Capitolo 2

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Proseguimmo attraverso il bosco fino ad arrivare davanti ad un arco. Dietro di noi sentii un mugugno lagnoso e all'improvviso dietro alle nostre spalle spuntó un essere orribile al quale non riuscivo neanche a dare una somiglianza, so solo che sembrava molto cattivo e arrabbiato...
- Voi andate io cerco di fermarlo in qualche modo, oltrepassate l'arco li sarete al sicuro!! - gridó mio padre.
Lucy nn aspettó un secondo e corse verso la direzione dell'arco ma io rimasi lì a fissare il mostro. Mio padre fu scaraventato per terra da una manata del "coso" e lui si mise pronto a puntare un altro attacco, si voltó verso me e si mise a caricare io appoggiai la schiena contro un pino e all'ultimo balzai verso l'alto, scavalcando la testa del mostro e usandola come punto d'appoggio per girarmi in volo e atterrare a cavalcioni sul suo collo. Come avevo fatto? Nn ebbi il tempo di pensarci. Un millisecondo più tardi, la testa del mostro andó a sbattere contro l'albero e l'impatto per poco nn mi fece saltare tutti i denti. Il mostro cercó di disarcionarmi. Io mi reggevo forte, con le braccia serrate attorno alle corna. Tuoni e fulmini continuavano a esplodere intorno a noi. Avevo la pioggia negli occhi e l'odore di carne rancida nelle narici. Il mostro si scrolló e si impennò come un animale da rodeo. Gli sarebbe bastato fare marcia indietro e sbattere contro l'albero per farmi a pezzi, ma cominciavo a rendermi conto che quel bestione sapeva fare una cosa sola: andare avanti. Strinsi entrambe le mani attorno a un corno e tirai con tutte le mie forze. Il mostro si irrigidì, emise un grugnito sorpreso, e poi... snap! Mi scaglió in aria, gridando. Atterrai di schiena nell'erba, sbattendo la testa contro un sasso. Quando mi misi a sedere, nn ci vedevo molto bn ma fra le mani avevo un corno, un'arma d'avorio grezzo delle dimensioni di un coltello. Il mostro caricó.
Senza riflettere, rotolai di lato e finii in ginocchio. Quando il bestione mi fu vicino, gli conficcai il corno spezzato nel fianco, proprio sotto il torace irsuto. La "cosa" emise un ruggito agonizzante. Agitó le braccia scompostamente, afferrandosi il petto, poi prese a disintegrarsi come sabbia che si sgretola, soffiata via dal vento. In pochi secondi, il mostro svanì.
La pioggia si era fermata. La tempesta continuava a rumoreggiare, ma in lontananza. Le ginocchia sembravano voler cedere. Mi sentivo cm se mi si spaccasse la testa. Ero debole, spaventata e tremavo dal dolore. Mio padre si rialzó ed era incredulo alla scena che stava guardando
- Cos'é successo?
Gli mostrai soltanto il corno...
- Sei uguale a tuo padre, anche io sconfissi il minotauro così...
- Il minotauro?- chiesi ridendo...
- Hai appena ucciso una furia e mi chiedi dell'essistenza di un minotauro? - disse in quel tono da sapientino
- Emm scusate, nn vorrei interrompere questo momento ma se oltrepassate l'arco e siamo tutti al sicuro mi si toglie il nodo al cuore grazie!- disse ironicamente Lucy
Mio padre mi mise il braccio intorno al collo e insieme oltrepassammo l'arco. Finalmente eravamo al sicuro.
Ero scossa avevo un sacco di domande in testa, ma allo stesso tempo ero stanchissima.
L'ultima cosa che ricordo é che crollai sotto un portico di legno e giardai in su. Vidi un ventilatore che roteava sul soffitto, delle falene che svolazzavano attorno a una luce gialla, Lucy affianco a me che dormiva e mio padre seduto alla mia destra con ancora il fiatone al telefono con mamma mentre gli diceva che cel'avevamo fatta ad arrivare al campo...

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