Capitolo ventisette.

8 3 14
                                    

Eiren voleva venir fuori da quella trappola oscura e ci provò con tutte le forze e in ogni modo possibile, ma quell'incantesimo fu troppo forte da sciogliere per la sua anima debole.

<<So che non è questo ciò che vuoi realmente>> disse il ragazzo, abbassando le braccia. <<Capisco questo tuo rancore ma non credo che l'Eiren che conosco io vorrebbe uccidere quelle persone. Per favore lotta contro quella tua stessa rabbia, cerca di trattenerti>> continuò, cercando d'indirizzarla verso un'altra strada: quella del perdono.

"Eiren deve capire da sola come uscire da quell'incantesimo; se non è lei a spezzarlo, nessun'altro può farlo al posto suo" pensò Zyan, guardandola speranzoso.

<<Mi sono trattenuta per troppo tempo. Avevi promesso di aiutarmi ma ora ne ho le tasche piene di tutto e tutti! Mi aiuterò da sola, non importa se questo mi obbligherà a uccidere>> disse la ragazza, non cambiando temperamento.

<<Non risolveresti nulla, in ogni caso il tuo destino andrebbe perso con loro. Non saresti comunque libera di vivere la tua vita come vorresti>> disse Zyan, mentre vedeva la ragazza guardare intorno a sé, un mondo silenzioso.

<<Ma almeno non li vedrei vivere felicemente una vita che non è la loro>> disse Eiren, con la voce inclinata. <<Se non posso essere felice io come di diritto, non lo saranno nemmeno loro>> continuò, variando il suo essere cattivo con quello normale.

Gli occhi rossi di Eiren brillarono di dolore, di un rancore che rinchiuse dentro il suo cuore e che rese marce le pareti del suo organo vitale. Ebbe alimentato così tanto quell'odio, che lo stregone ne trasse vantaggio; aveva visto ciò che era la giovane: un ottima pedina che avrebbe distrutto il suo allievo.

"E' questo ciò che Eiren pensa veramente o è stato tutto accentuato dall'incantesimo dello stregone?" pensò il giovane, guardando la ragazza.

<<Con questo tuo parlare, mi dai l'idea di essere gelosa di loro>> disse il giovane, avvicinandosi a Eiren con fare irritante.

<<Io gelosa? E quei tre allora cosa provano, per avermi fatto ciò?>> domandò la giovane, girando il viso e mostrando il suo profilo al ragazzo.

<<Non ti è mai venuto in mente, che se hanno fatto questa cosa è stato solo perché hanno avuto piena conoscenza del fatto, che loro non valgono nulla?>> domandò Zyan, pesando bene le sue parole.

Eiren alzò un sopracciglio curiosa e si voltò nuovamente dal ragazzo.

<<Se loro si sono approfittati fino a questo punto, sarà perché essi sono così deboli ed esseri inutili che volevano diventare per forza qualcuno. Ora ascoltami bene: se ti hanno sottratto una brillante carriera lavorativa, vuol dire che quella persona non era capace di fare nulla, altrimenti non sarebbe venuta da te; se qualcun altro ti ha usato per avere fortuna in amore, vuol dire che quella persona non sarebbe stata voluta come credeva; se qualcun altro invece ha abusato della tua fortuna e della tua salute fisica, beh, vale la stessa cosa>> disse Zyan, avvicinandosi a lei. <<Tu vali tanto Eiren e non te ne rendi nemmeno conto. Sei stata colei che ha salvato vite ignoranti e immerse nella solitudine. Invece di togliergli la vita, non sarebbe più soddisfacente privarli di tutto quello che ti hanno sottratto? Non è forse la rivincita migliore che si può ricevere in questo mondo?>> concluse il giovane, pensando a come l'ultima parte rispecchi perfettamente entrambi.

A quelle parole, il colore degli occhi di Eiren iniziò a vacillare ma non si stabilizzò fermamente. Quando i suoi occhi cominciarono a lacrimare, la ragazza iniziò a riprendere nuovamente controllo di se stessa.

<< Ricordi che cosa ci ha detto Lucilla?>> domandò Zyan, sperando che lei capisse a cosa si stesse riferendo.

Eiren sembrò davvero pensarci e dalla sua bocca, senza un comando apparente, uscirono testuali parole.

PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora