Capitolo dieci.

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Il giorno dopo, tutti e tre si alzarono a orari differenti e sparsi per le ore mattutine.

Zyan ed Eiren per riuscire a prendere sonno, dovettero ignorare totalmente quei dolori atroci e pungenti e concentrarsi su altro, che magari li facesse rilassare. Ciò gli permise di cadere in un sonno non troppo tormentato o almeno fin quando, incoscienti, non si giravano o si toccavano la pelle dolorante; a quel punto il loro sopore veniva contagiato da quelle emozioni che finivano per sognare.

Dopotutto, quei dolori furono solo la conseguenza a un aiuto cercato e dovuto.

Lucilla appena si svegliò, uscì da casa per procurarsi della frutta da portare ai due giovani, che rimasero a riposare ancora un po'. In realtà, solo dopo pochi minuti, Zyan aprì gli occhi e iniziò a fissare il vuoto mentre Eiren si rilassò guardando i suoi amati rampicanti che pendevano sul suo viso.

<<Non pensavo sarebbe stato così difficile>> disse Zyan, allontanando il silenzio in quella stanza.

<<E' stata una sorpresa per entrambi>> disse Eiren. <<Però, pensa al lato positivo: abbiamo tutti gli ingredienti per la prima pozione>> continuò la ragazza, impotente.

<<Mancano solo altre due pozioni e poi potrete dire che la parte peggiore l'avete affrontata>> disse Lucilla, entrando di soppiatto e portando con sé due ciotole di frutta. <<Non pensateci ora. Mangiate qualcosa, dai>> continuò, incitando i due a rifocillarsi.

Con la comparsa della donna nella stanza, il ragazzo notò quanto poco tempo ci mise a prendere quella frutta.

<<Non ho fame>> disse Eiren, sospirando.

Zyan d'altro canto, accettò la ciotola che gli porse Lucilla e iniziò a mangiare.

<<Devi ingerire qualcosa, altrimenti non avrai le forze nemmeno per alzarti da quel letto>> disse la donna, avvicinandosi alla ragazza.

<<Al momento sto bene. E poi se mi sposto, inizierei a sentire male dappertutto>> si giustificò la ragazza, pensando al dolore che provò quella notte.

<<Se il problema e solo questo, t'imboccherò io>> continuò Lucilla, muovendosi per come aveva detto.

La ragazza non ebbe il tempo di dire nulla che dovette iniziare a masticare, e tutto fatto con una risatina che mise allegri chiunque in quella stanza. Tutti tranne Zyan, che per quanto fosse esuberante quella scena, non riuscì a sorridere di vero cuore; giacché la sua mente s'immerse completamente nei suoi pensieri.

Il ragazzo continuò a mangiare e pensò a come avrebbero fatto ad affrontare le ricerche dei prossimi ingredienti, se già con la prima pozione avevano rischiato molto. Però, quel pensiero sembrò passare in secondo luogo quando mosse lo sguardo su Lucilla e la vide ridere teneramente e di gusto con la ragazza; e fu in quel preciso momento, che si rese conto che le uniche volte che la donna rideva con lui, non furono proprio paragonabili a quella volta.

Zyan riportò alla mente il periodo in cui, non aveva ancora incontrato Lucilla.

Era alla fine della sua adolescenza e già aveva provato sulla sua pelle che la magia non era solo un metodo per rallegrare i bambini, bensì un qualcosa di reale che ti segna a vita e ti porta a essere sospettosi di tutto e di tutti. Infatti, fino a quel periodo si sentiva come Eiren, usato e privato di ciò che gli aspettava di diritto; fu quello il fattore scatenante che un giorno portò il ragazzo a pensare che quella sua predisposizione alla magia, in parte, sarebbe stata la sua rovina.

<<Zyan?>> sentì Lucilla chiamarlo e subito quei mille pensieri, scomparvero dalla sua mente.

<<Che c'è?>> domandò lui di rimando.

PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora