MAID CAFÉ_strenauts

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Universo: Alex e Strecatto sono migliori amici, hanno circa sedici/diciassette anni e frequentano lo stesso liceo.

Ship: Strenauts

!Avvertenze!
Accenni a violenze psicologiche e verbali (e un po' anche fisiche) di sfondo sessuale.
Genitori omofobi :)
Oneshot lunghetta



"Eri davvero carino ieri~"
gli sussurrò maliziosamente all'orecchio. Stre era bloccato: la schiena contro la parete fredda, le spalle rigide, i piedi saldi a terra e le mani dell'altro, una accanto al suo viso, la seconda sul suo fianco, che lo immobilizzavano. Cercò di voltarsi di lato quando quel ragazzo gli stuzzicò l'orecchio con la lingua. Trattenne un singhiozzo mentre gli occhi gli si facevano lucidi.
Erano in un corridoio semi-deserto del liceo, intorno a loro gli amici di lui gli impedivano quasi totalmente la visuale.
Vedeva solo quel corpo che schiacciava il suo, quel volto che lo torturava.
"Non vedo l'ora di rivederti vestito così~" continuò con un ghigno l'altro. "Oggi pomeriggio ripasso e ti voglio solo per me" sorrise passando nuovamente la lingua sul lobo del più basso.
"Stre!" lo richiamo una voce molto famigliare.
Stava camminando per il corridoio quando, incuriosito dalla cerchia di persone, si era avvicinato e aveva visto il suo amico bloccato al muro da un ragazzo che per lui era un completo estraneo.
"Che cosa sta succedendo!?" domandò quasi urlando mentre si faceva spazio tra i ragazzi, sicuramente più grandi e muscolosi di lui.
Il tipo che prima bloccava stre contro la parete si spostò, squadrando il nuovo arrivato.
"Alex..." sussurrò in modo quasi impercettibile il piccolo ragazzo, ancora immobile contro il muro. Non sapeva se essere felice che fosse lì o meno. 
Era felice che, almeno per quel momento, fosse tutto finito, ma aveva desiderato, constantemente e più volte, che nessuno lo vedesse in una di quelle situazioni. Non voleva spiegare. Non poteva farlo.
"Chi sei tu!?" chiese infastidito il più grande dei tre, fissando Alex negli occhi.
"Un... amico... di Stre." rispose l'azzurro con aria di sfida ma titubando leggermente sulla parola 'amico'.
Dopo un attimo di esitazione sul viso del maggiore si formò una specie di sorrisetto. "Oh, okay." disse osservando Alex con uno sguardo d'intesa che però il ragazzo non colse. "Ci vediamo oggi pomeriggio" aggiunse poi, rivolto a Strecatto con uno sguardo che sembrava dolce ma che in realtà racchiudeva tutt'altro.
Fece un cenno col capo alla persona appena conosciuta e se ne andò insieme ai suoi amici.
Appena furono abbastanza lontani, Alex rivolse la sua attenzione a Stre: "Stai bene? Chi era quello?" domandò con tono preoccupato ma ansioso di sapere, avvicinandosi di un passo in più all'amico.
"St-sto bene." disse Stre raddrizzandosi la maglia ed allontanandosi dalla parete.
"Chi era?" insistette Alex, con tono un po' più dolce.
Il minore ci pensò un po' su, poi fece un respiro e rispose "Il... il mio fidanzato..."
Alex si bloccò per qualche istante, irrigidendosi e sbattendo le palpebre più volte. "Oh".
"O-ora devo andare" disse sbrigativo Stre.
"M-ma lui-" tentò Alex, ma venne interrotto dell'amico: "Va tutto bene!" cercò di rassicurarlo Strecatto con un falso sorriso "Adesso però devo andare" continuò con tono quasi dispiaciuto, lasciando l'altro da solo nel corridoio semi deserto.

~~~

Stre si trovava per l'ennesima volta quella settimana nel bagno della scuola, quello del terzo piano, il meno utilizzato, a piangere di fronte allo specchio macchiato e rigato appeso sopra ai lavandini. Singhiozzava da più di venti minuti mentre le sue lacrime non accennavano a smettere di scendere dai suoi occhi arrossati, scorrendo poi sulle sue guance rosee e finendo sulla ceramica rovinata del lavabo.
Strinse forte il bordo del lavandino mordendosi l'interno della guancia. Lo faceva spesso, da un po' era diventata un'abitudine: cercava di bloccare il pianto procurandosi una minima quantità di dolore, ma da tempo non bastava più e per questo la sua bocca era coperta di afte e non era raro che sanguinasse.
Proprio mentre si torturava l'interno del labbro, dei passi dietro di lui lo riportarono alla realtà.
Si asciugò frettolosamente le lacrime e si sciacquò velocemente la faccia con la fredda acqua del rubinetto, nel tentativo di nascondere il suo pianto. Poi si girò rapido notando la figura che, piano piano e con lo sguardo preoccupato si avvicinava a lui.
"Stre...?" lo chiamò Alex.
Il ragazzo finse un sorriso mentre cercava di sistemarsi.
"Stre, stavi piangendo?" gli chiese l'amico sperando che, almeno una volta, gli dicesse la verità.
"I-io... no! No, i-io stavo solo..."
"Lo sai che puoi dirmi tutto, vero?" domandò Alex, che da giorni aveva intuito che fosse successo qualcosa al suo amico. -Qualcosa di grave- pensava, ma sperava che, se fosse stato così, allora gli e l'avrebbe detto subito. Non era arrabbiato, voleva solo aiutarlo, vederlo così lo stava distruggendo, ma non poteva forzarlo a parlare.
Strecatto balbettò qualcosa di confuso e sconnesso che Alex non riuscì a capire, prima di uscire in fretta lasciando la porta a ciondolare sui vecchi cardini.

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