Capitolo ventisei.

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Il ragazzo quando vide quel suo atteggiamento e l'oggetto cadergli davanti ai piedi, le corse incontro sperando non facesse la stessa cosa all'uomo.
"Se ha lacerato questa macchina non oso pensare a cosa farà a queste persone" pensò il ragazzo, preoccupato per l'incolumità di tutti.

<<Eiren!>> Zyan per la prima volta, la chiamò per nome.

Purtroppo quella fu una circostanza particolare dove Eiren non si sarebbe per niente meravigliata o sorpresa, per aver sentito il ragazzo chiamarla per nome. E chissà se lui l'avrebbe rifatto quando fosse stata lucida. In realtà il ragazzo non si sentì mai così in confidenza per chiamarla per nome ma quella volta fece un'eccezione.

Gli sembrò strano avere tra le labbra il suo nome e come ogni cosa che desta stranezza, decise di pensarci attentamente in un secondo momento.

Intanto, l'uomo entrò e incitò la figlia a premere l'acceleratore della macchina in modo da scappare ma Eiren afferrò prepotentemente il suo braccio e lo strattonò fuori dal veicolo acceso; quest'ultimo provò ad alzare l'altro braccio per proteggersi, puntando contro la ragazza il suo gomito ad angolo.

La ragazza che invece era seduta nel lato guida, altri non era la figlia di quell'uomo, ovvero la persona che usufruì in prima persona del destino di Eiren. Quella ragazza restò a guardare Eiren con sguardo preoccupato e scioccato, per quello che stesse facendo a suo padre; ma nonostante ebbe paura, lei da lì non si mosse.

Come Eiren fu intenta a storcere il braccio a quell'uomo, Zyan fece in tempo ad arrivare per bloccare quel doloroso gesto, il ché comportò un alterazione del sistema nervoso della ragazza. Nonostante ciò, il ragazzo forzatamente strinse a sé Eiren e poi con un gesto della mano, bloccò il tempo intorno a loro; creando una bolla dove solo loro due furono immuni a tale sortilegio. Menomale che tra tutti i tentativi provati, quello fu l'unico incantesimo che sembrò realmente funzionare.

<<Grazie, mi hai semplificato il lavoro>> disse la ragazza, traendo in vantaggio quel blocco.

In effetti, Zyan bloccò il tempo solo per le altre persone e dunque quell'uomo non poteva difendersi da un eventuale attaccato della ragazza. Ma non avendo avuto un altro modo per bloccare lei, dovette per forza fare ciò per salvare gli altri.

<<Perché stai facendo del male a queste persone?>> domandò Zyan, tenendole fermamente il braccio.

<<Come puoi farmi una domanda del genere, dopo che ti ho raccontato tutto!>> esclamò la giovane, con tono acido.

<<Loro sono i restanti due profittatori?>> domandò il ragazzo, voltandosi a guardare l'uomo immobile per terra.

<<E chi altri sennò>> rispose la ragazza, ridendo amaramente. <<Sennò come farebbero a girare sereni per strade isolate come questa? Senza badare a nulla o impegnarsi per cambiare qualcosa>> continuò, facendo forza per liberarsi dalla sua stretta.

<<Loro due che cosa ti hanno fatto?>> domandò il giovane, cercando di intrufolarsi in tutto quell'odio.

Negli occhi della ragazza ci fu un leggero bagliore e ciò servì a Zyan per capire, che lei non si era del tutto persa. Che Eiren aveva ancora un barlume di ragione funzionante, che sperò di alimentare in modo tale da far espandere quella luce fino a riuscire a spezzare l'incantesimo.

<<Che cosa ti hanno sottratto? La salute? La gioia? La carriera lavorativa? L'amore?>> domandò di getto il ragazzo, senza allentare la presa su di lei.

<<Smettila!>> esclamò furiosa Eiren, torcendo il polso del ragazzo e costringendolo a inginocchiarsi per terra.

Zyan riuscì a realizzare quanto successe solo quando si ritrovò ai piedi di Eiren e tale situazione gli sembrò davvero fuori dagli schemi, soprattutto per una ragazza di corporatura inferiore alla sua. A quel punto, il ragazzo non oppose resistenza e restò in quel modo per non aggravare fisicamente le cose.

PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora