Ma non poteva non fare nulla. Era il compleanno di Strecatto, e il minimo che avrebbe dovuto fare Alex era ricordarselo. Ma non era stato così. E di certo fargli gli auguri ora non era un'opzione. Doveva farsi perdonare. Doveva trovare il modo. E doveva farlo in fretta.

Salì di corsa le scale che lo portarono in camera sua e si cambiò velocemente. Poi prese il suo zaino e ci infilò in fretta tutto ciò che gli venne in mente. Un paio di coperte, dei cuscini, qualche candela... Staccò le lucine a forma di piccole lanterne di carta che aveva sopra la scrivania e infilò anche quelle. Poi si mise velocemente la giacca e riscese le scale correndo. Afferrò il telefono che era ancora sul comodino accanto al divano e le chiavi di casa accanto alla porta d'ingresso. Si infilò il portafoglio in tasca, spense le luci ed uscì. Salì in macchina gettando lo zaino sul sedile posteriore e partì verso una meta imprecisa. Girò per un po' con la mente così piena di pensieri da non capirci più niente, quindi si fermò di fronte a un piccolo negozio aperto ventiquattr'ore su ventiquattro e vi entrò con passo deciso. Ne uscì pochi minuti dopo con due buste di plastica riciclabile in mano. Risalì in auto e ripartì, deciso sulla meta.

Pochi minuti dopo si fermò nuovamente e scese dal veicolo con tutto ciò che aveva portato. Era all'ingresso di un parco, piccolo ma carino, che Strecatto gli aveva mostrato qualche mese prima, quando lui si era trasferito lì. Era anche il preferito del rosa e in effetti aveva tutti i motivi per esserlo: c'era un bel prato, delle panchine, una piccola piazzetta con una fontana, molte aiuole di fiori ben curate, diversi alberi e persino un laghetto. La notte poi, migliaia di lucciole si svegliavano e sembrava che le stelle fossero scesa ad accarezzare la Terra.
Alex varcò la soglia e iniziò a guardarsi intorno alla ricerca del posto perfetto. Ne valutò diversi ma alla fine trovò quello adatto. Era accanto allo stagno, tra un alto albero e un lampione in stile art déco. Per prima cosa dispose una coperta a terra e vi appoggiò sopra i cuscini in modo da creare uno spazio comodo e confortevole. Poi appese le mini lanternine legando un capo del filo al lampione e l'altro all'albero. Infine dispose qualche candela ai lati per illuminare maglio la zona e quindi sistemò snack e bevande. Aveva comprato alcune ciotole non troppo grandi per versarci dentro le patatine e i salatini e due bicchieri di plastica magenta trasparente per il sidro all'amarena che però a primo impatto sembravano calici di vetro.
Dispose tutto sulla coperta, accese le candele, sistemò ogni dettaglio. Poi fece qualche passo indietro e osservò il lavoro fatto: era davvero bello.
Ora restava da fare la cosa più complicata: scrivere e far in modo che Strecatto arrivasse. Afferrò il telefono e facendo un grosso respiro. Mandò un messaggio al ragazzo dicendogli di vedersi lì immediatamente, senza dare motivazioni o parlare del compleanno. Il rosa rispose quasi subito con un semplice "arrivo". Era probabilmente confuso, forse preoccupato, ma non fece domande. Alex approfittò del tempo dell'attesa per ricontrollare tutto ancora una volta, poi lanciò un'occhiata all'ora: "23.05... Speriamo solo che Strecatto arrivi in tempo..."

Una quindicina di minuti dopo, il rosato era all'ingresso del parco. Si diresse verso il luogo dell'incontro seguendo le poche indicazioni dell'amico. Intravide una luce nell'oscurità e si avvicinò titubante. Fece ancora qualche passo, poi si bloccò per lo stupore. Nei suoi occhi spalancati si rifletteva quello scenario idilliaco, con le luci delle lanterne e delle candele che si confondevano con quelle delle lucciole che fluttuavano nell'oscurità e delle stelle che brillavano nel cielo. Ancora esterrefatto dalla sorpresa, sentì un paio di braccia cingergli il busto. Sobbalzò leggermente, ma si calmo subito riconoscendo quel calore famigliare. Spostò la testa leggermente di lato per far spazio a quella che si era appena appoggiata sulla sua spalla. Sentì il suo respiro caldo e avvolgente sfioragli la guancia.
<Buon compleanno, tesoro...>

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