Capitolo sette.

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Il sole distanziò solo pochi metri dal viso della ragazza e semmai fosse salita di più, avrebbe toccato la superficie solare con le sue stesse mani. Eiren dopo quel fugace pensiero, reggendosi da ramo a ramo con estrema prudenza, arrivò nel punto dove quei grandi frutti penzolavano sulla nuvola.

<<Ovunque tu sia, spostati perché adesso li faccio cadere>> avvertì la ragazza, pensando che sarebbe stato troppo difficile per lei prenderli tutti e tre insieme e portarli via.

<<Il problema è che io non li vedo, ricordi?>> domandò il ragazzo, alzando lo sguardo su di lei.

<<Ah, già!>> esclamò la ragazza, stringendo i denti. <<Vabbé, li faccio cadere ugualmente, tanto non sei carne per farti male>> continuò, sistemando un piede su un ramo spesso e ben accostato alla corteccia.

<<Disse la ragazza che fu portata in braccio da un fantasma, in questa dimensione>> disse Zyan, tra sé e sé.

Il fantasma si sistemò sotto una foglia gigantesca e aspettò notizie dalla ragazza; anche se avrebbe preferito tenerla d'occhio e prevenire qualsiasi situazione a sorpresa.

Eiren, ormai stanca di stare appesa come uno scimpanzé, iniziò a colpire i grossi frutti e a ogni sforzo, la forza di reggersi le venne meno.

<<Quando tutto questo sarà finito, dovrò iscrivermi assolutamente in palestra>> disse Eiren, stringendo i denti.

La ragazza fece cadere il primo frutto e come si schiantò sulla nuvola, Zyan vide un affossamento crearsi accanto a lui. Il fantasma alzò lo sguardo sorpreso su Eiren e, immaginando avesse creato lei quell'avvallamento, la vide colpire il vuoto.

Un altro frutto scese giù ma quella volta più lontano del primo.

La ragazza presa dall'affanno, alzò la testa in alto e la luce accecante del sole, le fece chiudere gli occhi all'istante. A quel punto, con un occhio chiuso e un aperto, provò a staccare un altro frutto ma emersero subito delle complicanze: con il sole abbagliante, la forza che veniva meglo, il frutto che non voleva saperne di cadere e il caldo che stava insorgendo dalla sua pelle, la ragazza in un attimo di confusione pensò a come prendere il frutto e scendere nello stesso momento.

<<Tanto se non muoio per mano mia, morirò per quella della ruba destino>> disse la ragazza, facendosi coraggio.

Eiren sperò vivamente che Zyan possedesse dei buoni riflessi, qualora avesse bisogno del suo rinforzo. La ragazza si fece forza sulle gambe e si lanciò sull'ultimo frutto, cercando di aggrapparsi persino con le unghie quando vide che le sue braccia non arrivarono a coprire tutta la sua circonferenza.

Per quella sua scelta azzardata, il ragazzo sembrò rinsavire quando la vide reggersi al nulla.

<<Ma che cosa sta facendo!>> enfatizzò il ragazzo, spostandosi da sotto la foglia e sistemandosi in prossimità della sua ombra.

La ragazza, essendo che non riuscì più a stare in quello stato, iniziò a divincolarsi e a dondolare con tutto l'ingrediente, che in un attimo si staccò violentemente dal ramo. In quel momento, Eiren urlò e Zyan si augurò che il frutto non lo prendesse in pieno; cosa che evitò con successo poiché la sua mente si organizzò secondo criteri logici e matematici per scampare a quel destino.

La ragazza appena il frutto toccò le nubi, si staccò subito da esso e si lasciò cadere di lato senza un minimo di forze; sbuffò così sonoramente, che anche Zyan percepì il suo sforzo per quella circostanza.

<<Ce l'ho fatta>> disse la ragazza, alzando un pollice in su.

<<Ce l'hai fatta>> ripeté il ragazzo, guardandola stesa.

PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora