Capitolo ventitré.

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Il giorno seguente tutti e tre si alzarono a malincuore, all'idea che tutto stesse giungendo al termine.

Eiren legata alla sua inseparabile ansia, non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte anzi, lo fece ma si ritrovò a stare in dormiveglia. Nella notte che passò, la ragazza non ricordò volta in cui dormì bene da quando entrò in quella radura, ma nonostante ebbe mancanze di sonno, riuscì comunque ad avere le giuste forze per proseguire.

A differenza della ragazza, Zyan passò la notte disteso sui rami del suo albero, dove un venticello leggero lo cullò e con la carezza di un soffio, gli alleggerì i pensieri stressanti e carichi di emozioni. 

Lucilla, come da prassi, si svegliò molto prima dell'alba e dopo aver aggiustato la sua metà di letto, si dedicò del tempo per rileggere tutti i libri di magia in suo possesso. Quando fu certa di ricordare tutti gli incantesimi, la donna sistemò i libri sugli scaffali e si concentrò sull'aggiornamento dei filtri magici già di proprietà e sulle pozioni che aveva bevuto il ragazzo. Non importò il motivo e nemmeno lo cercò, ma la donna si sentì in dovere di raggruppare tutti quegli intrugli assunti da Zyan, in un cofanetto ben sistemato e con dentro delle mini boccette di vetro liscio. Lucilla non sapeva cosa il destino gli avrebbe riservato e poiché tutte le pozioni rimasero in abbondanza, lei li raccolse per tempo e solo in quel momento sistemò a piacere.

<<Lucilla, sei sveglia?>> chiamò Zyan, entrando in casetta.

La donna si voltò e a primo impatto notò solo i suoi capelli arruffati, con qualche foglia ancora intrappolata nella cute.

<<Buongiorno. Mi era mancato vedere questo tuo bel viso assonnato>> disse la donna, sorridendogli. <<Forza avvicinati, vieni a sederti con me>> continuò, osservandolo.

Il ragazzo fece come gli disse e si avvicinò al tavolo, dove prese posto proprio davanti a lei. In quel momento, a Zyan non importò nient'altro che avere la certezza che Lucilla fosse realmente lì: con quel sorriso sulle labbra e quegli occhi curiosi e comprensivi.

<<Che c'è, non ti senti bene?>> domandò la donna, alzandosi dalla sedia per togliere quella foglia dai capelli del ragazzo.

<<Mi sento strano>> rispose Zyan, guardando malinconico la donna.

<<E' normale, hai riacquisito solo ieri gran parte delle tue emozioni. Non stressarti troppo, ben presto ti ci abituerai di nuovo>> disse la donna, comprendendolo.

<<Quindi, questo grande peso sul cuore, è dovuto solo a questo?>> domandò Zyan, toccandosi lo sterno.

<<Questo devi capirlo tu>> rispose la donna, vedendo la sua mano tentennare sul petto. <<Vuoi parlarne? Magari alleggerisci quel peso>>.

Zyan abbassò lo sguardo e per la prima volta, dopo tanto tempo, lasciò che la sua mente passasse il controllo al suo cuore. Una mossa azzardata quella, è vero, ma il ragazzo riuscì a pensare ai molteplici scenari che avrebbe scaturito con la sua scelta. Se si fosse lasciato comandare dalle sue emozioni, quelle primarie e assolutamente in linea con i suoi sentimenti, probabilmente avrebbe deciso di non dire nulla e Lucilla; e di conseguenza, quel peso non sarebbe mai scomparso. Se invece, avrebbe lasciato decidere alla sua parte razionale, avrebbe detto tutto dun fiato ma Lucilla si sarebbe sentita di colpo buttata a terra; e perciò, Zyan avrebbe comunque sentito quel fastidioso peso.
Dopo un'attenta analisi e svariati modi per dirglielo, il ragazzo decise di svuotare finalmente in sacco.

<<La morfo blu, mi ha sussurrato all'orecchio>> disse semplicemente, tanto per tastare un po' il terreno.

<<Oh, che nome ti ha svelato?>> domandò Lucilla, curiosa.

<<In realtà, me ne ha detti due: il primo è stato ben chiaro mentre il secondo è stato un nome fugace>> rispose il giovane, cercando di ricordare quel momento ancora una volta. <<Come se il destino della seconda persona, fosse ancora incerto>> continuò, alzando lo sguardo su Lucilla.

<<Ho sempre creduto che questa farfalla potesse dire solo un nome>> disse la donna, aggrottando le sopracciglia.

<<Anch'io, tutte le storie riferite alle morfo blu indicano tale conoscenza>> disse il ragazzo, guardando le sue iridi verdi piantarsi sulla visione di quel tavolo.

<<Chissà, probabilmente è solo una diceria>> disse Lucilla, aspettando che lui aggiungesse altro.

Zyan annuì e distolse lo sguardo dalla donna, la quale pensò che lui non avesse proprio l'intenzione di dirgli quel nome. Da una parte avrebbe rispettato quella sua decisione, ma dall'altra pensò che non sarebbe stato giusto per il ragazzo mantenere da solo una responsabilità del genere.

<<Se sai che una persona potrebbe smettere presto di camminare su questo suolo, dovresti subito dirlo. Cosicché possa prepararsi mentalmente a ciò ma soprattutto, per dare un ultimo saluto a chi vuole bene>> disse Lucilla, cercando di farlo ragionare. <<Zyan queste cose importanti le devi dire, perché potresti avere dei rimpianti inimmaginabili. Sfrutta il tempo che hai e svela ciò che sai, solo così potrai vivere bene e a lungo>>.

<<Non vivrei comunque bene>> disse il giovane, guardando fuori dalla finestra.

<<Questo lo pensi ora>> disse Lucilla, prendendo le mani del ragazzo per stringerle nelle sue. <<Forza sputa il rospo! Oppure sveglio Eiren e ti faccio percuotere di domande fin quando non lo dici>> continuò, con finta minaccia.

Zyan sorrise e strinse quelle piccole mani nelle sue.

<<La farfalla mi ha detto il tuo nome>> svelò infine il ragazzo, puntando lo sguardo sull'intreccio delle loro mani. <<Mi dispiace aver tardato per dirtelo>> continuò, sentendo i rimorsi.

<<Non è mai troppo tardi Zyan. E comunque, me la aspettavo>> disse Lucilla, alzando un angolo della sua bocca a mo di sorriso. <<Hai fatto molto bene a dirmelo. Vedi, già mi sono portata avanti con il lavoro>> continuò, indicandogli il cofanetto aperto con le piccole boccette.

Zyan guardò il cofanetto e poi sorrise debolmente.

Ciò che fece riflettere molto il ragazzo, non fu il modo di estraniarsi della donna riguardo a quella notizia, bensì il fatto che lei preparò tutto nei minimi dettagli e scritto già dei consigli riguardo ogni singola pozione.

<<Grazie per avermelo detto>> disse infine la donna, passando il pollice sulla mano del ragazzo.

Zyan tirò le labbra e continuò a guardarla come per incidere la sua figura nella mente.

Eiren per via del suo sonno a intermittenza, si svegliò non appena Zyan entrò in casa e ascoltò ogni singola parola della loro conversazione. All'inizio fu più volte tentata di alzarsi da letto per unirsi alla loro chiacchierata ma quando capì l'oggetto del discorso, ringraziò il cielo per non aver seguito l'istinto ed essere rimasta lì.

La ragazza non avrebbe voluto crederci, nemmeno pensare a una cosa del genere. Solo la sera prima pensò a come avrebbero potuto tenersi in contatto, alle uscite che avrebbero organizzato o magari agli inviti che Eiren avrebbe proposto di continuo; e in quel momento, vide tutta quella gioia e organizzazione scivolare via dai suoi occhi. Alla sola concezione che da un giorno all'altro Lucilla non ci sarebbe più stata, si strinse lo stomaco e s'inumidirono le mani per l'ansia.

"Dannata morfo blu! Perché non hai fatto il mio nome al posto di Lucilla!" pensò la ragazza, rannicchiandosi lentamente sotto le coperte, dove tentò di soffocare i respiri pesanti che gli procurò quella tristezza. Ma ciò che fu peggio oltre al non respirare, fu il cuscino bagnato dalle sue lacrime silenziose.

<<Dai Eiren, sveglia! Il giorno promette nuove conquiste!>> enfatizzò Lucilla, più del solito.

La donna lasciò le mani del ragazzo e dopo avergli rivolto un sorriso, si alzò dal tavolo e si avvicinò al letto, dove giacque la ragazza. Eiren al suono dei suoi passi, s'irrigidì e pensò a un modo per giustificare quel suo stato pietoso. Provò a mettersi in pancia in giù per nascondere il suo viso corrotto dalla tristezza, ma non ebbe nemmeno il tempo di muoversi che Lucilla le spostò la coperta dal viso. A quel punto, Eiren la fissò con uno sguardo da "colta in flagrante" mentre la donna appena vide i suoi occhi rossi, capì che lei ebbe ascoltato tutto quanto. 

PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora