11. Lascia che ti aiuti

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"M-merda fa male"
Gemette Katsuki accasciato sul letto stringendosi il ventre mentre con l'altra mano si tirava i capelli dal dolore che stava provando.
Erano passati due giorni dall'accaduto e il calore non si decideva a partire.
Si era bloccato a causa di tutto quello a cui era stato sottoposto e non si sarebbe sbloccato tanto facilmente, questo l'Omega lo sapeva più che bene.

"Katsuki ti ho già detto come lo puoi far ripartire, non ci riuscirai in questo modo"

"V-vecchia torna da Ryota" Mitsuki era stata chiamata da Kirishima la sera stessa della catastrofe ed era stata informata di ciò che era successo, la quale aveva poi avvertito il marito che si sarebbe recata dal figlio e che quindi doveva badare al nipotino.
Appena arrivata a destinazione aveva ringraziato i due Alpha, che erano andati via subito dopo, e aveva iniziato a cucinare vari pasti per quando il biondino si sarebbe svegliato.

Ti avevo detto che stavi giocando col fuoco Katsuki e alla fine ti sei ustionato

Gli aveva sussurrato mentre accarezzava i capelli del ragazzo dorminte. 
Lo aveva cambiato, dato che i vestiti erano impregnati dell'odore dell'Alpha dai capelli verdi, e gli aveva messo varie bottigliette d'acqua in camera, in modo tale che al risveglio non gli fosse mancato nulla.

"Mi vuoi dare retta per una volta? Quanto vuoi andare avanti così? Sono due giorni che sei in preda ai crampi... quanto cazzo sei duro!"

"Troppo se lo vuoi sapere v-vecchiaccia!" Ringhiò rinchiuso nella sua camera con la madre fuori dalla porta, la quale era rimasta chiusa la maggior parte del tempo per risparmiarle la visione del figlio in calore.
Gli aveva ripretuto innumerevoli volte come fare per star meglio, ma quel caparbio biondo non ne voleva sapere di darle ascolto anzi, sembrava facesse di tutto per cavarsela da solo, cosa che non gli stava riuscendo troppo bene.

"N-non ci riesco... m-mamma" Singhiozzò crollando stringendo il cuscino tra i denti per non urlare dal dolore.
Mitsuki non ce la fece più ad ascoltare le suppliche di suo figlio che andavano avanti da ore e gli disse che sarebbe tornata più tardi, dopo una commissione urgente.
Prese la macchina e infrangendo ogni codice della strada possibile ed immaginabile parcheggiò, se così si può definire lasciare la macchina a metà sul marciapiede, davanti ad un palazzo, entrandoci senza badare alle guardie.

"Dovete andare affanculo, fatemi salire o giuro che faccio venire giù l'edificio" Ringhiò la donna emettendo feromoni per minacciare chiunque cercasse di non farla avanzare oltre l'atrio del piano terra.

"Signora Bakugo?" La bionda colse la palla al balzo e spinse una guardia per avvicinarsi al ragazzo bicolore.

"Dove cazzo è quell'imbecille? Non farmi incazzare pure tu o mi vedrai come mai mi avete vista in vita vostra"
Todoroki le disse di andare al settimo piano, che lì avrebbe trovato la persona che stava cercando.
Aveva visto raramente la donna, ma sapeva che fosse un Alpha con le contropalle e che avrebbe smosso mari e monti per suo figlio.

"Come sta?" Le chiese prima che le porte dell'ascensore si chiudessero.
Nessuno aveva più sentito il ragazzo esplosivo e Kirishima aveva riferito ai compagni che ci fosse la madre con lui.

"Sei un Omega, c'è bisogno che ti risponda?" 


"M-mitsuki" La donna entrò nella sala riunioni e non ci mesi più di un secondo a inondare l'aria dei suoi feromoni soffocanti, incurante degli altri eroi presenti che le chiesero di calmarsi.
Si poteva avvertire lontano un miglio che tutto quell'astio era indirizzato verso un'unica persona.

"Testa di cazzo che non sei altro! Ringrazio tutti i santi del pianeta che mi stanno trattenendo dal non squarciarti la giugulare seduta stante!"
Il sangue le stava ribollendo nelle vene e nella sua mente venivano riprodotti gli uggiolii di dolore del proprio figlio... ricordi che la fecero ringhiare come un lupo pronto ad attaccare la sua preda.
Izuku aveva capito perfettamente il motivo per il quale la donna fosse così infervorata e adirata nei suoi confronti ed è per questo che decise di starsene in silenzio, abbassando il capo in segno di sottomissione.
Quella donna aveva tutte le ragioni del mondo per essere così aggressiva nei suoi confronti.

"Tu ora alzi il culo e vai a prenderti cura di lui, sono stata chiara? Ne ho abbastanza di sentirlo soffrire perchè non ti sai controllare"
Alla parola sofferenza il corpo di Izuku si mosse da solo, come comandato da una forza superiore, parandosi di fronte a quello della donna, più bassa di lui.
Questa ghignò soddisfatta dalla reazione del ragazzo: l'aveva capito molti anni addietro che quel verdino stravedesse per suo figlio, anche quando non sapeva che fosse un Omega gli girava sempre intorno come se avesse voluto marcare il territorio.
Mitsuki gli consegnò un foglietto arrotolato, strappato da qualche agenda e glielo consegnò.

"E' il mio sangue, non farmene pentire e vedi di usare i preservativi o te lo sciolgo, intesi?" 
Il verdino annuì e si scusò con i colleghi, comunicando che si sarebbe preso qualche giorno di ferie.
Uso il black whip per destrarsi meglio tra i palazzi, muovendosi come se ne valesse della sua stessa vita, finchè non arrivò all'indirizzo presente su quel pezzo di carta, davanti ad una piccola palazzina moderna.
Inserì i codici per entrare nel cortile e salì al primo piano, inserendo la chiave nella toppa, bloccandosi subito dopo.

Cosa avrebbe dovuto fare una volta entrato? 
Katsuki non gli avrebbe mai permesso di aiutarlo, nemmeno se lui avesse pregato in ostrogoto antico.
L'aveva ferito come mai nessuno aveva fatto e non se lo sarebbe mai perdonato.

Doveva rimediare.

Prese un respiro profondo ed entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle.
Si guardò intorno e notò come la sala fosse perfettamente in ordine e pulita e, una volta inspirato l'odore presente nell'aria, un senso di pace lo avvolse.
L'aria era impregnata di quel dolcissimo profumo di miele che aveva emanato Katsuki pochi giorni addietro; in più era presente anche una sfumatura più leggera, che Izuku presuppose fosse quella di suo figlio.

Suo figlio

Ancora non credeva che fosse realmente padre di un bambino.
Chissà se gli somigliava... o se aveva preso tutto dalla madre.

Un lamento lo riportò alla realtà, ricordandogli il perchè fosse in quell'appartamento.
Si affrettò verso la camera da letto, seguendo i mugolii che udiva di tanto in tanto, ritrovandosi davanti ad una porta bianca con venature grigiastre.
Poteva distinguere i versi che l'Omega stava emettendo e cercò tutto il suo autocontrollo per non sfondare la porta e prendere l'Omega come l'istinto gli stava imponendo di fare.

Bussò alla porta con le nocche, così pieno che credette di non essere udito.

"M-mamma..."

"Katsuki... Katsuki posso entrare?" 
Non rimase sorpreso della risposta che gli venne urlata da dentro la stanza accompagnata da qualcosa che urtò la porta, molto probabilmente una bottiglia d'acqua.

"F-fottiti Deku!"  

"Per favore lasciami rimediare... lascia che ti aiuti Katsuki"



E va bene ecco un altro capitolo solo per voi!!!!
Non dirò niente, il capitolo parla da sè... il prossimo sarà.... mooolto movimentato, non so se ci intendiamo!!
Buona domenica,
Hanami

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