Beorn, vecchio amico

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Erano tutti esausti, ma con gli orchi alle calcagna era meglio continuare a muoversi. Per prima cosa dovettero scendere dalla Carroccia. Cosa non facile visto che i gradini erano grandi e irregolari. Per Gandalf non furono un problema ma per i nani, Bilbo e Tinu furono una lunga serie di salti fino al livello del suolo. La maia vedeva le smorfie di Thorin quando doveva saltare, ma sapeva anche che non avrebbe permesso a nessuno di medicargli le ferite fino a quando non si fossero fermati per la notte.

Per tutto il giorno trascinarono i loro piedi stanchi lungo il sentiero che portava verso la casa di Beorn (colui che aveva scavato gli scalini nella Carroccia) e poi proseguiva verso Bosco Atro.

La sera si accamparono dietro una collinetta rocciosa che li proteggeva dal vento che aveva iniziato a soffiare. Gloin accese il fuoco e mentre Bombur si metteva a cucinare. Oìn e Tinu si avvicinarono a Thorin.

"Dobbiamo medicarti ragazzo" disse Oìn

"Sto bene" disse Thorin

Tinu sbuffò: "Certo, dopo essere stato preso a mazzate e masticato da un mannaro non vedo come tu possa non stare bene".

Thorin la guardò storto poi procedette a togliersi il mantello. La ragazza lo aiutò a sfilare la cotta di maglia e la tunica insanguinata, esponendo vari lividi e tagli.

Tinu cercò di darsi un contegno ma non riusciva a staccare gli occhi da quei pettorali perfettamente scolpiti, coperti da una leggera peluria che man mano diventava più fitta, scurendo gli addominali e scendendo nei pantaloni...degluti e tornò a guardare il re e sobbalzò: la stava osservando anche lui con un sorriso di chi la sapeva lunga. La ragazza alzò gli occhi al cielo, sentendo le sue guance imporporarsi, e poi aiutò Oìn a medicare Thorin.

Lasciando che Oìn rivestisse il re, Tinu si spostò verso Gandalf, srotolando accanto a lui la sua coperta per dormire.

"Cos'è successo?" chiese lo stregone riferendosi all'episodio successo nelle caverne dei goblin. Non avevano mai avuto un opportunità di discuterne.

"Non ne ho idea" disse lei "Quando ho visto Thorin in pericolo tutti i miei poteri sono tornati in un colpo solo..."

"Non sarebbe dovuto succedere" disse Gandalf corrugando le sopracciglia

"No infatti...non so come sia stato possibile, non è stata una cosa volontaria. Ora riesco a controllarlo però" aggiunse Tinu "Lo sento dentro di me ma posso nasconderlo se voglio"

Gandalf continuò a fumare la pipa, assorto. Tinu si sdraiò sulla sua coperta.

Quando sentì un movimento accanto a sé la ragazza sobbalzò ma poi si rilassò vedendo chi era: Thorin. Srotolò la sua coperta accanto a quella di Tinu e la abbracciò da dietro. Lei si accomodò felice con la schiena contro il suo petto godendosi il calore supplementare che il corpo del nano le donava. Non che ne avesse bisogno, non aveva mai freddo, ma era piacevole. Stavano scappando dagli orchi e correndo verso una montagna infestata da un drago, ma quello era un momento perfetto. Tinu avrebbe voluto che durasse per sempre e si addormentò con un sorriso sulle labbra.

Il mattino dopo si alzarono di buon'ora e ricominciarono a camminare. Camminarono per tre giorni. Ogni sera mandavano Bilbo in ricognizione dietro di loro e ogni volta lui tornava dicendo che non c'era traccia dei mannari. Thorin e Tinu dormivano abbracciati, godendosi quel poco d'intimità che potevano avere.

Una sera Bilbo tornò dalla sua ricognizione trafelato:

"I mannari? Li hai visti?" intuì Thorin

Lui annuì senza fiato

"Sono vicini?" chiese Dwalin

"Un miglio, poco più ma abbiamo un altro problema" riuscì finalmente a dire Bilbo

I am Fire- Io sono FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora