SNOW_Thebadgeorge

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Universo: mondo reale

Ship: nessuna nello specifico (un po' di Thebadnauts, se leggete tra le righe)

Avvertenze: parolacce (poche); religione (?) [non lo so, si parla del dio cristiano ma non è il vero e proprio argomento]

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Giorgio era seduto sul divano, in salotto, davanti alla televisione spenta. Scorreva annoiato tra i vari post e le diverse storie su Instagram, senza prestare davvero attenzione a nulla. Il cielo era nuvoloso, faceva freddo e un monotono grigio invernale appiattiva il mondo oltre la finestra.
Il padre del ragazzo era al telefono da una ventina di minuti, parlava sorridendo e il suo solito sguardo serio sembrava stranamente felice. Alle sue spalle la madre di Giorgio faceva avanti e indietro per la casa, sistemando qualche decorazione e controllando che tutto fosse in ordine. Ogni tanto borbottava qualcosa, di a malapena comprensibile, chiedendosi dove fosse quella, o quell'altra cosa, senza curarsi mai di specificarne il nome.
Giorgio non le prestava attenzione. Capiva una parola ogni tanto della conversazione del padre ma non si preoccupava di ascoltare una frase per intero. Passò qualche minuto ancora, poi l'uomo finì la chiamata, mise il telefono in tasca e annunciò con un largo sorriso: <Sono arrivati!>.
La madre di Giorgio si bloccò per qualche istante, girò la testa da un lato all'altro come se avesse dimenticato qualcosa. Il ragazzo alzò lo sguardo dal telefono girandosi in direzione del padre, con scarso interesse. <Vado a prenderli all'aeroporto, ci vediamo tra un po'.> Continuò lui, prendendo dall'attaccapanni accanto alla porta il cappotto e indossandolo mentre usciva.
Giorgio sapeva di chi stesse parlando. Erano settimane che i suoi organizzavano tutto quanto. E per quanto a Giorgio non importasse, sapeva anche che giorno fosse. Ventiquattro dicembre, la Vigilia di Natale. Ogni anno la sua famiglia si riuniva per festeggiare insieme. Quasi tutti i parenti del ragazzo abitavano in Sicilia, chi più, chi meno lontano, e non era difficile ritrovarsi a casa di qualcuno. Quell'anno, però, sarebbero venuti anche i suoi cuginetti francesi. Erano loro e i loro genitori che il padre stava andando a prendere. Erano due gemelli, figli della sorella di sua madre e abitavano in una zona della Francia molto vicina all'Italia. Parlavano sia francese che italiano, o almeno era quello che era stato detto a Giorgio. Non li vedeva da quasi tre anni e l'ultima volta che li aveva incontrati non ne avevano nemmeno due. Non era mai stato bravo con i bambini, sperava solo che fossero abbastanza tranquilli e che non lo disturbassero.
Oltre ai due gemellini e ai loro genitori, ci sarebbero anche stati i nonni paterni e la nonna materna di Giorgio, alcuni zii e qualche altro cugino. Gli unici che conosceva davvero erano la sorella del padre, suo marito e loro figlio, Luca. Lo odiava.
Il papà di Giorgio tornò dopo qualche ora. Appena la porta si aprì, due piccole scheggie entrarono nella stanza gridando e ridendo, seguite dagli adulti che chiacchieravano tra di loro. <Meredith, come stai?> chiese la madre di Giorgio, avvicinandosi alla sorella con un grande sorriso. <Benissimo, tu? Ti vedo in forma!> <Tutto bene, dai.> Sorrisero scambiandosi due baci sulle guance per salutarsi. <Ziaaaaaaaaa!!!!!!> i due bambini urlarono in coro, correndo ad abbracciare la donna, che si abbassò subito per abbracciarli. <Ma come siete cresciuti!> <Sono più alta di Marco di ben tre centimetri!> disse fiera la bimba, con un sorriso enorme spezzato al centro dal buco di un dentino caduto.  <Daiiiii!> protestò il fratello. <Sofie!> la rimproverò sua madre. <Uffa!> il suo sorriso si piegó in un broncio <Però è vero...> borbottò piano, le braccia incrociate sul petto. Poi si girò e fece scorrere lo sguardo lungo il salotto, finché non incontrò quello di Giorgio. <Ciao!> salutò con un cambio d'umore impressionante. <Hey...> rispose il castano con un sorriso imbarazzato e leggermente sforzato. Squadrò velocemente le due figure che si trovavano davanti a lui: erano molto cresciuti rispetto all'ultima volta che li aveva visti e si assomigliavano abbastanza. Avevano entrambi i capelli castani, lei leggermente più chiari, lui un po' più mossi, e gli occhi grandi e marroni, pieni di allegria e meraviglia. Sofie era molto sveglia, solare e fin troppo loquace, mentre Marco era sempre stato più timido. Rispetto a tre anni prima erano molto più indipendenti e parlavano molto meglio, ma ora avevano cinque anni ed era normale. Avevano tutti e due un accento francese non troppo marcato, anche se Marco faticava a dire certe parole e spesso si impappinava o si bloccava mentre parlava. A volte faceva molti giri di parole per evitare di dover dire quella che non sapeva o che non riusciva a pronunciare. Sovente interveniva la sorella e questo Giorgio lo trovavo leggermente fastidioso.
I due bambini e i loro genitori avrebbero passato i successivi tre giorni in un hotel vicino per poi ripartire e trascorrere una settimana al mare. Essendo quei tre giorni Vigilia, Natale e Santo Stefano, il castano intuì anche che avrebbero trascorso molto tempo a casa sua.

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