• Capitolo 11 •

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Da Lukey: Hey piccola ti va di uscire sta sera?. xx

Sorrisi prendendo il cellulare, vedendo l'arrivo del messaggio di Luke, lasciando perdere i compiti che stavo facendo.

A Lukey: Ovvio ;)

Sorrisi posando il cellulare.

Dopo che mi curò le ferite Luke mi portò a casa, non trovai nessuno...nemmeno Cal.

"Kim?"bussò qualcuno alla porta precisamente Calum. Dissi un calmo "avanti" mentre continuavo la mia relazione su Dante.
"Cosa fai?"si sedette sul mio letto e io mi girai guardandolo con un ad pressione confusa in viso.
"I compiti, Cal che c'è?"chiesi preoccupata.

Lui non si comporta mai in questo modo, neanche quando c'è qualcosa di preoccupante.

"Io...Kim..."alcune lacrime solcarono il suo viso, mi alzai velocemente andando verso di lui inginocchiandomi e prendendo le sue mani.
"Cal calma...cosa c'è?"non smetteva di singhiozzare e piangere.
"Kim...ho combinato un fottuto casino"aggrottai la fronte confusa e abbastanza nevosa.

Se sta facendo così vuol dire che è davvero grave.

"Cal niente è un casino...forza parla dimmi tutto"dissi stringendo le sue mani.
"Ti ricordi l'università?"annuii.
"Bene...mi hanno preso"sorrisi.
"È una cos-"mi interruppe.
"Devo trasferirmi a Londra..."lo guardai.
"Per cinque anni dovrò stare a Londra"ripetee io rimasi ferma con la bocca socchiusa e leggermente sconvolta.
"Calum *deglutii* non devi sentirti in colpa...stai tranquillo...nelle feste ritronerai e stai sicuro che passerà velocemente il tempo"dissi convincendo più me stessa che lui.
"Si ma non posso lasciarvi sole...sono l'uomo di casa ho vent'anni e posso prendermi cura di voi"disse singhiozzando.
"Calum Thomas Hood ascoltami bene *sospirai* Devi essere felice...devi andare a Londra e diventare un bravissimo avvocato...io e mamma non siamo deboli, siamo forti e c'è la caveremo stai tranquillo"dissi sorridendo mentre gli occhi comunicavano a pizzicare, le lacrime volevano uscire.
"Okay"disse asciugandosi le lacrime come un bambino.
"Okay"ripetei sorridendogli e abbracciandolo.
"Ora vai...vai a festeggiare"dissi ridendo mentre lui mi sorrise abbracciandomi ancora.
"Grazie Kim"disse sorridendo e uscendo dalla mia stanza mentre io andai in bagno accasciandomi a terra.

Io sostenevo e aiutavo gli altri sempre, come papà, ma io potevo anche crollare come ora. Calum sarebbe dovuto partire per Londra, avrebbe seguito il suo sogno e io sarei dovuta stare qui. Mamma lavorerà tutto il giorno tornando la sera stanca morta.

Scoppiai a piangere sentendo la mancanza improvvisa di mio padre.

Piansi per un po finché non sentii squillare il telefono. Mi alzai lentamente per poi gattonare fino alla scrivania prendendo il telefono.

Luke

Premetti il tasto verde e mi rispose subito.
"Ho saputo"disse semplicemente.
"È giusto che parta Luke"risposi con ancora la voce spezzata.
"Lo so, ma vi lascerà sole"sospirai.
"Luke...mamma è forte e io pure, Calum tornerà per le feste di Natale e andrà tutto bene"cercai di convincermi ancora una volta, ma nel fondo del mio cuore sentivo che avrei pianto...eh tanto. Avrei voluto che restasse ma lui ha una vita da crearsi e non può badare a me e mamma.
"Sto venendo okay?"sospirai.
"Okay..."chiuse e io mi coricai a letto con lo sguardo fisso sul tetto.

Ho davvero paura, ho sempre vissuto con mio fratello e dopo la morte di papà lui si è comportato come tale. Mi ha cresciuto mentre mamma lavorava per darci un futuro, e ora andrà via. Si creerà una vita e forse è giusto così ma sono troppo egoista per dirgli di non andare. Di restare qui perché sono certa che crollerò...

Dopo un paio di minuti Luke busso alla porta, scesi le scale e aprii. Lo trovai lì con uno sguardo triste. D'altronde Calum è stato il primo che ha conosciuto.

"Kim"mi abbraccio e io lo strinsi più che potei. Non so avevo paura che anche lui se ne andasse dopo che sconvolse la mia vita.
"Mi dispiace tanto Kim...come hai detto tu lui tornerà nelle feste di Natale e stanne certa che andrà tutto bene perché ci sono io adesso"sorrisi lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia.

Lo presi per mano trascinandolo si per le scale per poi entrare dentro la mia stanza.

Mi sedetti sul letto incrociando le gambe mentre lui si sedeva accanto a me guardando il pavimento.

"Calum mi ha chiamato subito dopo che te l'ha detto a te"lo guardai tirando su con il naso.
"Mi ha detto che l'hai sostenuto e l'hai supportato sulla scelta di partire..."disse guardandomi.
"Mi sembrava giusto no?"dissi confusa.
"Ma gli hai mentito"disse abbastanza triste.
"Gli ho mentito?"annuii.
"Non gli hai detto che lui ti mancherà più del dicibile che sarà sempre l'unico uomo che amerai per tutta la vita"

Boom.

Colpita in centro.

"Luke...c-come?"lui sorrise timidamente.
"Mia sorella ha dodici anni...ho paura di quando lei sarà abbastanza grande per innamorarsi veramente...per sposarsi e se ne andrà via da me...lei sarà sempre la mia prima donna che amerò sempre"sorrisi vedendolo così affettuoso verso la sorella.
"È fortunata"mi sorrise per poi alzarsi e tendermi una mano.

Lo guardai confusa mentre lui si mise a ridere prendendomi la mano.
"Ti ricordo che sta sera devi svagarti e se rimani a casa ti deprimi e noi non vogliamo questo vero?"mi chiese ovvio, senza darmi il tempo di rispondere si diede la risposta da solo.
"Ovvio che no"ridacchiai mentre mi portò davanti all'armadio.
"Tornerò fra venti minuti, il tempo di cambiarmi e di farmi una doccia tu preparati"stava aprendo la porta quando lo bloccai.
"Luke...co-come mi devo vestire?"ci pensò un po' su.
"Elegante..."ammiccò e io aggrottai la fronte.
"È un appuntamento Luke?"lui annuii uscendo dalla stanza velocemente e scendendo le scale.

Avevo venti minuti per prepararmi per un appuntamento. Cristo santo...

Heilà guysss!
Ho voluto pubblicare due volte oggi per ringraziarvi e per farvi un piccolo regalino ;)

Spero vi piaccia questo capitolo :)

Se vi va lasciate un commento e un voto...

Vi voglio bene! xx

Byeeeee!

Madness || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora