Capitolo ventotto.

9 2 13
                                    

Un forte vento si alzò dal nulla, gelide raffiche attraversarono ogni parte dei loro corpi travolgendoli in un brivido l'apparenza senza fine. Entrambi si coprirono gli occhi ed Eiren si voltò, dove prima vide la macchina di dei suoi profittatori, non ritrovandoci più nessuno.

<<Mio figlio era un inetto, nemmeno a uccidere era bravo>> disse una voce profonda e accentuata, comparendo dal nulla.

I due cercarono di guardare chi stesse parlando ma il vento non gli permise di spostare le mani; anche se Zyan, riconobbe subito il suo timbro di voce.

<<Lucilla è stata furba a rimanere al sicuro, lei ha ben appreso i miei insegnamenti; ne vado quasi fiero>> continuò a dire, battendo per terra un qualcosa che fece ricordare un bastone.

A quel toccò con il terreno, il vento si placò, lasciando liberi i due ragazzi di spostare le mani.

<<Questo è lo stregone?>> domandò Eiren, guardando l'uomo per intero.

Lo stregone si presentò come un alto uomo dalle lunghe gambe e dal pizzetto sul mento nero. Indossò dei pantaloni a palazzo neri e una giacca bordò, che s'intonò molto bene con il color quercia del suo bastone.
In realtà la ragazza se l'era immaginato in tutt'altro modo e alla sua vista, preferì mille volte di più la sua fantasia.

Zyan a quella domanda le diede una gomitata e la guardò come per in zittirla. Lei di conseguenza, scambiò uno sguardo con il giovane e serrò le labbra.

<<Non è buona educazione parlare delle persone assenti>> disse Zyan, riprendendo il discorso di Lucilla.

<<Oh, giusto. Allora sarebbe il caso farla unire a noi, che dici?>> stuzzicò lo stregone, guardando divertito il ragazzo.

<<Basto io>> s'intromise Eiren, non sapendo che fare se non parlare.

Zyan tornò a guardarla sconfitto: lei non se ne sarebbe stata zitta nemmeno volendo.
A quel pensiero un leggero sorriso comparve sulle labbra del ragazzo, per poi scomparire l'attimo dopo.

<<Eiren, non ti senti troppo egoista? Quelle povere persone che tu chiami profittatori, volevano solo un aiuto e nemmeno quello hai voluto dargli?>> domandò lo stregone, ricordando quanto successo.

<<Lei ha venduto il mio destino a quelle persone solo per uno scopo lucrativo. Gli egoisti sono come lei mio caro stregone, non come me>> rispose la ragazza, tenendogli testa.

Lo stregone alzò un sopracciglio, per poi distogliere lo sguardo dalla ragazza.

<<Avete pensato di venire qua per fare che cosa? Per guardarmi?>> domandò lo stregone, guardando Zyan.

<<In realtà...>> aveva iniziato a dire Eiren, quando Zyan allungò un braccio verso di lei e la fece silenziare.

<<Tu parli troppo>> disse il ragazzo, sistemandosi difronte a lei e con un segno del capo farla spostare da lì.

<<E' così sociale la ragazza, non come te. Ancora ricordo quando...>> iniziò a dire lo stregone.

<<Perché mi hai fatto questo?>> domandò il ragazzo, pensando alla sua situazione. <<Sebbene sapessi che potevo scomparire, tu hai continuato a sfruttarmi>>.

<<Avevi una forte energia, eri così impeccabile a livello ancestrale che potevi fare qualsiasi cosa tu volessi. Eri adatto a questo lavoro tanto quanto me, però non eri tu colui che poteva prendere il mio posto. Quello sarebbe dovuto essere di mio figlio>> rispose l'uomo, guardando il cadavere.

PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora