Dalla padella alla brace

212 12 1
                                    

E presto furono fuori, al sole che tramontava. Tinu inspirò profondamente l'aria che sapeva di pino. Avevano oltrepassato le montagne nebbiose! Lasciò che un sorriso le spuntasse sulle labbra mentre continuavano a correre per portarsi fuori dalla portata delle frecce dei goblin. Thorin le lanciò uno sguardo e per poco non inciampò nei propri piedi, era magnifica. Il sole morente le accendeva i capelli come una fiamma che le ondeggiava leggera attorno al viso sorridente. Lo aveva già detto che aveva un bellissimo sorriso?

Si fermarono per riprendere fiato mentre Gandalf li contava. Thorin afferrò Tinu per un braccio e la strinse in un abbraccio spaccaossa. Troppo sopraffatto dalle emozioni per parlare. Lei ricambiò la stretta: quanto le era mancato quel testardo e orgoglioso nano!

"Dov'è Bilbo?" esclamò a un certo punto Gandalf "Dov'è il mezz'uomo?" tuonò vedendo che nessuno gli rispondeva

"Pensavo fosse con Nori" disse Oin

"Non date la colpa a me!" replicò Nori "L'ho visto scivolare via quando ci hanno circondato"

"Cos'è successo? Dimmelo!" tuonò Gandalf

"Te lo dico io cos'è successo" rispose Thorin staccandosi da Tinu "il mezz'uomo ha visto la sua occasione e l'ha presa. Non ha mai smesso di pensare a casa sua. Sarà già lontano a quest'ora"

"E invece no!" disse la voce di Bilbo mentre appariva davanti a loro.

"Bilbo!" esclamarono in unisono Gandalf e Tinu

"Pensavamo di averti perso!" esclamò Kili sollevato
"Come diavolo sei riuscito a passare i goblin?" chiese Fili

Al che Bilbo fece una risatina nervosa mentre faceva scivolare con discrezione qualcosa in tasca. Tinu provò un'inspiegabile inquietudine e guardando Gandalf capì che anche lui aveva sentito qualcosa: "Ma che importa!" disse lo stregone per distogliere l'attenzione da Bilbo "L'importante è che sia tornato"

"No importa invece!" disse Thorin avanzando verso il mezz'uomo "Perché sei tornato?"

"Hai ragione" disse Bilbo guardando il nano dritto negli occhi "Mi manca casa Baggins, penso spesso alla mia poltrona, ai miei libri...è casa mia. Ed è per questo che sono tornato. Voi non avete una casa. E voglio aiutarvi a riprenderla se posso".

Tinu sorrise, vedendo gli occhi dei nani farsi lucidi mentre anche gli occhi del suo nano si ammorbidivano. Per i Valar, era così bello...fu distratta dai suoi pensieri da un ululato distante.

"Mannari!" esclamò Tinu

"Dalla padella..." iniziò Thorin

"...alla brace" concluse Gandalf per poi urlare: "Correte!"

Tinu pensò che ne aveva abbastanza di correre. Presto avrebbero dovuto fermarsi e combattere, non potevano correre più veloci dei mannari. Improvvisamente arrivarono a un dirupo. Non potevano più proseguire.

"Sugli alberi, presto!" disse Gandalf. Tinu prese Bilbo e lo lanciò sull'albero dove vi erano già Fili e Kili per poi salire rapidamente. Thorin era sull'albero vicino al loro.

I mannari montati da orchi iniziarono a circolare intorno agli alberi, ringhiando minacciosi.

Apparve un mannaro che portava un grosso orco. Tinu percepì l'aura di malvagità che lo precedeva e si girò ad osservarlo.

"Bolg" il sussurro incredulo e impaurito di Thorin le fece male al cuore. Era il figlio del grande nemico di nani, Azog, che seguiva le orme del genitore dopo la sua morte.

"Sentite l'odore della paura?" disse Bolg nel linguaggio nero che Tinu e Gandalf capivano "Tuo nonno e tuo padre avevano lo stesso odore Thorin figlio di Thrain" poi diede ordine ai suoi sottoposti: "Lui è mio. Uccidete gli altri" I mannari iniziarono a saltare cercando di raggiungerli e prima che la ragazza potesse incenerirli come era sua intenzione, con le loro spinte i mannari fecero cadere un albero dopo l'altro fino a farli arrivare tutti sull'albero su cui stava Gandalf.

I am Fire- Io sono FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora