Capitolo due.

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Quanto successe quella notte, divenne un sogno vissuto a occhi aperti.

Eiren riportò nei suoi sogni quanto l'era accaduto quella sera, credendo si trattasse realmente di un sogno e non di altro. Infatti, non si preoccupò minimamente del pensiero rievocato e, lasciò che la sua mente si approfittasse della serenità in cui alloggiava.

Dopo qualche minuto, la ragazza non avvertì più la necessità di continuare a dormire e con tutta la calma e la tranquillità del mondo, iniziò a spodestare il sonno. Come un acrobata lanciata a mezz'aria, Eiren si contorse nelle lenzuola e più annusava quelle coperte, più avvertiva un odore che non era solito a casa sua; un odore che le ricordava le giornate in campagna, sotto l'ombra di un arbusto ben radicato e la solitudine che la abbandonava alla pace interiore oltre che esteriore.

Alla fine di quella sua riflessione, la ragazza capì che c'era qualcosa che non andava e quando aprì gli occhi, quello che vide le fece aumentare i battiti cardiaci.
<<Dove sono?>> sussurrò Eiren, con lo sguardo fermo sul soffitto fatto interamente di legno.

Ciò che non veniva mai meno, in tutte le situazioni possibili e immaginabili, era l'ansia della giovane. Qualsiasi cosa succedesse, Eiren non era tale senza quella sua cara preoccupazione che la assaliva di tanto in tanto. Infatti, essendo una situazione che in qualche modo aveva imparato a gestire, cercò anche in quel momento di controllare; e per farlo, le bastò regolare il suo respiro e curiosare in giro, alla ricerca di un lato positivo in tutta quella faccenda.

Di fatto, Eiren spostò lo sguardo da un punto all'altro del soffitto e, con grande curiosità, riuscì persino a creare una magica visione nella sua mente.

Anche se quel soffitto non era poi così alto, le sembrava comunque un elemento perfetto su cui quei rampicanti, dai fiori bianchi, stavano crescendo. Anche se qualche fiore non aveva aderito alle pareti, non disturbava per niente poiché, con un sole così abbagliante, sembrava una pioggia di primavera.

Quel posto era così ricco di buon umore, che per Eiren era impossibile pensare al peggio o comunque, comprendere effettivamente che il suo sogno non era stato tale.

<<Ti sei svegliata?>> domandò una voce, nella stanza.
La ragazza alzò di scatto la testa, e rimanendo con il restante corpo disteso, si guardò intorno e quando non ci vide nessuno, un brivido di paura la percosse interamente. Eiren non proferì parola e pensò di esserselo immaginato, ma la sua parte insicura le fece mettere in dubbio anche quello.

Per distrarre quella sua mente troppo elaborativa ed espansiva, Eiren appoggiò il capo sul cuscino e cercò di concentrarsi di nuovo sui fiori appesi su di lei.

<<Oh, finalmente ti sei svegliata!>> una donna comparve sopra al viso di Eiren, con uno sguardo curioso e attento.

Eiren alla sua apparizione, corrucciò al fronte e si affossò nel letto, facendo aderire con forza il suo corpo alle lenzuola.

<<Buongiorno>> continuò a dire la donna, con un sorriso.

<<Buongiorno>> ripeté Eiren, pensando che la voce della donna non era paragonabile a quella che aveva sentito in precedenza.

<<Credevo sarebbe durato di meno l'incantesimo, ma tu hai dormito fino a questo momento>> disse la donna, spostandosi dal suo campo visivo.

<<Incantesimo?>> ripeté la giovane, mandando giù la salivazione in eccesso.

<<Meno male che non avevi forze per farlo>> continuò la donna, voltandosi nella direzione opposta alla ragazza; ignorando, in parte, quanto le aveva detto Eiren.

PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora