Capitolo quattro.

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A quel punto, con movimenti lenti e silenziosi, Eiren si tolse la coperta di dosso e cercò di scivolare lungo il bordo del letto; dove sperava di toccare terra in modo tacito. Arrivata al punto in cui la sua pelle toccò il pavimento, alzò il capo e osservò la donna, in attesa di un suo movimento.

Dopo qualche secondo ad aspettare un segnale d'allarme che non sembrò arrivare, Eiren iniziò a strisciare verso la porta d'ingresso e ogni due per tre si girò per vedere se la donna la stesse fissando o se comunque si fosse svegliata. Giunta sulla soglia della porta, scostò lentamente la tendina con le sfere di ambra e sorpassò quella linea invisibile di libertà; ma fu in quel momento che, insieme alla soddisfazione per essere uscita, le venne un'intuizione: "E se l'ombra di cui parlava la donna, mi aspettasse fuori da questa casa?" si domandò la ragazza, bloccando i palmi delle mani per terra.

La ragazza esaminò meglio quella probabile circostanza ma non demorse; se voleva andare via da lì, doveva lasciar stare ogni tipo di distrazione mentale. "Se non lo vedo, non esiste. Se non esiste, non ho paura." pensò Eiren, avvalendosi dei suoi escamotage per non arrendersi alle emozioni negative e scoraggianti.

La giovane continuò a strisciare fino alla fine degli scalini, fin quando non arrivò nel giardino, dove si alzò in piedi e camminò normalmente e non come un lombrico. Grazie alla luce della luna piena, la ragazza riuscì a scansare un grande albero che si trovava in mezzo alla radura. Senza pensarci troppo, prese una via non designata che percorse con la speranza di tornare a casa, ma come si mosse per un'altra decina di passi, un vento gelido comparve dal nulla.

<<Dove stai andando?>> chiese una voce, vicina alla ragazza.

Eiren s'immobilizzò: se non era la voce della donna, nei paraggi altro non c'era che il fantasma. 

<<Sei l'ombra di cui parlava la signora?>> domandò la ragazza, con la voce debole.

<<Già>> rispose il fantasma.

<<Dove sei?>> chiese la ragazza, impaurita all'idea di vederselo davanti.

<<Non avevi paura di me?>> domandò il fantasma, guardandola.

<<Oh, caspiterina! Non sai quanta paura ho in questo momento!>> esclamò la ragazza, respirando a fatica. <<Tant'è che rischio di avere un infarto>> continuò, comprimendo le mani sul torace.

<<Non farti prendere dal panico>> disse il fantasma, notando come i muscoli della ragazza fossero in tensione. 

<<Eh, più facile a dirsi che a farsi>> sospirò la ragazza. <<Se non mi fossi letteralmente bloccata, a quest'ora starei urlando e correndo da una parte all'altra del giardino>> continuò a dire la ragazza, pensando a come stesse conversando con l'ombra.

<<Se ti farebbe sentire meglio, puoi benissimo farlo. Tanto qui non ti sentirà nessuno, a parte Lucilla>> disse il fantasma, tranquillamente.

<<La donna, dentro quella minuscola casa, si chiama Lucilla?>> disse Eiren, pensando a quanto fosse davvero piccola quella struttura.

L'ombra mugugnò un'approvazione, per poi lasciar calare il silenzio, che in un attimo riprese il dominio sul tempo e nello spazio.

Eiren pensò che in fondo non era stato poi così male parlare con l'ombra anzi, si sarebbe aspettata un temperamento più sinistro e irrequieto; e secondo la logica della ragazza, nemmeno la sua vista sarebbe dovuta essere poi così minacciosa. "Nah, forse è troppo presto dirlo", continuò a pensare la ragazza, analizzando tutti i possibili cambiamenti che il fantasma stesso avrebbe potuto eseguire.

Nel tempo in cui Eiren elaborò i suoi pensieri, il fantasma non riuscì a non pensare a come la ragazza fosse strana: la vide più volte muovere freneticamente gli occhi da un orizzonte all'altro, come se stesse parlando con molti soggetti esterni e senza presenza; e il suo viso assimilare varie espressioni che parlarono da sole, così come se fosse un mimo.

Giunta alla conclusione dei suoi pensieri, la ragazza con grande curiosità, iniziò a guardarsi in torno alla ricerca dell'ombra. Scrutò ogni angolo che la sua vista poté raggiungere, e mentre scorreva sui dettagli della natura circostante, avvistò un movimento; e fu allora che provò a contornare quella movenza, creando così un'immagine mentale di quello che poteva essere il fantasma.

<<In questo momento sei difronte a me, vero?>> chiese Eiren, notando come le sue mani iniziarono a sudare freddo.

<<Si>> rispose Zyan.

<<Perché se sei un'ombra, ti vedo a malapena... come se fossi trasparente?>> domandò la ragazza, sforzandosi di vedere meglio la sua presenza.

<<Differentemente da come mi descrivi tu, sono un fantasma>> rispose il ragazzo, chiarendo il suo stato anormale.

<<In ogni caso, i fantasmi non si dovrebbero vedere almeno in parte?>> domandò Eiren, ricordando qualche spezzone di film sui fantasmi.

<<Sì, ma io sono troppo debole>> rispose il fantasma. <<Ho bisogno di te per tornare al mio stato normale>> continuò a dire il ragazzo, impassibile.

<<In che modo potrei aiutare te, se non sono nemmeno in grado di aiutare me stessa?>> domandò la ragazza, in parte ironica. <<Perché avete preso me, quando ci sono persone più capaci?>> continuò a domandare pensando a come la sua vita, nell'ultimo periodo, avesse perso significato. 

<<Perché sai meglio di me cosa vuol dire diventare la bambola fortunata di qualcun altro>> rispose il ragazzo, centrando il bersaglio.

Eiren a quelle parole spirò.

Come fece un fantasma a sapere una situazione che era stata nascosta anche a lei?

<<Tu come fai a saperlo?>> domandò la ragazza, con voce priva di emozioni.

<<So molte cose. Più di quante immagini>> rispose il fantasma, notando lo sguardo basso della giovane. <<Se tu collaborerai con noi, poi il tuo aiuto sarà ricambiato>> continuò, fermando il vento gelido.

<<E se io non volessi aiutarvi?>> domandò la ragazza.

<<Intanto, vedrai la tua profittatrice prendersi tutta la tua vita e poi diventerai come me: invisibile>> spiegò il fantasma.

<<Per questo sei così? Perché anche tu hai un profittatore?>> domandò la ragazza, alzando il viso.

<<La notte porta consiglio, pensaci bene>> rispose il fantasma, in alternativa. <<Ti do un altro suggerimento: non cercare di trovare una via per tornare a casa, da qui non si esce>> continuò, tornando al suo albero.

<<E allora perché mi hai fermata?>> domandò la ragazza, cercando di ritrovare la sua figura.

Il fantasma non rispose, si limitò a scomparire nel buio come ogni notte fino a quella parte.

La ragazza sospirò e si guardò ancora una volta intorno, pensando a come fu strano aver avuto così paura di una persona che a occhio nudo non riuscì a vedere. Anche se, al pensiero di avercelo intorno e non saperlo, le mise i brividi.

<<Ombra fantasma, dove sei?>> chiese Eiren, incamminandosi da qualche parte. <<Va bene, sono disposta a fermarmi e ad aiutarvi ma solo perché voglio vivere una vita senza rimpianti!>> disse la ragazza, sperando che il ragazzo l'avesse sentita. 

E così fu; il fantasma la ascoltò ma non aprì bocca nemmeno per lasciar andare via un respiro. 

PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora