Il re degli elfi

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Quando arrivarono alla residenza sotterranea di Thranduil il sole stava lentamente volgendo ad occidente. Il bosco lì intorno era verde e sano ma Tinu non poté fare a meno di chiedersi per quanto tempo ancora avrebbe resistito all'oscurità che proveniva da Dol Guldur.

Thorin e Tinu furono separati dal gruppo e portati dal re mentre gli altri venivano condotti nelle segrete. La ragazza si fece coraggio e guardò verso Thorin ma lui non ricambiò il suo sguardo. -Brutto segno- pensò lei.

Thranduil li aspettava comodamente seduto sul trono. Studiò freddamente Thorin ma gli spuntò un sorrisetto sulle labbra quando vide Tinu. Thorin ovviamente se ne accorse e si pose davanti a Tinu, come a proteggerla dagli occhi del re.

"Mia cara, è un piacere rivederti" disse il re

"Vorrei poter dire la stessa cosa" rispose Tinu da dietro la pelliccia di Thorin.

Thranduil si alzò spostando la sua attenzione su Thorin "Alcuni potrebbero dire che sia una nobile impresa la tua, Scudodiquercia. Riconquistare un regno e uccidere un drago" disse scendendo i grandini del trono, avvicinandosi a Thorin "Io però sospetto che ci sia sotto dell'altro. Un tentativo di furto o qualcosa di simile" Tinu vide Thorin irrigidirsi "Cerchi l'archengemma, che ti darebbe il diritto di governare. Questo lo capisco. Posso aiutarti"

Thorin replicò con un neutrale: "Ti ascolto"

"Ti lascerei andare, insieme ai tuoi compagni, se mi prometti di restituire ciò che è mio"

-Le gemme di Lasgalen- pensò Tinu. Quelle gemme erano l'ossessione del re e la ragione per cui si erano lasciati in malo modo.

"Un favore per un favore" disse Thorin dando le spalle al re e camminando verso la fine della piattaforma sulla quale stava il trono, guardando in basso verso il resto del palazzo. "Non mi fiderei di Thranduil, il grande re, nemmeno se la fine del mondo fosse arrivata!" urlò poi girandosi nuovamente verso l'elfo e puntandogli un dito contro "Non hai nessun onore! Ho visto come tratti i tuoi amici! Siamo venuti da te una volta, senza più niente al mondo e ci hai voltato la schiena" urlò poi qualcosa in Kudzul che Tinu non capì ma Thranduil evidentemente sì dal lampo di rabbia che gli deformò il viso.

"Non parlarmi del fuoco dei draghi" disse minacciosamente fino a portare la faccia a pochi centimetri da quella di Thorin "Ho combattuto contro i grandi serpenti del Nord" disse mentre toglieva l'illusione che rendeva il suo viso perfetto, rivelando le cicatrici del suo ultimo incontro con un drago: la pelle delle guancia era bruciata, l'occhio bianco, completamente cieco. Tinu lo aveva già visto e se a Thorin quello fece impressione lo nascose dietro la sua maschera di furia.

"Avevo avvisato tuo nonno di quello che la sua brama di oro avrebbe portato. Lui non mi ha ascoltato" disse poi l'elfo riacquistando il controllo e facendo sparire le cicatrici dal suo viso. "Tu non sei diverso da lui" Tinu vide Thorin stringere i pugni "Stai qui e marcisci se vuoi. Cento anni non sono che un battito di ciglia nella vita di un elfo. Sono paziente, posso aspettare" con un cenno ordinò alle guardie di portare via Thorin.

"Tinu, tu resta" ordinò. Lei guardò impotente mentre due guardie afferravano malamente il nano per le braccia e lo trascinavano via. I loro occhi si incrociarono. Gli occhi di Thorin erano colmi di rabbia e tradimento. Era arrabbiato con Thranduil e si sentiva tradito da Tinu: perché non gli aveva detto che conosceva gli elfi silvani e il loro re? Aveva rapporti amichevoli con gli stessi che avevano tradito il suo popolo!

Tinu senti male al cuore.

"Non mi aspettavo che saresti tornata" disse Thranduil riscuotendola dai suoi pensieri.

"Infatti non volevo tornare, le circostanze mi hanno costretta"

Thranduil sorrise sornione "Circostanze....come quelle che ti hanno portata qui la prima volta"

I am Fire- Io sono FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora