Quando la ragazza li raggiunse, Lucilla prese le mani di entrambi e le strinse nelle sue.
<<Mi raccomando Zyan, non insegnarle mai la magia. E tu Eiren, non lasciare che questo ragazzo scompaia dalla circolazione>> disse Lucilla, smorzando un po' quell'aria triste. <<Semmai deciderete di rimanere in contatto o meno, dopo tutta questa faccenda, sappiate che voi siete parte integrante della magia: un mago e una persona normale che collaborano per avere uguaglianze tra le due fazioni, porteranno sempre l'ordine sulla terra. L'importante è avere gli stessi obiettivi>> continuò seriamente la donna, stringendo le mani dei ragazzi.
Eiren si commosse e quasi rischiò di piangere mentre Zyan corrucciò sempre di più la fronte, rattristito da quelle sue ultime parole. Lucilla sorrise anche una volta, lasciò le loro mani e poi bevve una pozione gialla che gli consentì di ridurre a tre secondi la sua intera vita: tutti quegli anni che gli mancarono da vivere, quelle esperienze che avrebbe potuto fare e quei momenti che avrebbero reso appagante la sua vita: divennero solo aspettative incompiute. Furono tre secondi. Tre interminabili attimi che Zyan ed Eiren vissero con estremo dolore.
La donna si distese per terra e chiuse gli occhi, lasciando ai presenti un sorriso sulle labbra; che sperò ricordassero per sempre.
L'unicorno abbassò il capo ed Eiren fece lo stesso; anche se la ragazza non riuscì a stare del tutto calma, poiché si preoccupò molto per il ragazzo. Infatti, girò un po' il capo e lo tenne d'occhio.
Zyan continuò a guardare il corpo di Lucilla, senza respirare e tanto meno muovere lo sguardo da lì. Si sentì davvero distrutto in quel momento, come se ormai tutto avesse perso il suo significato.
"Chissà a che cosa starà pensando" pensò Eiren, distogliendo la sguardo da lui.
<<Per favore, custodisci la sua anima>> disse Zyan, alzando lo sguardo e rivolgendosi all'unicorno.
<<Unicorno, il nostro patto termina qui. L'anima che ti doniamo è quella di Lucilla, abbine cura per conto nostro>> disse Eiren, rendendo più chiaro il messaggio.
L'unicorno fece un segno d'intesa per poi muoversi in direzione della donna. Abbassò il capo sul suo corpo e con il corno grigio toccò lo sterno di Lucilla, il quale s'illuminò e ne venne fuori l'essenza della donna.
Eiren si avvicinò al ragazzo e insieme, videro la figura di Lucilla brillare sotto quel cielo rosso tramonto. La donna sembrò così felice, che nemmeno notò il suo corpo steso per terra.
Dopo qualche secondo passato in silenzio, Zyan ed Eiren presero coraggio e alzarono il corpo della donna, per poi inserirlo nel calderone. Dopodiché, presero l'urna bianca e sparsero solo in parte le ceneri del padre; e infine continuarono con lo zio. Nel taccuino, i due ragazzi lessero che la persona da cui dovessero prelevare il sangue, doveva essere cosciente e dunque, dopo averlo svegliato iniziarono a dissanguarlo. Quando anche l'ultima goccia cadde nel calderone, Zyan lasciò il corpo di suo zio per terra e l'unicorno avvicinandosi, lo fece dissolvere con un solo tocco con il suo corno.
<<Per favore, resta nei paraggi>> disse Zyan, guardando la ragazza aggiungere un ultimo secchio d'acqua nel calderone.
<<Tranquillo, non me ne vado>> disse Eiren, reggendo il secchio vuoto.
Il ragazzo osservò quella piccola casetta luminosa, con una sola grande stanza che fungeva anche da cucina, per poi prendere coraggio ed entrare nel calderone. Zyan si adagiò dentro e dopodiché rivolse la sua attenzione al suo albero, il quale per molti anni rimase l'ancora che lo tenne vivo. Da quel momento non guardò nient'altro, che quelle foglie muoversi lentamente con la brezza leggera di quell'imminente notte.
Eiren passò tutta la notte a portare bracciate di legna, che poi utilizzò per mantenere acceso il fuoco e dunque il continuo bollore del calderone. La ragazza stette molto attenta a non sbagliare la procedura del taccuino ma soprattutto a non disturbare il ragazzo, che alle prime luci dell'alba si era addormentato.
Come il sole iniziò a sorgere e a riscaldare quell'aria fresca della luna, la ragazza si svegliò dal suo sonno durato qualche ora e guardò in direzione del calderone. Essendo che si era distesa nel prato, alzò il busto e cercò di vedere la testa del ragazzo, cosa che non notò nemmeno quando si alzò in piedi. A quel punto, presa dal panico, corse incontro al calderone e ci guardò dentro: dove l'acqua era diventata di un rosso scuro.
<<Zyan!>> chiamò la giovane, non trovando il coraggio di mettere le mani dentro l'acqua.
Appena udì il suo nome, il ragazzo si svegliò e trasalì dal fondo del calderone, dove giacque per qualche momento. La ragazza vedendolo venir fuori all'improvviso, dette un urlo per poi indietreggiare spaventata.
Zyan aprì i suoi grandi occhi verdi e guardò il posto circostante, per poi puntare lo sguardo sulle mani: era tornato corpo; riacquisì la sua tanto desiderata materia.
Il ragazzo iniziò a toccarsi freneticamente la pelle e quando si rese conto che Eiren girò il viso e si coprì gli occhi, si guardò per intero; rendendosi finalmente conto che non aveva alcun indumento addosso. A quella scoperta, il ragazzo tornò a mollo nel calderone.
Eiren sentendolo tornare in acqua, si ricompose e si girò da lui.
<<Bentornato>> disse la ragazza, guardando la sua pelle perdere goccioline di quell'acqua scura.
<<Grazie>> disse il ragazzo imbarazzato, passandosi una mano dietro la nuca.
<<Ti vado a prendere qualcosa, così esci da lì>> disse la ragazza, andando in casetta.
Il ragazzo si guardò intorno, non realizzando completamente quanto fosse successo. Sì sentì così felice in quel momento che persino l'imbarazzante situazione con Eiren, quasi non lo toccò per nulla. E così dopo tanto tempo, riuscì a sentire perfettamente il suo corpo. Fu una grande sensazione di rinascita che non avrebbe voluto finisse più.
Quando Eiren fu di ritorno con in mano una coperta presa dal letto, la consegnò subito al ragazzo e gli dette qualche minuto per coprirsi interamente. Dopo di ciò la ragazza aiutò Zyan a uscire dal calderone; un'impresa non da poco e che, infatti, richiese più tempo del previsto.
Quando Zyan fu fuori da quella ciotola per giganti, con la ragazza s'incamminò verso casa, dove, come di loro consuetudine iniziarono a mangiucchiare qualcosa.
Il ragazzo dopo aver guardato Eiren mettere in bocca tre chicchi d'uva, sorrise e si girò verso la finestra, dove si accorse di qualcosa che non si sarebbe mai aspettato di vedere. Il suo albero e quello da frutto di Eiren, furono gli unici alberi di quella radura brillante a essere diventati secchi; ma la cosa che più lo fece continuare a guardare quella curiosità, fu che entrambi mantennero le loro foglie sebbene fossero appassite con lui.
"Quelle radici nemmeno con la morte sono riuscite a slegarsi. E chissà, forse è stato proprio quel fattore a tenerle legate per sempre" pensò Zyan, guardando i due alberi vicini.
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PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIA
FantasíaEiren ha sempre creduto alla magia, ai legami, al male. Alla magia, perché aveva avuto modo di tastare quel suolo con i suoi stessi piedi. Ai legami, perché lei non era mai stata sola a seguire il suo destino. Al male, perché non ci sarà mai fine...